Trent’anni di carriera che The Bluebeaters celebrano con un nuovo tour e un nuovo singolo, “Mantra”, che anticipa l’album previsto per la prossima primavera e che, viste premesse, sarà sicuramente un album di svolta. Li abbiamo incontrati e ci siamo fatti raccontare come è cambiato il mercato discografico, in questi anni, qual è il segreto per rimanere insieme tutto questo tempo e cosa ci dobbiamo aspettare dal nuovo album di prossima uscita.
Quest’anno i Bluebeaters celebrano trent’anni di carriera ed hanno da poco pubblicato il nuovo singolo “Mantra”, come è cambiato il mercato discografico dal vostro esordio ad oggi
Il mercato discografico è in mano soprattutto ai giovani, soprattutto Rapper o Indie che spesso firmano contratti milionari oltre al catalogo delle poche Major che sono rimaste, ma che sono più grosse perché si sono accaparrate le piccole, medie e grandi Label specializzate di cui ripubblicano i dischi. E’ un mercato dove nei contratti si cerca di avere anche delle percentuali sui “live” perché il fisico vende sempre meno mentre se fai il “botto” allora sì che i soldi arrivano anche per loro con gli stream. E’ un mondo nuovo, l’era digitale ha velocizzato tutti i processi anche quelli creativi. Escono tantissimi brani ogni giorno, non c’è nemmeno il tempo di poterli ascoltare tutti.
Noi cerchiamo di fare accordi per avere un minimo di anticipi, non facendo i dischi in casa ma utilizzando ancora gli studi di registrazione e suonando tutto dal vivo. E’ un lavoro lungo e complicato ma che dobbiamo organizzare molto bene essendo una band di 7 persone. Per fortuna non ci manca l’entusiasmo sennò avremmo già chiuso.
In un momento in cui la maggior parte dei brani escono solo in digitale i Bluebeaters decidono di pubblicare “Mantra” anche in versione vinile con l’etichetta CariBB Roots Rec, perchè questa scelta?
30 anni fa i dischi si vendevano, a fine ’90 soprattutto i CD mentre il vinile era finito nel dimenticatoio. I numeri erano ancora molto alti e il CD aveva una qualità superiore prendendosi la fetta più grande del mercato.
Si facevano anche molti più video perché c’erano i budget e i canali dove poter farli passare ed era la forma di promozione migliore, più diretta.
Ora è tutto liquido, tutto streaming, tutto “nell’aria” i video sono accessori, sui social tutto è più breve e più veloce, è cambiato proprio tutto. In effetti, come contraltare, è ritornato in voga il vinile – quel suono pieno e “grasso” che il CD aveva pulito – sicuramente tirature limitate rispetto ai tempi d’oro ma l’utilizzo che se ne fa, a parte tutta una schiera di DJs che per fortuna ancora lo suonano, specie i 45 giri, e i veri appassionati, i giovani spesso lo comprano come un gadget da tenere, in cameretta, senza neppure scartarlo dalla confezione di plastica.
Nel 1999 con Giuliano Palma & The Bluebeaters avevamo autoprodotto The Album, ovviamente in CD, perché non volevamo legarci a nessuna etichetta, per rimanere liberi dai rapporti discografici dei vari componenti del gruppo tra Africa Unite, Casino Royale e Fratelli di Soledad. Tra l’altro con Casino Royale avevamo già creato Royality, la nostra etichetta per produrre a latere del contratto con una Major, altre cose, altri gruppi.
Con i Bluebeaters creammo quindi King Size, in onore del nostro cantante Giuliano Palma, una label che con Bunna avremmo voluto portare avanti. Non se ne fece niente oltre i primi due dischi che poi licenziammo a V2 Records che sarebbe entrata nell’attuale Universal.
25 anni dopo la situazione discografica è cambiata notevolmente e ho pensato che avere una nostra etichetta come è CariBB Roots Records avrebbe reso solida una base di fan che ci portiamo dietro dai primi anni creando attorno al gruppo un’identità forte come forti sono i legami che ci uniscono ancora oggi, anche se sono cambiati alcuni musicisti e soprattutto il frontman, Pat Cosmo, ormai da 12 anni. E’ la stessa cosa che avevamo fatto ai tempi di The Album con la King Size, allora il risultato fu incredibile, vendemmo 10.000 copie dal sito e 2000 ai concerti, penso che ancora adesso in Italia sia un risultato che non abbia eguali.
È nata quindi Caribb Roots Records. Il nome era il titolo di una compilation su cassetta che Gaz Mayall, figlio del recentemente scomparso John Mayall, aveva compilato dalla sua sconfinata collezione di 45 giri giamaicani originali dove c’erano pezzi ancora oggi rarissimi che ai tempi di Casino Royale ne avevamo fatto dei cavalli di battaglia (Soon You’l Be Gone, Never Let You Go, I Don’t Know…), continuando con The Bluebeaters, a infarcire la scaletta dal vivo e i vari album (True Confession, Somebody Has Stolen My Girl, Reward…).
