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Interviste

Intervista ad ANGELICA: il suo “Sos” un grido liberatorio ed un elegante vaff…

Una sequenza di 3 lettere compone il suo personale messaggio per arrivare più forte che mai: “Sos” è il secondo singolo di Angelica che chiude il cerchio di un’estate méditerranée all’insegna dei live e anticipa il terzo album dell’artista.

Siamo sinceri, Angelica ci piace tanto.

Nella vita di tutti i giorni non ha l’aria imperiosa che ha sul palco. La sua fragilità, elegante e dannata, si trasforma in insolita grinta ed emerge forte nei suoi testi, memorie di sentimenti contemporanei e malessere di una generazione alla ricerca di empatia, una sensibilità che appartiene probabilmente solo a chi ha vissuto il divario analogico/digitale, proprio come lei, classe 1989.

L’artista è nel bel mezzo di un’estate molto intensa. “Sos” – secondo singolo che anticipa il terzo album – è stato scritto a quattro mani con Calcutta e prodotto da Golden years, un trio che fa molto appeal nel panorama musicale contemporaneo.

La canzone è un grido liberatorio che parla di insicurezze e voglia di leggerezza. Il groove è sicuramente più pop rispetto ai lavori precedenti e ha quel ritmo che ricorda l’italodisco degli anni ottanta…

Sia in “Sos” che nel precedente brano, “Milano Mediterranee” il sound è più audace e strizza l’occhio all’italodisco, si tratta di “eccezioni” o hai deciso di sperimentare una nuova evoluzione?

Non mi piace fare un disco uguale all’altro, in generale nella vita ho sempre voglia di cambiare, sperimentare, provare, uscendo dai confini della comodità ma restando comunque all’interno di una mia macro comfort zone che poi non è altro che la mia natura.
Questo disco sarà più pop, più sfacciato della musica che ho fatto finora, forse ho perso un po’ di pudore e di rigidità, infatti mi sto divertendo molto più che in passato.

Quale “sos” lanceresti nella società di oggi?

Quale non lancerei più che altro…
Alterno momenti di ottimismo a momenti di enorme sconforto, di base forse un ‘SOS EMPATIA’ per convivere meglio tra esseri umani e non solo, pure tra natura ed esseri umani.

“Sos” è un brano che l’accento sulle tue insicurezze di donna, da dove nascono?

Dalla mia infanzia e dalla mia adolescenza che non sono state facili, anzi, sono state una costellazione di imprevisti e di eventi più grandi di me che mi hanno stravolta più di una volta, più di una vita, rendendomi fragile, insicura, non a mio agio con il mio corpo e con la mia situazione che era sempre fuori luogo rispetto ai contesti dove mi trovavo.
Solo adesso inizio ad essere più sicura di me e più conscia di quello che é giusto o sbagliato per me, di quello che conta e di quello che non merita attenzione ed energie.

“Sos” è scritto a 4 mani con Calcutta, il video di “Milano Mediterranee” è stato girato da Dente, quali altre sorprese ci aspettano nel nuovo disco?

Diverse! Molte cose di questo disco che verrà sono nate un po’ per caso, un po’ per magia, un po’ nel dormiveglia ma soprattutto con il tempo, che è necessario per creare e che mi prendo sempre con molta calma nonostante i tempi in cui viviamo richiedano performance temporali velocissime.

A proposito di collaborazioni, al Miami ti abbiamo vista duettare con Miles Keane – e non per la prima volta – su “Amarsi un po’”, sappiamo che tra voi c’è un’amicizia che va avanti da anni, la sua passione per Battisti è “colpa” tua?

La sua passione per Battisti è “colpa” di Battisti-Mogol che hanno scritto pagine incredibili di musica, io sono stata solo il mezzo che ha fatto arrivare alle sue orecchie la voce di Lucio. All’estero ho notato molta apertura nei confronti della musica italiana, quella che bada al sound, con personalità, senza scimiottare qualcos’altro e senza rincorrere mode già vecchie.

Sei una cantautrice che ha dimostrato di saper farsi apprezzare da diversi colleghi, è difficile farsi rispettare come artista donna nel mondo della musica?

Certo, è difficile farsi rispettare come donna nel mondo, figuriamoci in quello della musica dove siamo poche e dove si usano anche la faccia e il corpo per esprimersi, oltre alle capacità musicali.
I colleghi maschi che posso reputare miei amici sono tutti ragazzi intelligenti e rispettosi ed empatici per fortuna, parliamo la stessa lingua, viviamo emozioni che ci accomunano, ci rispettiamo molto a vicenda.
In generale invece c’è ancora troppo spesso un pregiudizio nei confronti di noi donne, di quello che sappiamo fare, di quello che raccontiamo nei nostri testi, di come ci poniamo e dei ruoli che possiamo ricoprire oppure no.
Mi rendo conto che la nostra libertà spesso viene vissuta con fastidio, la società cerca di renderci innocue ma nessuno vuole fare la guerra, anzi, qui si lotta solo per avere un po’ di pace. Paradossale no?

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Cinefila e musicofila compulsiva. Quando qualcosa mi interessa non riesco a tacere.

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