di Smoking Area
Altra metà dei Fratelli Quintale (eviterò di dire “la metà meno famosa” e di parlare approfonditamente di Frah Quintale, ormai nei loop musicali degli ascolti di tutta Italia), parte imprenscindibile dell’identità della Brescia pop, quella con le scarpe firmate e marchi in vista, quella che riempie all’inverosimile Latteria Molloy, ma allo stesso tempo Merio può vantare un’anima provinciale invadente che rende questo suo debut album solista, autentico, divertente, devastante. C’è chi parla del lato oscuro di Frah Quintale, chi ci rivede Rkomi o Ernia, ma la verità è che Merio ha un’identità precisa, un nuovo romantico nel senso Novecentesco del termine: bello e dannato. Anche i brani più chiari e illuminati, sui quali si può facilmente ballare il sabato sera (prendiamo per esempio Settembre) nascondono in realtà un distintivo lato allucinato, disturbante.
Nuove ingresso in Costello’s Records e presentato in anteprima per Rolling Stone Italia, Pezzi Di Merio non nasce per un successo immediato (anche se comunque se ne già preso parecchio) ma va assimilato e digerito, amato, e vissuto. Ogni brano è una storia, un episodio di una Brescia sotterranea che, se siete pronti, è davvero ora di andare a visitare.
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