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Interviste

Il futuro del metal e il prossimo album dei Cradle Of Filth: intervista a Dani Filth.

Intervista a cura di Michela Ravasio e realizzata da Andrea Ripamonti

I Cradle of Filth si avvicinano ai trent’anni di carriera e sappiamo che sono in studio per registrare il loro quattordicesimo album. Abbiamo incontrato Dani Filth, leader e cantante della band metal del Suffolk, per fargli qualche domanda sul panorama musicale e su cosa ci aspetterà in futuro. 

Eccoci qui. Come sta andando qui al Graspop?

Tutto okay. Sta andando bene, sì. Siamo stati all’aeroporto a Eindhoven ieri e ci ritorneremo stanotte per ritornare in Inghilterra. Quest’estate facciamo giusto una manciata di festival, perché attualmente siamo in studio a lavorare al nuovo album. Abbiamo anche collaborato con Ed Sheeran e-

(Per un attimo l’intervista è interrotta perché effettivamente fa caldissimo e Dani Filth si alza per aprire la porta. E dire che non ha addosso tutto il trucco e la pelle che indosserà poi al concerto!)

Stavo dicendo che siamo indaffarati a fare un bel po’ di cose. Sarà di nuovo un anno impegnativo, visto che nel nostro lavoro è tutto in un circolo vizioso. Nella seconda metà del 2023 saremo in Messico e poi sarà il turno della seconda parte del tour con i Devil Driver.

Speriamo di vedervi ancora in Italia!

Dovremmo esserci l’anno prossimo.

Speriamo! 
Ora, però, ecco le nostre domande!
Ormai The Principle of Evil Made Flesh sta per compiere trent’anni. Ho letto che state lavorando al quattordicesimo album dei Cradle of Filth. L’industria musicale si è rivoluzionata da quando avete iniziato. Anche il modo in cui le persone fanno musica è completamente diverso. Per voi quanto è cambiato da allora?

Tutto. Tutto è cambiato. Ci sono i servizi di streaming, ora. La gente non compra più gli album come un tempo. Fare tour e produrre del merch è diventato molto più costoso. Essere un musicista, ormai, sta diventando sempre più difficile. Mi dispiace davvero un sacco per le band che ancora non sono del tutto affermate, come invece -fortunatamente- siamo noi. Intendo dire che se è dura per noi, che abbiamo trent’anni di carriera alle spalle, per loro deve essere terribile! 
Comunque, il panorama musicale è ancora interessante. Ancora esce un sacco di bella musica, anche nell’underground c’è della roba fantastica. Certo, è dura, ma è comunque piacevole. Non so cosa ci aspetterà in futuro, ma non penso proprio che si tornerà indietro. 

Sai, ho sempre trovato interessanti i concept album. Ammetto che Cruelty and the Beast è ancora il mio preferito. Nel vostro prossimo lavoro ascolteremo ancora qualche storia? E, giusto per curiosità, come funziona? Pensate prima al concept, ai testi, all’atmosfera o alla musica?

Per prima cosa, ci occupiamo della musica. Sai, è difficile governare l’intera nave partendo solo dalla scrittura dei testi. Ovviamente posso suggerire alla band un’idea di quella che sarà l’atmosfera generale, posso dare qualche dritta e fornire qualche tema su cui lavorare… Ci si basa su quello, ma la musica viene per prima.
Il prossimo album non sarà un concept, ma sarà grandioso! Come immaginario sarà molto in stile Dusk and Her Embrace, mentre i testi potremmo dire che saranno tra Cruelty and the Beast e Midian.
Attualmente, comunque, abbiamo registrato solo la batteria. Penseremo alle chitarre quando torneremo in Inghilterra. Facendo conto dei festival, il tour in Sud America e le vacanze estive, sarà un processo che si protrarrà fino alla fine dell’anno. Credo che riusciremo a registrare la voce solo verso Novembre. Quindi potrebbe uscire l’anno prossimo.

L’ultimo video caricato dall’artista per celebrare l’uscita dell’album live.

Come si diceva prima, ormai è tutto differente. Anche il metal non è più lo stesso. Ci sono tantissime band qui al Graspop e molte di queste sono davvero giovani. Che cosa ne pensi riguardo all’evoluzione delle sonorità e dello stile del metal?  Ci potrebbe essere posto per un gruppo con uno stile anni Novanta, ora?

Forse… Non saprei. Ci sarebbe bisogno di una sorta di nuova scintilla, credo, perché molte band stanno morendo. Molti grandi gruppi sono ormai alla fine della loro carriera. Credo che  probabilmente il metal sarà in grado di riproporsi in una nuova forma. Così come hanno fatto gli Slipknot all’inizio del 2000 o – prima di loro – i Ghost, ci sarà qualcuno di cui nessuno aveva mai sentito parlare. 
Ai festival c’è sempre bisogno di band che suonino, ovviamente. Io ascolto diversi generi di metal e anche altri tipi di musica , ma non seguo esattamente quello che è di tendenza, quindi non saprei dire come andrà. Se pensiamo che la scena americana e quella europea sono completamente differenti e che ci sono un bel po’ di bei gruppi sparsi nei diversi generi, non saprei proprio dire chi riuscirà a unire le masse verso una nuova sonorità.

Magari vedremo qualcosa di interessante. Oggi per esempio hanno suonato gli Sleep Token, che a quanto pare sono la rivelazione di quest’anno. Li hai sentiti?

Già… Li ho sentiti prima. Però non è che siano proprio metal, no? Okay, hanno qualche beat un po’ metal, ma altri proprio per niente.

C’erano anche i Ghost prima.

Sì loro sono okay. Li preferivo agli inizi, erano più cattivi… Non so. Ora sono un po’ una pantomima.

Veniamo all’ultima domanda adesso. In trent’anni di tour, che cos’è la cosa a cui non ti abituerai mai?

Come ha detto una volta Johnny Winters: “farei concerti gratis in tutto il mondo, ma dovrebbero pagarmi a ore per il tempo che passo seduto in hotel e negli aeroporti”. Questa è la cosa a cui non ti abitui mai, non importa quanto sei esaltato per i festival a cui parteciperai. Quando sei costretto ad aspettare in aeroporto, quando perdi un volo o vengono smarriti i tuoi bagagli, tutto il tuo entusiasmo si spegne velocemente.

Ieri ho aspettato mezz’ora al sole perché dei treni erano in ritardo e non avevo nessuno ad aiutarmi con tutta la mia roba. Poi abbiamo atteso un sacco al gate perché non avevano ancora riempito il serbatoio dell’aereo. In hotel ci abbiamo messo un’ora a fare il check-in perché avevano sbagliato i nomi della prenotazione. Questa è la merda a cui non riesci mai ad abituarti. Queste cose sono successe ieri, figurati in trent’anni! 

Però ci sono lati positivi, ovviamente. Non ci si stanca mai di essere sul palco, di incontrare altri gruppi o alcuni vecchi amici. Comunque tutta l’atmosfera e la vita da tour è fantastica! Il problema sono tutte le rotture nel mezzo. Sarebbe comodo fare come in Star Trek, salti in una porta e via, ti teletrasporti dall’altra parte. Sarebbe bello se lo inventassero davvero in futuro! 

Per ora è ancora un inferno. In Sud America è un casino, fai il concerto, torni in hotel, dormi tre ore e poi via alla data successiva!

Dani Filth in posa per noi. Foto di Andrea Ripamonti.

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