Connect with us

Ciao, cosa stai cercando?

Reportage Live

SEPULTURA alla festa di Radio Onda D’Urto: Le radici sanguinanti di un metal moderno.

Sepultura in concerto alla Festa di Radio Onda d'Urto a Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Foto di Andrea Ripamonti | Articolo di Giulio Taminelli

La trentunesima edizione del festival di Radio Onda d’Urto regala la sua serata più estrema, con i Sepultura a calcare il palco del gatto nero preceduti da Sadist, Electrocution e Speedgöat.
I concerti iniziano alle 19.30 per cui kebab, birretta volante ed è subito musica.

Speedgöat

I primi a salire sul palco sono gli Speedgöat, trio di recentissima formazione ma che annovera componenti più che scafati nella tradizione metal dello stivale, ovvero Nicco Papini e Feddo Guarenti provenienti dagli Hell Spet ed Helgast Cavagnini alla batteria che bazzica nel lato oscuro del metallo dagli anni ‘90.
L’inizio concerto, spartano e senza fronzoli, sfrutta il singolo Kerosene per introdurre al meglio il gruppo. Sonorità heavy che non disdegnano una certa anima punk fanno da biglietto da visita agli Speedgöat meglio di ogni presentazione “a voce”.
A guidare il gruppo dal punto di vista sonoro è sicuramente Helgast, grazie ad un’ottima gestione di batteria tra ritmi classici e moderni (questi ultimi veramente notevoli, un martello pneumatico), oltre che ad una più che discreta prestazione come seconda voce.
A “riempire” questa ritmica feroce, Nicco Papini alla voce e al basso. Avete presente quando vi dicono che il basso non si sente in una canzone? Ecco, non è questo il caso. Si sente eccome, e spacca parecchio! A completare la formazione Feddo BigWolf Guarienti alla chitarra, in grado di destreggiarsi tra riff ritmati e soli di buon livello.

Speedgoat in concerto alla Festa di Radio Onda d’Urto a Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Con il proseguire dell’esibizione, l’idea generale è quella di un gruppo metal moderno in grado di prendere il meglio da Judas Priest e Motorhead.
Un’esibizione nel complesso notevole in grado anche di regalare una cover di spessore come Three Shades Of Black di Hank Williams III.
Unica pecca forse la poca attenzione per il pubblico, ma nove canzoni in quaranta minuti non si suonano perdendosi troppo in chiacchiere.

Beh, poco da dire se non che li consiglio caldamente. Se questo è il primo anno di attività del gruppo, non vedo l’ora di vedere i prossimi.

Electrocution

Quasi per contrappasso dantesco, dopo una band dai recentissimi natali ne arriva una che affonda le sue radici in pieno 1990.
Gli Electrocution sono una colonna del metal nostrano e, in una continua ricerca stilistica, arrivano ai ’20 del duemila con rinnovato vigore.
Anche in questo caso è la ritmica a sorreggere il peso dell’esibizione. Il duo Vellacifer/Grazzini, rispettivamente alla batteria e al basso, creano l’inferno su cui i due chitarristi Grotti e Terzi, oltre che Mick Montaguti alla voce, possono costruire la propria musica.
Il gruppo mette in mostra le proprie capacità di adattamento sopperendo stupendamente e senza interruzioni ad un problema legato ad una delle due chitarre tra il primo e il secondo pezzo.
L’esperienza si vede anche a livello di tenuta di palco e, soprattutto, nella gestione del rapporto con il pubblico. Proprio con loro infatti partirà il primo pogo duraturo della serata.

Electrocution in concerto alla Festa di Radio Onda d’Urto a Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it


Per gusto personale, vorrei porre l’attenzione su Vellacifer, batterista di tecnica sorprendente in grado di dare una marcia in più all’intero combo. Veloce, tecnico e asciutto. Insomma, una macchina tritacarne.
Nel complesso, una buona esibizione che ha dato spazio al nuovo materiale senza però scordare le origini della band, cosa che sembra scontata ma non lo è, soprattutto quando passano parecchi anni e le sonorità tendono naturalmente ad evolversi. A voler cercare un punto su cui migliorare, cercherei una costruzione della scaletta in grado di creare dei “momenti” all’interno dell’esibizione, ma anche qui stiamo parlando di uno show dai tempi ristretti, per cui posso ritenermi più che soddisfatto.

Sadist

Quella del 2023 è decisamente una grande estate per i Sadist che, nel giro di due mesi, sono riusciti ad aprire concerti a Pantera, Dark Tranquillity e ora Sepultura, confermandosi meritatamente come una delle band trainanti del metal estremo italiano.
L’ingresso sul palco con luce rossa e fumo fa capire che siamo arrivati al momento in cui sul palco cominciano “quelli grossi”.
L’esibizione dei Sadist si dimostra fin da subito all’altezza delle aspettative (come sempre, del resto). Ottima tecnica, continui cambi di stile, una ritmica che prende fin nelle ossa. Unica pecca: dov’è Talamanca? Sul palco non è salito, sostituito da un ottimo Riccardo Babbolin che però non suona le tastiere.

