Non c’è serie tv che si rispetti, senza una degna colonna sonora!
Abbiamo provato a individuare le migliori serie da non perdere non solo per le loro storie, originali e irresistibili, ma a cui prestare particolare attenzione per le ricercatissime soundtrack, vere porte su “Narnia” che aprono infiniti mondi musicali.
The end of the f***ing world
James e Alyssa (interpretati da Alex Lawther e Jessica Barden), scappano dalle loro famiglie borderline per provare il brivido dell’indipendenza infrangendo schemi, regole e codici penali.
Un teen drama che affascina tutti perché è un Moonrise Kingdom intriso di humor nero e scene splatter, ma anche perché in ogni scena la musica è sempre quella giusta.
Tra i brani più significativi della memorabile soundtrack di The End of the F***ing World: Funnel of Love di Wanda Jackson, Lonesome town di Ricky Nelson, Why can’t I touch it dei Buzzcocks, Wigwam di Bob Dylan, I’m a dreamer di Josephine Foster.
Big Little Lies
Meryl Streep, Nicole Kidman, Laura Dern e Reese Witherspoon sono solo alcune delle star di questo piccolo capolavoro firmato HBO che mette in scena, con una regia impeccabile, i travagliati trascorsi di un gruppo di donne fra la perdita di mariti, figli e ricchezze.
Come in tanti altri casi, però, l’intero impianto della serie non avrebbe avuto una tale, intensa solidità senza l’apporto musicale di tanti grandi successi. Tra gli artisti più amati abbiamo ascoltato Bad reputation di Joan Jett, It’s my house di Diana Ross, Just like Heaven dei Cure, Mistery of love di Sufjan Stevens e la splendida Cold Little Heart di Michael Kiwanuka.
Sex Education
Se non l’hai già divorata, di sicuro lo farai presto, molto presto.
Otis (Asa Butterfield), un teenager vergine, che vive con sua madre (Gillian Anderson), che in questo caso è una terapista sessuale, decide di avviare una clinica sanitaria con uno dei suoi eccentrici compagni di classe del liceo.
La colonna sonora di Sex Education presenta un degno mixtape di successi degli anni ’80 e ’90 di band come The Psychedelic Furs, A-ha, The Cure e Violent Femmes. Non contenti di radicarsi saldamente in una soundtrack composta interamente da ritorno al passato, i creatori della serie hanno lavorato con il cantautore Ezra Furman che ha composto dei brani originali davvero fantastici.
Su spotify è presente un’unica playlist che comprende le prime due stagioni, da non perdere alcune chicche come la cover di Life ri – arrangiata dal danese Sorenious Bonk e poi da riascoltare come se non fosse mai abbastanza Dancing With Myself di Billy Idol, Rebel Girl delle Bikini Kill, Everywhere dei Fleetwood Mac, Sexy Boy degli Air, Pale Blue Eyes dei Velvet Underground e tanto, tanto, tanto altro.
Stranger Things
Stranger Things ha inaugurato il cosiddetto “eighties revival”, una tendenza che ha occupato gran parte del cinema di genere e la cultura popolare nella sua globalità. Gli anni Ottanta, dunque, tornano a farsi prepotenti protagonisti della scena grazie a una selezione di brani “fluo” che diventano sempre più sfacciati e appariscenti.
Le hit Material Girl e Cold as Ice, sono solo la punta dell’iceberg di una vastissima selezione di brani musicali da sing along: Atmosphere dei Joy Division, Up and Go delle Go-Go’s ma anche (e soprattutto) Never Ending Story di Limahl, intonata da due piccoli personaggi della serie in uno degli episodi più amati dell’ultima stagione.
Euphoria
Euphoria si è contraddistinta sin da subito per i temi trattati e per essere un teen drama indirizzato però a un pubblico di soli adulti. Il produttore esecutivo della serie è Drake e la sua presenza ha inevitabilmente inciso una certa sensibilità musicale: per la scelta dei brani e degli artisti ha potuto contare sul suo DJ di fiducia, Future the Prince. I due hanno portato nella serie una maturata esperienza musicale che ha plasmato una colonna sonora eterogenea e fortemente comunicativa: le varie canzoni, infatti, sono di diversa natura, ma si intersecano perfettamente per raccontare le difficili “passioni” dei protagonisti.
A un classico degli anni Ottanta come Rhythm of the Night, brano dei DeBarge che ha segnato la storia della musica funk, viene affiancato ad un pezzo decisamente più moderno come Mi Gente di J Balvin e Willy William. Tra i vari artisti troviamo anche Lizzo, con un brano decisamente trap, Tempo, in cui duetta con Missy Elliott. Tra gli altri artisti figurano Pigeon Hole, Bali Baby, Fiona Apple, Solange, Asian Doll e lo stesso Drake.
I’m not ok with this
La nuova serie di Netflix ha davvero molto da offrire. Dalla sua stella (Sophia Lillis) ai suoi creatori (il team dietro le sopracitate The End of the F *** ing World e Stranger Things), lo spettacolo vanta la ricetta giusta per il successo. Inutile stupirsi quindi della sua eccezionale colonna sonora. Sette brevi episodi in cui è racchiusa tanta e buona musica. Tra rock, synth e jam classiche. C’è anche un’intera produzione di brani originali composti dell’acclamato chitarrista Graham Coxon (esatto proprio lui!)
Tra i pezzi imperdibili I’m Not Like Everybody Else dei Kinks, Every Time You Go Away di Paul Young, Jessie’s Girl di Rick Springfield, Don’t Tell Him I Want Him To Know di Suzy Dickerson e la bellissima Here Comes Your Man dei Pixies.
The Handmaid’s tale
La brutalità fine a sé stessa alternata a momenti più evocativi, talvolta astratti, capaci di spezzare lo scorrere della narrazione. La super premiata serie tv tratta dai romanzi di Margaret Atwood racconta un futuro dispotico in cui le donne sono ridotte a puri animali per la riproduzione. Un brutale racconto fatto di vessazioni, soprusi e spietata crudeltà.
Emozioni forti amplificate da una colonna sonora di qualità, che ci ha permesso di riascoltare magnifici brani come Sunday Bloody Sunday degli U2, Nothing’s gonna Hurt you baby dei Cigarettes after sex, Feeling good di Nina Simone (grande protagonista della soundtrack), Make America Great Aagain delle Pussy Riot, 50 ft Queenie di PJ Harvey.

