Ancora sulla breccia e sulla scia del mod e del beat gli spezzini Made ci regalano un altro disco di guitar pop ben assestato e ottimamente prodotto. Resta immutata la loro fede a tutto ciò che ruota attorno al mod, vale a dire garage, punk, british pop e power pop.
A tre anni dal precedente “They don’t understand” in questo lavoro il gruppo ligure si è dedicato meno a ripercorrere il tragitto su cui si sono adagiati Blur e Oasis, per guardarsi maggiormente alle spalle, in particolare a quegli anni ’60 fatti di psichedelia, beat e rock’n’roll. Questa commistione emerge in particolare in brani come “Through your eyes” e in “She’s gone”. Eccitanti sono le rasoiate soniche di “SF”, come anche i riff di chitarra circolari che dominano in “To be”, per non parlare del rock’n’roll frizzante di “Nowegian blue”.
Essenziali come era di moda nei ruggenti anni ’60, in trentasei minuti i Made ci regalano dieci perle da ballare con un pizzico di malinconia.
Vittorio Lannutti