A Novembre 2023 quindi siamo partiti stampando i nostri due ultimi singoli TRINITY e NON SENTO PIU’ e ci siamo buttati in quest’avventura che mi vede in veste anche di distributore, produttore e grafico insieme al pianista Danilo.
Ad Aprile EXTRA TRAX e adesso MANTRA, quarto episodio dell’etichetta.
Io lo vedo come un investimento come il sito e il merchandise. Un modo di far entrare il pubblico nel mondo di The Bluebeaters. Una casa, un punto di riferimento, al di là dei social.
“Mantra” anticipa la pubblicazione del nuovo album previsto per la prossima primavera, ci potete dare qualche anticipazione?
Sarà sicuramente un disco di svolta, dopo aver suonato Ska e Rocksteady original ci spostiamo in avanti verso il ritorno dello Ska sulla scena musicale inglese degli anni ’80. Ma anche in generale della musica di quegli anni, post-punk, primo pop, I Clash, quel periodo fecondissimo che arriva appena dopo la nascita di un sacco di generi musicali fine ’70 e che si sente in radio diventando suo malgrado “pop”. Pop è una parola che ha avuto vari significati e che a volte fa un po’ paura perché si accosta al mainstream, secondo me ora vive di sfumature nuove, meno legate al Rock.
Il resto del disco diciamo che suonerà più in linea con questo mondo che con il suono “sporco” e grezzo del primo Ska, ci saranno brani e soprattutto atmosfere diverse rispetto al nostro passato ma la nostra cultura musicale parte sempre dallo stesso punto.
Abbiamo solo voglia di scrivere cose originali e in italiano, come abbiamo fatto nel 2020 con SHOCK! e quando affronti l’italiano fai necessariamente i conti con una metrica e delle parole molto diverse dall’inglese quindi il risultato sarà diverso.
Il nostro mondo di riferimento rimane quello legato al genere che è nato in Giamaica e che è stato esportato in Gran Bretagna.
Qual è, secondo voi, l’elemento imprescindibile per arrivare a celebrare trent’anni di carriera?
L’unica cosa imprescindibile è il coinvolgimento e la voglia di noi musicisti di continuare a stare insieme sia sul palco che fuori. Il fatto di impegnarci nel lavoro di un nuovo album invece di fare solo cover è fondamentale per cementare ancora di più i nostri rapporti umani e le nostre scelte, un modo per trovare stimoli nuovi e nuove sfide.
Trent’anni sono tanti e ci sono stati alti e bassi come in ogni relazione umana ma il fatto che siamo ancora qui dimostra che se ti impegni, se cerchi di avere pazienza, se continui ad avere un tuo mondo di riferimento puoi davvero cambiare qualcosa e andare avanti. Il mondo della musica cambia e noi con lui. Almeno ci proviamo.
In questi mesi siete in tour, quali sono le prossime date?
Dopo aver fatto un Tour nei Club in inverno/primavera e un paio di mesi d’estate dove abbiamo suonato finalmente anche al centro-sud Italia faremo una breve pausa di 15 giorni e torneremo a metà agosto con un po’ di date al Centro-Nord per poi andare a Colonia in Germania al Freedom Sounds Festival il 31 Agosto, un Festival che spesso ci invita.
Poi torneremo in Studio a finire l’album che è quasi in dirittura d’arrivo per poterlo poi presentare nei Club tra Marzo e Aprile 2025.
Con “Mantra” i Bluebeaters cambiano pelle, quando e come è iniziata la metamorfosi?
Mantra per ora è la punta dell’iceberg. Il processo di trasformazione è incominciato innanzitutto con l’arrivo di Pat Cosmo alla voce nel 2013, poi dopo un album più classico a la Bluebeaters che era “EVERYBODY KNOWS” ci siamo iniziati a mettere in gioco con “SHOCK!” nel 2020 e soprattutto con tutte le collaborazioni a cui abbiamo preso parte negli ultimi 10 anni che abbiamo racchiuso nell’album “EXTRA TRAX” uscito ad Aprile di quest’anno per il Record Store Day dove abbiamo interagito con tantissimi artisti leggermente diversi dal nostro mondo di riferimento, gente come Boom Da Bash, Neffa, Frah Quintale, Frankie hi nrg mc, Alberto Bianco, Lo Stato Sociale e Nitro con i quali abbiamo amplianto il nostro spettro musicale tirando fuori alcune cose molto belle e diverse dal nostro solito suono, inconsciamente preparandoci per il prossimo disco.