Per il loro minitour da co-headliner, i Giardini di Mirò e i Massimo Volume, hanno scelto – dopo il debutto al Teatro Romano di Verona – di passare per Milano, prima di Roma ed Ancona. Quale cornice estiva migliore del Castello Sforzesco avrebbe potuto accogliere le due grandi bandiere della musica indipendente italiana, in questo rovente mercoledì di fine giugno, per una data così unica e particolare?
In realtà, non è la prima volta che le strade di Giardini di Mirò e Massimo Volume si incrociano: nel 2001, quando i primi erano poco più che degli esordienti, Emidio Clementi accettò di interpretare il ruolo del protagonista in un video della band. Successivamente ancora una collaborazione – questa volta musicale – in Malmoe, traccia contenuta in “The Soft Touch”, che vede Emidio Clementi dei Massimo Volume alla voce. Le due band sono legate da sempre da stima profonda e amicizia che le ha portate molto spesso a dividere lo stesso palco e diversi progetti musicali paralleli.
In occasione della rassegna Estate Sforzesca, le band, icone del post-rock e del rock indipendente degli anni ’90 e ’00, presentano i loro due ultimi album, “Different Times” (Giardini di Mirò) e “Il nuotatore” (Massimo Volume), pubblicati con 42 Records.
La potenza delle variazioni post-rock, psichedeliche ed elettroniche dei Giardini di Mirò, che “aprono” le danze in questa serata al Castello Sforzesco, si sposa alla perfezione con le atmosfere raccontate della musica dei Massimo Volume. È un concerto ma è anche un bel viaggio, che inizia al contrario. Prima il trip sognante e poi il ritorno sulla terra, scandito dalle altisonanti e profonde parole recitate da Mimì (Emidio Clementi).
È una serata molto diversa da quelle a cui sono abituata a partecipare, fatte sempre più spesso di sing along da stadio e hit radiofoniche, ma proprio per questo è stata ievitabilmente curiosa ed affascinante, quasi catartica in alcuni punti. Accompagnata da un’ultima canzone, che parla del “caso” – quello per cui mi trovavo qui questa sera, penserete voi -, mi perdo in un ultimo giro intorno alla corte del Castello, che questa sera – anche senza principesse o draghi – è stato scenario di una bella, bellissima storia.
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