Articolo di Luca Doldi (Milano @ Magazzini Generali – organizzato da ELITA)
Foto di Denis Ulliana (Roncade, Treviso @ New Age Club)
Ho scoperto i Lamb con What Sound, come molti, nel 2001 e la voce di Lou Rhodes mi si è depositata nell’anima fin da subito, rimanendoci fino ad oggi. Da sempre rimane latente per lunghi periodi e poi si manifesta provocandomi il bisogno di risentirla, in questo modo i Lamb sono entrati e usciti dalla mia vita molte volte, rimanendo sempre lì in un angolo pronti per farsi avanti.
Non li avevo mai visti dal vivo, ero allo Sziget nel 2012 nel giorno in cui suonavano i Killers, Nutini, Mando Diao e Lamb. Non una giornata memorabile, lo so, ma ero a Budapest per pochi giorni e quello era il giorno dove c’erano più band e artisti che non avevo mai visto, ed ero molto curioso di capire se i Killers fossero una band vera o un film (sono una band vera e dal vivo merita tantissimo, al di là dei gusti personali). Alla fine per i Lamb non ho controllato l’orario definitivo del loro concerto e me li sono clamorosamente persi arrivando solo per l’ultimo pezzo.
Per questo motivo non avevo la minima idea di cosa aspettarmi da questo concerto. La prima cosa che mi ha stupito è stato trovare i Magazzini Generali pieni. Se ci pensate, per una band che ha avuto il suo picco di popolarità ormai 13 anni fa, è sparita per nove anni e poi è tornata senza clamore con due dischi, non è proprio banale riempire un locale come i Magazzini.
La seconda cosa è stata la partecipazione del pubblico, non credo di aver mai visto un concerto con così tanti applausi, e di questo oltre alla voce di Lou Rhodes bisogna dare il merito anche a Andy Barlow.
La differenza fra la figura materna di Lou e l’esuberanza bambinesca di Andy fa quasi tenerezza, una contrapposizione così forte che fa capire al primo sguardo la forza di questo duo e la grande capacità di mischiare le proprie diverse personalità per creare un grande progetto che dura da quasi vent’anni.
Andy è un vulcano, continua a incitare il pubblico, urlare, non si può guardare il concerto senza sentirsi chiamati in causa, senza partecipare. L’insieme fra l’emozione che suscita la voce di Lou e l’azione da capocurva di Andy crea un clima unico ed è forse il motivo principale perché i Magazzini sono così pieni. Non gli si può non voler bene, e la prima cosa che pensi a metà concerto è “se ricapita torno sicuramente a vederli”. Gli applausi a scena aperta non si contano, quelli alla fine di ogni pezzo superano agili il minuto di durata, il calore del pubblico è palpabile e trascina visibilmente anche la band.
L’articolo continua dopo la fotogallery
Non dimentichiamoci di Jon Thorne, bassista che ormai accompagna il duo da parecchio tempo, il quale con una gamba rotta non si risparmia per nulla, suonando per tutto il concerto in piedi, ma non solo. Balla, si agita, incita il pubblico, la felicità e la passione che mette nel suonare è incredibile e anche lui alimenta il pubblico come un camino durante l’inverno in Alaska.
L’esperienza della band si vede nel modo in cui gestisce la scaletta, un equilibrio perfetto fra i pezzi più carichi e quelli più emozionanti, si nota soprattutto nella maestria con il quale piazzano Gabriel all’improvviso subito dopo la prima metà del concerto. Non è facile gestire un pezzo così significativo e conosciuto della propria carriera all’interno di un live. I Marlene Kuntz ne sanno qualcosa con Sonica. I Lamb scelgono il momento perfetto, non se lo bruciano troppo presto ma non arrivano neanche al momento in cui il pubblico si sente autorizzato a richiederla urlando a caso.
I pezzi del nuovo disco poi si amalgamano benissimo con quelli più vecchi, complice il fatto che il pubblico li conosce già, e Lou lo fa notare manifestando la sua felicità, il concerto scorre via senza i tipici alti e bassi.
Non si può non parlare della voce di Lou Rhodes e della sua bellezza. Con il vestito bianco dalla profonda scollatura e i capelli raccolti all’interno in una corona, quando sale sul palco illumina tutta la sala (per gli amanti del genere, assomiglia a Lady Isabel dei Cavalieri dello Zodiaco). La sua voce è un brivido ad ogni nota, quando parte dalle note basse in particolare fa rizzare i peli. I suoi sorrisi, i suoi movimenti lenti e sensuali. Se sentendola su disco ci si può innamorare della sua voce, dal vivo ci si innamora di lei, davvero però, non per modo di dire. La serata si chiude con l’imprescindibile Gorecki, preceduta da What Sound, sulla quale la voce della Rhodes fa letteralmente commuovere, e infine Trans Fatty Acid sulla quale Andy da sfogo a tutta la sua esuberanza.
Se questa è la passione che hanno dopo quasi vent’anni di carriera, possono andare avanti tranquillamente altri venti, perché riescono a trasmetterla al loro pubblico in modo diretto e scommetto che la maggioranza di quelli che erano mercoledì ai Magazzini, non si lasceranno scappare il prossimo passaggio dei Lamb in Italia.
LAMB – scaletta Milano – 19 Novembre 2014
In Binary
We Fall in Love
Butterfly Effect
Little Things
As Satellites Go By
Backspace Unwind
What Makes Us Human
Doves & Ravens
Strong The Root
Gabriel
Nobody Else
B-Line
Seven Sails
– – – – – – – – – –
What Sound
Gorecki
Trans Fatty Acid