“Il rebetiko è un lamento che si canta in coro ma si balla da soli”: è una musica che non puoi ascoltare (né cantare) sempre, ma quando lo fai tutto il sentimento di rancore e rabbia e marcio che hai covato dentro, sembra fuoriuscire dalle parole gridate a gran voce, con lo stesso moto dei rebetes delle origini: vagabondi e ribelli che cantavano, nella prima metà del ‘900 la malattia, la crisi, la delinquenza, l’odio per la politica e le false promesse, la gioia dell’accontentarsi di poco e delle piccole cose, pur vivendo nella miseria.
Di questo parla il film documentario Indebito di Andrea Segre, con protagonista e sceneggiatore Vinicio Capossela, presentato ieri in circa 70 sale cinematografiche italiane e che in un solo giorno ha raccolto circa 12mila presenze, facendo registrare un incasso di oltre 85mila euro e la miglior media copia della giornata, con oltre 150 spettatori per sala. Il racconto poi si allarga in un nostos notturno, attraverso le memorie di giovani e meno giovani greci, che ricostruiscono a più voci e a più mani sonanti le fasi della storia di una cultura che va oltre la melodia in sé, per diventare la storia della crisi (e della rinascita) grazie alle tradizioni del popolo ellenico.
Vinicio Capossela non è nuovo al tema: del 2012 il suo album Rebetiko Gymnastas e di quest’anno la pubblicazione di Tefteri, il libro dei conti in sospeso (edito dal Saggiatore) in cui si era prestato a “cantare” e narrare come un rebetes. In questo film è autore e personaggio insieme, e ripercorre da viandante (a tratti un po’ zoppo, come Odisseo, il prototipo dell’eroe peregrino, e un po’ cieco, come gli antichi aedi) strade, case e taverne di Atene e Salonicco, parlando, bevendo e suonando le corde del baglamas insieme ai cantautori rebetici di oggi, ricostruendo con loro la tradizione dei rebetes di ieri.
In uno dei passaggi chiave del viaggio compiuto con Segre, Capossela dice: “Se l’uomo capisse che si vive soltanto una volta e mai più, se la gente si rendesse conto di questo, probabilmente non sarebbe disposta a passare la vita come la passa. Allora questa musica è rivoltosa perché accende in noi la consapevolezza che ogni attimo è eterno perché è l’ultimo ed è quello che ci invidiano gli dei”. Il rebetiko diventa quindi un canto di disperazione, ma anche di liberazione, un po’ come è il fado della cultura portoghese.
Racconta Capossela nell’incontro prima della proiezione al cinema Anteo: “Da molto tempo ho a cuore questa musica, oltre che per la sua bellezza e la sua forza, per la carica eversiva interiore che accende. Mantiene vive le parti anti convenzionali: la fierezza e l’avversione al compromesso. Il debito economico forse parla dei conti delle banche centrali, ma la musica parla dei conti delle persone, e questa musica soprattutto”. A cui si aggiunge Segre: “La crisi di oggi, prima che economica, è di identità: le culture europee sono state svendute all’omologazione del consumo e alla corsa al soldo. Ci hanno fatto credere che con il denaro si possa accedere alla felicità, al prezzo però di una fuga da se stessi. Ma vivere oggi la povertà senza sé è una vertigine insostenibile”. Sulle note del rebetiko quindi il film traccia il ritratto di un Paese in crisi, che da essa non sa uscirne ma che con essa convive, traendone un vantaggio esperienziale, proprio sull’esempio del rebetes.
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“I musicisti di questa musica – sostiene Segre- sono portatori dell’identità moderna della Grecia, trasportando con sé il dolore dell’esilio e le ribellioni alle violenze della storia. E’ una musica contro il potere, non autorizzata, indebitata. I rebetes sono portatori di questa identità, di cui celebrano un funerale pieno di sconfitta, disperata ribellione e silenziosa speranza. I loro concerti e le loro parole riempiono le taverne notturne di Atene e Salonicco, sfiorano le scritte sui muri, ascoltano il mare dei porti e incontrano il cammino di Vinicio Capossela, musicista e viandante che intreccia le sue note con i pensieri nel suo diario di viaggio, il tefteri. Così la Grecia diventa l’Europa, la sua crisi la nostra e il rebetiko il canto vivo di un’indebita e disperata speranza”.
Dopo il successo al Festival di Locarno e la proiezione una tantum del 3 dicembre che ha riscosso un “indebito” successo (raccogliendo circa 12mila presenze e facendo registrare la miglior media copia della giornata, con oltre 150 spettatori per sala), il film che continuerà ad essere distribuito da Nexo Digital nelle sale che ne faranno richiesta, grazie anche al debutto di lunedì 9 del sito www.indebitoilfilm.it. Un’altra bella risposta al cinema documentario italiano, che sta finalmente cominciando a rivivere una stagione positiva, dopo anche i recenti successi di Sacro Gra e TIR.
Ecco l’elenco delle sale che (ad oggi) proietteranno il film nei prossimi giorni
BOLOGNA – LUMIERE 6 DICEMBRE (con la presenza di Vinicio Capossela)
PERUGIA – ZENITH 9-10-11-12 DICEMBRE
VENEZIA – ROSSINI 12-13 DICEMBRE
MESTRE – DANTE 12-13 DICEMBRE
ROMA – MADISON 4-5-6-7-8-9-10-11 DICEMBRE