Poche anticipazioni, singoli apparsi su Youtube quasi per caso, Alessandro Cattelan che twitta cose e poi a spiegarci l’album in maniera impeccabile è proprio lui, Niccolò Contessa, a.k.a. I Cani, in un’intervista definisce lui stesso Aurora un lavoro più cupo e crepuscolare, tanto da avere bisogno di un titolo salvagente, rassicurante, pieno di promesse. Grazie Niccolò, ci serviva proprio un’altra quintalata di magone.
Ricordate Il Sorprendente album d’esordio de I Cani e Glamour? Bene o male, se un brano a caso di questi due album passava in un locale, qualche cocktail finiva sempre per rovesciarsi per via di quelle basi assolutamente trascinanti. Nel lontano 2010 I Cani erano la manna dal cielo: incontrare il favore di un pubblico così vasto con un album di musica elettronica e sconvolgere il cantautorato in quel modo, quasi si è gridato allo scandalo! Con Aurora invece potreste cogliere l’occasione per tornare ad essere più riflessivi, smettere di sopravvalutarvi in quanto microcosmo e lasciare perdere le piccole crisi interiori, perché in fondo le vostre innumerevoli ansiette non scuotono minimamente l’equilibrio dell’universo.
I ritmi rallentano, Contessa si è chiuso in casa solo con drum machine e sintetizzatori (quindi scordatevi le chitarre di quei bravi ragazzi dei Gazebo Penguins) e come sempre si è messo a scrivere testi incredibilmente micro e macro. Meno cinico (realista) del solito, certo, ma sempre con quel modo speciale di raccontare la teoria delle stringhe e i like su Facebook. L’evoluzione è iniziare a considerare il tutto, basta parlare del Pigneto o di storie post-adolescenziali in cui chiunque si può riconoscere. Lo so, “la notte è finita e la droga è scesa” è la frase che vi farà soffrire di più (Il posto più freddo, la più amara di tutte) e Una cosa stupida vi farà pensare a cosa volete fare dopo l’università, sul serio stavolta, perché i trent’anni si avvicinano. Potete odiare Baby Soldato (o accusarmi di non capirla, però quel ritornello fastidioso è un NO), affezionarvi a Questo nostro grande amore che fa parte della colonna sonora di Sempre meglio che lavorare, il film dei The Pills e riprodurre innumerevoli volte l’orecchiabilissima Non finirà.
[embedvideo id=”Ar7F4A9JuKs” website=”youtube”]
Protobodhisattva strizza l’occhio al buddhismo e ci ricorda che siamo solo animali un po’ storditi e Aurora si chiude con il rumore di un modem che ai nati nel 2000 suonerà come un verso di T-Rex, che tenerezza.
Calabi-Yau è interrotta dal suono delle onde per necessità? Forse sì, è un suggerimento, abbandonare internet e andare al mare sembra anche a me l’unica soluzione, il palliativo (anzi no, cercate pure la proiezione 3D di una sezione di una varietà di Calabi-Yau, visivamente molto appagante). Restano Ultimo mondo, Finirà e Sparire, che chiude l’album con un’espressione della lingua corrente che per poco non diventava il titolo dell’album: “Mondo cane”.
Aurora è la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità, scusate se è meno ballabile.
Quindi basta cercare, la notte, su Google, il nuovo album de I Cani. Da oggi lo trovate in vinile, cd e download digitale. Di tutto il resto, se volete, potete andare a lamentarvi direttamente con Niccolò: a Livorno il 20 febbraio c’è la data zero del tour, per poi continuare il 21 Febbraio a Milano e il 23 Febbraio a Roma (biglietti in vendita a questo link > http://bit.ly/1SfQXbx).
