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Reportage Live

MORCHEEBA ovvero la via per la Serenità

Il ritmo contagioso della band inglese riempie l’area del Carroponte di Sesto San Giovanni .

Articolo di Cecilia Passetto | Foto di Lara Bordoni

Per i frequentatori seriali di concerti, tappa obbligatoria nelle estati milanesi è il Carroponte.

Nel corso degli anni l’area dell’ex Breda Siderurgica ha visto esibirsi tantissimi artisti di fama nazionale, come Patty Pravo, Vinicio Capossela e Maneskin, e internazionale: Goran Bregović, NOFX, Dropkick Murphys, Gogol Bordello, The Offspring e moltissimi altri.E questa collezione in cartellone si ingrandisce ora con l’esibizione dei Morcheeba.

Anno Duemila, abbiamo superato il timore del Millennium bug e i canali televisivi dedicati alla musica vengono invasi da un video ispirato ai Blues Brothers. Alle radio risuona l’allegro ritornello che, ancora oggi, non si riesce a fare meno di canticchiare.

“You and me, we’re meant to be
Walking free in harmony
One fine day, we’ll fly away
Don’t you know that Rome wasn’t built in a day?

La band, inizialmente formata dai fratelli Ross e Paul Godfrey e dall’elegante voce di Skye Edwards, ha cambiato diverse formazioni. La stessa Skye è stata sostituita per alcuni anni e l’uscita di Paul dalla band ha corrisposto ad un allontanamento dalla parte più elettronica a favore di un ampliamento della sezione musicale. 

Sotto l’imponente struttura metallica del Carroponte c’è già una piccola folla che aspetta vicino al palco ma la maggior parte del pubblico inganna il tempo ai tavolini dello street food.

A tenerci compagnia, le melodie di Tia Airoldi e Marco Gilioli che ci accompagnano nella rilassatezza della serata.

Testi in inglese accompagnati solo dal suono della tastiera di Marco e dalla chitarra e dalla voce di Tia, tratti dal loro ultimo lavoro Lullabies. Lo definiscono “un viaggio nei sogni” ed è la giusta immagine che viene proiettata ascoltando la loro musica. Le dolci melodie invitano a lasciarsi alle spalle le difficoltà della giornata appena trascorsa e pensare solo a farsi cullare e trasportare dalla musica. Dopo pochi minuti, la folla sotto al palco è diventata più numerosa e, brano dopo brano, si è sempre più attenti e giustamente coinvolti dal duo.

Ottima anticipazione delle sensazioni che si proveranno con la musica dei Morcheeba.

I musicisti prendono posto sul palco, i primi accordi di The Sea incorniciano l’ingresso di Skye che a passi lenti raggiunge il microfono. Dalla prima strofa riempie lo spazio con l’intensità e la sensualità della sua voce. 

Ondeggia piano canzone dopo canzone, è un invito alla calma. La sua voce delicata e posata è allo stesso tempo potente e decisa, scandisce i testi dei suoi brani per sottolineare che non c’è fretta, possiamo ascoltarla con tranquillità godendoci ogni attimo. I suoi balli eleganti e soprattutto il suo sorriso riempiono il palcoscenico che è occupato solo dalla semplicità dei musicisti e arricchito da un intreccio di giochi di luci.

Il testo di Blood Like Lemonade tratta di una vendetta sanguinosa ma la dolce interpretazione ci fa scordare il significato delle parole.

I Morcheeba ci proiettano in uno spazio diverso, non siamo più in piedi in un’area ex industriale ma in qualche music club esclusivo con luci soffuse e circondati dalla loro musica.

Ogni brano ci suggerisce di chiudere gli occhi e muoverci lenti a ritmo della musica, le melodie ci porteranno lontano.

I brani scorrono con naturalezza, intervallati da qualche parola e tanti ringraziamenti nella nostra lingua. Skype ci istruisce nel ritornello di Oh Oh Yeah vuole essere accompagnata nel canto e ci coinvolge nell’esecuzione di diversi brani anche con il battito delle mani e i suoi balli leggiadri.

In tutte le canzoni è dato grande risalto alla parte strumentale, il finale di Trigger Hippie è affidato alla chitarra di Ross e durante l’esecuzione di Let Me See è enfatizzata la parte delle tastiere nelle mani di Dom Pipkin. Skye lascia il palco ai suoi musicisti e quando rientra dedica un momento per presentare ognuno di loro. Oltre a Ross e Dom, il marito Steve Gordon al basso e il figlio Jaega Mckenna-Gordon alla batteria.
Il finale prima dell’encore non poteva che essere riservato a Rome Wasn’t Built in a Day, si balla e si canta sopra e sotto il palco e i sorrisi riempiono i volti di tutti noi.

Skype e Ross rientrano sul palco da soli per una versione in acustico, di Summertime di George Gershwin. Invitano ad accompagnare l’esecuzione con le torce dei nostri telefoni, l’effetto è quello di una danza di centinaia di lucciole sotto i led rossi del carroponte.

Nel corso della loro carriera i Morcheeba hanno abbracciato diversi generi musicali: pop e alternative rock, funk, down beat, hip hop, electro e con influenze reggae ma ciò che lega ogni brano è la tranquillità.

Morcheeba significa “La Via della Cannabis” ma quello che trasmettono è “La Via per la Serenità”.

Clicca qui per vedere le foto dei Morcheeba in concerto a Milano (o sfoglia le gallery qui sotto)

Morcheeba

MORCHEEBA: la setlist del concerto di Milano

  1. The Sea
  2. Friction
  3. Otherwise
  4. Never an Easy Way
  5. Enjoy the Ride
  6. Oh Oh Yeah
  7. Trigger Hippie
  8. Get Along
  9. Blood Like Lemonade
  10. The Moon (Irena Žilić cover)
  11. Let Me See
  12. Rome Wasn’t Built in a Day
  13. Summertime (George Gershwin cover)
  14. Blindfold
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