Urlo Gigante è il disco di esordio da solista di Giovanni Gulino, storica voce dei Marta sui Tubi. L’album, uscito il 6 marzo per Woodworm/Universal, è il risultato e la testimonianza di un nuovo percorso personale, oltre che artistico: un raffinato e intimo racconto che sa di amore, di casa e di famiglia. Suoni mutevoli – dal pop-rock all’elettronica – accompagnano un racconto che si snoda in testi profondi, in cui ogni parola viene attentamente ponderata, per caricarsi di significati profondi e mai univoci.
Proprio negli stessi giorni in cui sarebbe dovuto iniziare il tour a supporto del disco – rimandato, a causa dell’emergenza sanitaria in corso – , abbiamo organizzato una chiacchierata telefonica con Giovanni, che, dalla Sicilia, ci ha raccontato di più sul suo nuovo percorso e sulla sua genesi, dandoci anche qualche consiglio musicale per riempire queste lunghe giornate.
La tua carriera da solista inizia dopo più di 15 anni in una grande band, come ci si sente ad intraprendere questo nuovo percorso?
Essere in una band rende tutto relativamente più semplice: ci si mette tutti la faccia e si è un vero e proprio gruppo di lavoro. Fare il solista per me non è stata una scelta, quanto più una necessità: il periodo di pausa con i Marta sui Tubi si è prolungato più del dovuto e mi sono ritrovato con diverso materiale che avevo scritto nel tempo, che non volevo assolutamente che invecchiasse in un cassetto. Non sono mai stato per così tanti anni [quattro] senza suonare, pubblicare musica o fare concerti, sentivo la necessità che tutto ripartisse, anche se forse il tempismo non è stato proprio perfetto (ride).
Una volta radunato il materiale, ho avuto la fortuna di incontrare due grandi collaboratori: Andrea Manzoni, il pianista del disco, che ha composto con me alcuni pezzi, e Fabio Gargiulo, il mio produttore. Sono loro le due persone che mi hanno spinto a finalizzare il disco. Fino ad un anno fa avevo solo un po’ di canzoni che facevo ascoltare agli amici per ottenere riscontri, mentre loro mi hanno convinto a rischiare, e grazie al loro aiuto ora il disco è qui, sul mio comodino, e ne sono estremamente felice.
Ci parli del titolo del tuo album?
Si riferisce a mia figlia Greta, l’anagramma del suo nome e cognome è appunto Urlo Gigante.
Quanto di questa tua nuova vita “da papà” c’è in questo disco?
Tantissimo. In questi ultimi anni ho condotto una vita molto tranquilla, lontano dai palchi, dai viaggi e dai tour. Non essendo mai stato bravo con l’immaginazione, mi faccio molto influenzare dalle esperienze personali e, non avendo vissuto moltissime esperienze “bizzarre” negli ultimi tempi, mi sono lasciato ispirare dall’atmosfera che mi circondava a casa, dal vedere mia figlia crescere, dal rapporto con la mia compagna, tutto quello che caratterizza la quotidianità.
Lasciarsi Insieme è un feat. con Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista. Com’è nata la vostra collaborazione?
Condividiamo lo stesso produttore. Ero entrato da qualche giorno in studio per cominciare a lavorare al disco e un giorno abbiamo avuto l’occasione di conoscerci. Lei, da fan dei Marta, mi ha subito fatto i complimenti per i lavori con la band. Ho poi approfondito la sua produzione con La Rappresentante di Lista e, quando ho deciso che avrei voluto un featuring femminile per il brano, ho subito pensato a lei.
La tua collaborazione Andrea Manzoni, invece?
È iniziato tutto con un messaggio su Facebook, in cui questo ragazzo sconosciuto mi diceva di aver sognato di suonare con me. Più avanti Andrea, che vive a Parigi, mi ha mandato dei suoi pezzi di improvvisazione al piano che mi hanno letteralmente stregato, sono rimasto impressionato dal suo stile e dal suo gusto, che si sposano perfettamente al mio. Ho provato a improvvisare sulle sue basi e per moltissimo tempo ci siamo scambiati tantissime idee, fino a quando non abbiamo cominciato a vederci e collaborare per scrivere il disco.
Ci sono state delle ispirazioni musicali per questo disco? Qualche artista che ti affascina particolarmente?
Ascolto molta musica di recente, anche se non necessariamente di nuova produzione e il più delle volte per niente simile a quella che scrivo. Tra gli artisti che ascolto più volentieri ci sono sicuramente i Moderat e Bon Iver.
Dormiveglia e Parapiglia sono canzoni che rimandano immediatamente allo stile dei Marta sui Tubi. Possiamo aspettarci qualcosa di nuovo dalla band nel futuro?
I rapporti con i ragazzi sono rimasti ottimi, tanto che Carmelo, il chitarrista dei Marta, ha suonato quasi tutte le chitarre dell’album. In questo momento non credo ci sia ancora la volontà di concepire un album, è un processo davvero lungo e bisognerebbe volerlo davvero tanto. Non è in agenda, ma non escludo nulla per il futuro.
Parlando del tour che sarebbe dovuto iniziare in questi giorni, ci puoi dare qualche anticipazione?
Siamo in attesa di riprogrammare i live, speriamo presto. Abbiamo già provato e preparato un set che presenterà sicuramente tutti i pezzi del mio nuovo album, insieme ad una decina di canzoni dei Marta. Un cinquanta e cinquanta, diciamo.
Vita di quarantena. Tanti artisti stanno scrivendo canzoni in diretta, condividendo virtualmente il palco con altri colleghi o facendo concerti su Instagram o Facebook. Tu hai qualcosa in programma?
In questi giorni sto portando avanti quelle che ho chiamato “Quarantine Sessions”. Al momento mi trovo in Sicilia, nella casa e nella stanza dove ho passato la mia adolescenza ad ascoltare musica e a cantare, quindi ho pensato che la cosa più sincera da fare al momento, qui, era proprio ricollegarmi al mio passato. Sto pubblicando sulle mie pagine Facebook e Instagram una serie di cover delle canzoni che ascoltavo da ragazzino, quelle che mi hanno influenzato e mi hanno portato a scegliere di fare musica nella vita. Gianfranco Marino, un amico con cui ho condiviso la prima esperienza in una band nel 1995, mi manda le sue basi alla chitarra e io ci canto sopra: Alice in Chains, Nine Inch Nails, Lou Reed.
Un ultima domanda, prima di salutarci. Ci consigli un album da scoprire o da riscoprire in questo periodo?
È da poco passato l’anniversario dei 25 anni di un album straordinario che si intitola Above, dei Mad Season, una superband formata da componenti di Alice in Chains, Pearl Jam, con Mark Lanegan alla voce. Un capolavoro assoluto del grunge, che secondo me vale sempre la pena riascoltare.