Sadist in concerto alla Festa di Radio Onda d’Urto a Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Mancava già al Metal for Emergency al Filagosto (in apertura ai Dark Tranquillity) ma ora siamo a due concerti senza una spiegazione. Per carità, lungi da me l’idea di volermi fare gli affari personali di qualcuno, però fa strano non vedere sul palco una delle colonne portanti di una band senza avere anche solo una spiegazione di facciata. 
In ogni caso, fin da subito è chiaro come il dialogo con il pubblico (al di fuori della questione Talamanca non spiegata) sará colonna portante dell’intera esibizione, con discorsi, battute e, in generale, un buon utilizzo dei tempi morti da parte del cantante Trevor, forse alle volte fin troppo prolisso anche per i miei standard, ma mi sta bene perchè questa caratteristica è parte del personaggio.
Il concerto, comunque di ottima fattura, in generale non avrà particolari picchi. Il ritmo d’esecuzione si manterrà infatti costante per l’intera esibizione. Come con il precedente gruppo, ma senza la scusante del poco tempo a disposizione, mi piacerebbe sentire un concerto con delle progressioni di pezzi meglio strutturate e sono certo che i Sadist anche da questo punto di vista possano fare di più.
Per il resto non ho molto altro da scrivere, poiché la mancanza di Talamanca, sostituito più che discretamente da Riccardo Babbolin e, purtroppo, da delle basi per quanto riguarda le parti di tastiera, ha reso lo show (comunque di livello più che discreto, ci tengo a ribadirlo) un po’ piatto.

Sepultura

Sepultura in concerto alla Festa di Radio Onda d’Urto a Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Luci rosse, quintali di fumo e il pubblico che applaude.
Eloy Casagrande entra in scena e incita la folla.
Sale il resto della formazione sulle note introduttive di Isolation. È ufficiale: i Sepultura sono sul palco.
Territory, secondo pezzo della serata, sottolinea inequivocabilmente il profondo legame con il passato che “segna” questa band. Giusto per intenderci, circa il 60% dei pezzi suonati in questo show saranno presi dal periodo ’91-’96, ovvero quello di Arise, Chaos A.D. e Roots.
A livello musicale, in ogni caso, non si può dire che questo combo non ci metta impegno. Bilanciati, attenti ai dettagli e, soprattutto, aggressivi. Esattamente ciò che ci si aspetta a questi livelli. Derrick Green in particolare dimostra, oltre ad una voce spaventosamente piena che nei momenti di parlato ricorda James Earl Jones, una spiccata capacità di sfruttare il palco, dovuta in parte alla stazza non indifferente ma soprattutto al carisma dimostrato in ogni frangente dell’esibizione.

Sepultura in concerto alla Festa di Radio Onda d’Urto a Brescia foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it


Il lato ritmico risulta distruttivo dal vivo quanto in cuffia e Kairos ne è l’esempio concreto. Chitarra, basso e batteria che lavorano insieme al solo scopo di far muovere le teste anche ai più reticenti tra il pubblico.
Appunto con Kairos a mio avviso va aperta una parentesi, poiché va detto che anche i “nuovi” Sepultura hanno parecchio da dire. Pezzi come questo o, meglio ancora, Guardian of Earth, danno veramente la sensazione che il gruppo stia ritrovando finalmente una sua quadra, al punto che forse (idea personale) i Sepultura dovrebbero cominciare una manovra di rebranding e, con calma, abbandonare un passato tanto grande quanto scomodo.
Parlando del pubblico, non posso che constatare la totale attenzione e partecipazione dei presenti, dovuto anche ad una scaletta davvero ben congegnata che propone una buona dose di cattiveria nella fase iniziale, lasciando spazio poi a pezzi comunque spinti ma meno “spacca orecchie” nella parte centrale e concludendo con un crescendo di ritmicità e violenza che troverà il suo apice nei tre pezzi finali Arise, Ratamahatta e Roots Bloody Roots.

Clicca qui per vedere le foto del concerto dei Sepultura alla festa di Radio Onda d’Urto o sfoglia la gallery qua sotto

Speedgoat


Le scalette del concerto alla Festa di Radio Onda d’Urto

Sepultura

Isolation
Territory
Means to an End
Capital Enslavement
Kairos
Propaganda
Guardians of Earth
Cut-Throat
Dead Embryonic Cells
Ali
Machine Messiah
Infected Voice
Agony of Defeat
Refuse/Resist
Arise

Encore:
Ratamahatta
Roots Bloody Roots

Electrocution

Premature Burial
They Died without crosses
Growing into the Flesh
Body’s Decay
Ghost of Past
Under the Wings only remains
Back to the Leprosy Death
Behind the Truth
Bells of the End

Encore:

Anthropocentric

Speedgöat

Kerosene
Demons Ride
Steel Warriors Riding Hellbound
Speedgöat 666
Reckoning Code
Nightrider
Just For You
Party Hard In Hell
Three Shades Of Black (di Hank Williams III)

Written By

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

NXT Station


Bergamo NXT Station

Social Network

instagram logo
facebook logo
twitter logo
flickr logo
youtube logo

Instagram

Lauren Spencer Smith
24 Set 23
Milano
Paul Weller
24 Set 23
Jesolo
Blanks
25 Set 23
Milano
Powfu
26 Set 23
Milano
Levante
27 Set 23
Verona

Scopri anche...

Concerti

Festa Radio Onda d’Urto quest’anno sarà ancora più infiammata, credeteci. Hellfire Booking Agency annuncia i Sepultura! Da origini umilissime a gruppo metal più devastante...

Dischi

Pur essendo probabilmente la più grande esportazione musicale del Brasile, quando le leggende del metal estremo SEPULTURA persero il loro frontman e membro fondatore Max Cavalera nel 1996,...

Reportage Live

Foto di Andrea Ripamonti Sarà un’estate di concerti per Lo Stato Sociale: dopo il successo del brano sanremese Combat Pop e dopo l’uscita del...

Musica

In previsione del lancio internazionale della travolgente serie DC del 2020, Batman: Death Metal, oggi l’editore ha annunciato la collaborazione con sette delle più celebri band...