Articolo di Philip Grasselli | Foto di Marco Arici
Dire che i Nothing But Thieves siano di casa al Fabrique oramai è lapalissiano: siamo già alla terza (e quarta) data nella venue di via Gaudenzio Fantoli, dopo quella di aprile 2022 e di novembre 2018. Un doppio sold-out per il Dead Club City tour per la band di Conor Mason, che oramai va a confermare la loro autorevolezza nello scenario alternative rock di stampo British.
Il diluvio novembrino non ha per nulla fatto desistere le tremila persone nello spostarsi dall’altra parte di Milano, con la classica lunga coda all’esterno per il controllo dei biglietti: un pubblico per lo più Millennial e Gen Z, con qualche sporadica presenza di persone più adulte. Clima decisamente diverso rispetto a quando li vidi ad agosto 2023 allo Sziget Festival di Budapest, ma, come detto ripetutamente durante il live, il pubblico meneghino è stato “incoronato” da Mason come migliore del tour fino a quel momento.
Bad Nerves
In apertura, alle 20:15 precise, troviamo i Bad Nerves, che ci fanno assaggiare un piatto ghiotto del punk alla Sex Pistols, ma con questi brani cortissimi (dieci brani suonati in poco meno di mezz’ora) e suonando pressoché tutto il loro unico eponimo album. Il suono delle inconfondibili Stratocaster ha fatto breccia al pubblico che ha già quasi riempito tre quarti di Fabrique al loro ingresso: l’amore definitivo è scoccato nell’istante in cui sono ripartiti con “Mad Mind” dopo un minuto di ottavi di hi-hat suonati da Sam Morley a quasi 220 BPM, con la band completamente immobile.
Non c’è modo migliore di aizzare i fan dei Nothing But Thieves e certamente adesso sono in attesa del loro album che uscirà quest’anno (“USA” è il singolo suonato che lo anticipa).
Nothing But Thieves
Sempre con una precisione svizzera, alle 21:15 si spengono le luci del Fabrique e parte “Gimme Gimme Gimme (A Man After Midnight)” degli ABBA, uno dei brani più iconici della band svedese, ma anche uno dei brani più cantati nei karaoke degli ostelli. Tutti con il cantarla a squarciagola fino all’ingresso dei cinque membri: Conor Mason, ovviamente il leader; i due chitarristi Joe Langridge-Brown e Dom Craik; Phil Blake al basso; James Price alla batteria.
Parte quindi, quasi in crossfade, “Welcome to the DCC”, la prima traccia dell’ultimo album “Dead Club City”. Ed è subito apoteosi, una canzone che è un mix tra le classiche sonorità alternative rock e con i synth analogici da M83: un crossover che mi ricorda quel capolavoro chiamato “Hurry up, We’re Dreaming” del 2011, in cui anche a livello di font le due cover sono quasi sovrapponibili.
Analogie a parte, il palco del Fabrique è davvero essenziale. Non ci sono visual di nessun tipo, se non il più classico gioco di laser e macchine del fumo, con quel modo di fare rock nella maniera più tradizionale e pura possibile. Il focus è quasi totalmente sulla musica che la band di Southend-on-Sea ci ha regalato in questi dieci anni. Quattro album, uno meglio dell’altro, che mostrano la continua maturità artistica: dalla ballad “Lover, Please Stay” del loro eponimo disco del “lontano” 2015 a “Pop the Balloon”, passando per i due album centrali “Moral Panic” e “Broken Machine”.
La voce di Conor Mason
Una nota di grandissimo merito è la leadership e la voce assurda di Conor Mason: dall’uscita del loro ultimo disco, il 30 giugno 2023, si sono esibiti decine di volte in diversi continenti e ogni volta è una goduria immensa sentire la capacità di gestione tra voce di petto e falsetto. Raramente si trova una band sempre sulla cresta dell’onda rapportato al numero di live suonati.
Every single time we come here, we are blown away, quite physically by the amount of noise you guys make. It’s unbelievable.
Conor Mason al pubblico prima di “Lover, Please Stay”
Il viaggio dalle origini ad oggi continua con “Trip Switch”, “Future Proof” e “Impossible”, fino alla chiusura con “Pop the Balloon”. Poco prima della fine ci sono stati cinque minuti di apprensione per un malore nel pubblico, per fortuna risolto nel migliore dei modi.
Il bis
La chiusura del concerto è affidata ad “Amsterdam”, il loro cavallo di battaglia del loro secondo disco, nel sandwich composto da un brano freschissimo di nemmeno un mese fa, “Oh No :: He Said What?”, e “Overcome”.
“Hope to see you everybody tomorrow!”
Conor Mason alla fine del concerto
Giustamente il reminder è per la data di oggi, 27 febbraio, ma li aspettiamo anche il 16 giugno 2024 in apertura del concerto dei Green Day all’Ippodromo SNAI La Maura: cerchiate in rosso quella data perché quest’estate sarà certamente rovente!
Clicca qui per vedere le foto dei Nothing But Thieves a Milano (o scorri la gallery qui sotto).
NOTHING BUT THIEVES – La scaletta del concerto di Milano
Gimme Gimme Gimme (A Man After Midnight) [ABBA song]
Welcome to the DCC
Is Everybody Going Crazy?
Tomorrow Is Closed
Broken Machine
Real Love Song
City Haunts
Drawing Pins
Sorry
Do You Love Me Yet?
Ce n’est Rien/Gods/Number 13 (medley)
Unperson
Phobia
Lover, Please Stay
Trip Switch
Futureproof
Impossible
Pop the Balloon
Encore
Oh No :: He Said What?
Amsterdam
Overcome
BAD NERVES – La scaletta del concerto di Milano
Don’t Stop
Baby Drummer
Palace
Terminal Boy
Radio Punk
USA
Electric 88
Can’t Be Mine
Mad Mind
Dreaming