Dieci brani che incarnano, a loro modo, la trasfigurazione musicale della poetica del fanciullino di pascoliana memoria, che forse il buon Meija neanche conosce, vero, ma che in questo debutto trova indubbiamente una sua nuova dimensione.
Quella che il produttore losangelino definisce una “colonna sonora per vite confuse e disordinate” si dipana verosimilmente attingendo allo stupore e alla spensieratezza dei bambini, come chiave d’uscita dalle zone grigie della vita: perché per 33 minuti abbondanti Do Ya? elargisce stravaganti scarabocchi sonori ed eclettiche traiettorie melodiche intrise di indie pop rasserenante, in un tripudio di giocosità analogica (presidiata dai synth, da chitarre manipolate, registratori modificati, voci amorevolmente filtrate) e, appunto, di fanciullesca sperimentazione.
