Foto di Federico Buonanno | Articolo di Giulio Taminelli
Il tour del poliedrico Manuel Agnelli tocca il Carroponte di Sesto San Giovanni dopo dodici date di fuoco – anche per via delle temperature – che hanno visto l’artista impegnato in alcuni tra i festival musicalmente più interessanti dello stivale.
Quello di Agnelli è stato un anno solare davvero carico di successi e soddisfazioni. La Profondità degli Abissi, singolo tratto dal suo primo e recentissimo album da solista Ama il Prossimo Tuo Come te Stesso, vince il Nastro d’Argento e un David di Donatello. Il ruolo da protagonista in “Lazarus”, opera teatrale scritta da David Bowie, lo ha tenuto impegnato per tutta la primavera. Inoltre, in questo 2023 ha ufficialmente esordito come attore nella serie Sky “Django” ispirata all’omonimo personaggio dei film di Corbucci.
Onestamente, avevo quasi il dubbio che non lo avremmo più rivisto sul palco.
Per nostra fortuna (ovvero dell’intero panorama musicale italiano), Manuel Agnelli “fa musica per fare quello che vuole nella vita”, per cui non mi resta altro da fare se non andare a raccontarvi questo concerto.
L’ingresso sul palco è spartano. I musicisti salutano e si posizionano e, sulle prime note di Severodonetsk, Agnelli fa il suo ingresso in scena.
Rimango colpito dalle sonorità “cantautorali” che la voce del Manuel solista acquista nella dimensione live. Grezzo, forse non adatto all’orecchio dei puristi del canto pulito “all’italiana” ma, in qualche modo, profondamente “giusto” e legato alle sensazioni della musica dal vivo.


Punto di vista personale: ero ad una ventina di metri dal palco e, a livello di sensazioni, sembrava di essere attaccati alle transenne.
Il pubblico, già entusiasta dai primi secondi d’esibizione, non può che cominciare a cantare a squarciagola sull’attacco del primo filone di pezzi tratti dal fine ’90 degli Afterhours.
Non siamo in tour per promuovere qualcosa, siamo in tour perché ci piace suonare
Questa la frase che, dopo l’iconica Non si Esce Vivi dagli Anni ’80 introduce la band che accompagna Agnelli nella magia di una serata che, a detta dello stesso cantante, ha un’affluenza assolutamente non scontata per essere la terza data milanese.
Parlando di band, l’ensemble del tour si dimostra pienamente all’altezza del compito assegnato, con Frankie e DD, rispettivamente chitarrista e batterista dei Little Piece of Marmelade, che confermano per l’ennesima volta il loro spessore tecnico, coadiuvati dal bassista Giacomo Rossetti in prestito dai Negrita. Menzione d’onore alla talentuosissima Beatrice Antolini, vera “seconda in comando” sul palco in grado di assistere Agnelli alle tastiere, alla voce, alle percussioni e, in generale, in ogni meandro musicale della serata.


Tornando al concerto, pregevole l’esecuzione di Milano con la peste dove Agnelli torna al suo primo amore musicale esibendosi a quella tastiera che tanto ricorda i suoi studi classici in tenera età.
Da qui in avanti, la presa sul pubblico è totale. Cori continui indifferentemente che le canzoni provengano da Ama il Prossimo Tuo Come te Stesso o da un album degli Afterhours. Una cosa che mi ha fatto parecchio effetto è stata la totale accettazione da parte di Agnelli del suo passato come cantante degli Afterhours, al punto da inserire pezzi storici nell’esibizione non come mere trappole per fan nostalgici, ma puntando a rappresentare la propria continuità artistica.
La scaletta conterà in totale sedici canzoni degli Afterhours su ventisei pezzi totali, ma la sensazione è davvero quella di star assistendo ad un concerto totalmente nuovo. Parlando appunto di scaletta, impossibile non notare la selezione certosina dei pezzi per costruire momenti particolari e dinamismi, di modo da creare continui sali-scendi d’intensità ed emozione.
Toccante il momento dedicato a Luca Bergia dei Marlene Kuntz e Gabriele “Cecio” Ceci dei Massimo Volume, scomparsi entrambi negli ultimi anni. A loro, Agnelli dedica una stupenda versione di New Dawn Fades dei Joy Division.
Mi voglio soffermare su questo momento perché è stato grandioso. Se ci si ferma a pensare a CHI sta cantando una canzone dei Joy Division e a CHI la sta dedicando, automaticamente l’immagine che si viene a creare è quella di un’intera scuola artistica e ideologica che, negli anni, si è sforzata allo scopo di creare qualcosa di nuovo e “diverso”, che non seguisse determinate logiche di mercato o di etichetta. Non so dire quanto questo movimento sia riuscito nei propri intenti, ma il solo fatto di aver provato tutto questo con una singola canzone mi ha lasciato sconvolto.
Il finale dell’esibizione canonica spetta alla struggente Ama il Prossimo Tuo Come te Stesso, title track dell’album solista citato ad inizio pezzo.


Il lunghissimo post concerto, composto da due encore per un totale di dieci pezzi, crea l’effetto che, negli spettacoli di fuochi d’artificio, sancisce la fine dello spettacolo.
Una mitragliata di pezzi storici pescati da ogni angolo della discografia degli Afterhours, da Bye Bye Bombay a Ci Sono Molti Modi, passando per Dea e Lasciami Leccare l’Adrenalina, funge da gigantesco regalo ai fan storici che non possono fare a meno di cantare a squarciagola.
In definitiva, Manuel Agnelli si riconferma baluardo della musica alternativa italiana. Un musicista capace, sincero e legato ad una forte ideologia contraria alla mercificazione artistica. Unica pecca, a mio gusto, poca interazione generale con il pubblico e con i membri della band ma, ad onor del vero, con la quantità di pezzi proposti era inevitabile il sacrificio di qualche momento di dialogo. Non posso far altro che consigliare, a quei pochi che ancora non l’avessero fatto, l’ascolto di Ama il Prossimo Tuo Come te Stesso e della discografia degli Afterhours.
Clicca qui per vedere le foto di Manuel Agnelli al Carroponte di Milano o sfoglia la gallery qui sotto:
La Scaletta di Manuel Agnelli al Carroponte a Milano
Severodonetsk
Signorina Mani Avanti
Veleno
Non si esce vivi dagli anni ’80
Bungee Jumping
Milano con la peste
Lo sposo sulla torta
Quello che non c’è
Ballata per la mia piccola iena
La profondità degli abissi
Proci
Padania
Guerra e pop corn
Male di miele
New Dawn Fades (Joy Division Cover)
Ama il tuo prossimo come te stesso
Encore:
Tra mille anni mille anni fa
Non è per sempre
Bye bye Bombay
Encore:
Voglio una pelle splendida
1.9.9.6
Dea
Lasciami leccare l’adrenalina
Strategie
Germi
Ci sono molti modi

