Abbiamo fatto ascoltare “Nuove Stanze” di Lena A. a Filippo Pasqui, autore del romanzo “L’Ondra” e della raccolta di racconti “Racconti di Blablacar”.
Il disco è uscito per Uma Records e Sony Music. Ed ecco come è andata!
Italo Calvino su Il Barone Rampante parla di un giovane ragazzo di origine altolocata che un giorno si stanca della sua famiglia, della sua vita, del suo mondo e decide di passare il resto dei suoi giorni appeso agli alberi.
Molti pensano che sia una storia inventata, ma in realtà quello che ha scritto Calvino corrisponde al vero in quanto tutto ciò è stato vissuto e trascritto da una ragazza di nome Alessandra, soprannominata Lena A., divenuta fedele compagna di viaggio di Cosimo, quel Barone Rampante, per un lungo tratto del suo vagare. Calvino non ha fatto nient’altro che ricopiare di pari passo parte dei trascritti di Lena A. e abbellirli aggiungendo personaggi e contesti.
[ Granada ]
Conosciuto sugli alberi di Olivabassa, Lena A. era tra gli esiliati spagnoli costretti a vivere sugli alberi incontrati dal Barone. Calvino sul libro l’ha chiamata Ursula evidenziando quanto lei e Cosimo fossero sincronizzati e innamorati per il semplice fatto che entrambi vivevano sugli alberi.
Per motivi narrativi ha deciso di farla apparire per poche pagine, ma in realtà da quell’incontro loro due stettero insieme per molto tempo. Tutto quello che sappiamo su di loro è grazie anche a brevi poesie che lei scriveva per descrivere quello che lei provava.
[ Giugno ]


Una delle poesie più belle parla di quella spensieratezza che loro due hanno sviluppato in quel nomadismo di albero in albero. Non c’era giorno in cui i due si facessero forza, anche perché entrambi alla fine scelsero di stare lontano dalla loro famiglia per creare un mondo loro, una libertà diversa e più matura.
Più stavano insieme e più quel rapporto si solidificava: era come se ci fosse una terza persona tra i due, un qualcosa nato dal loro amore, una sorta di personificazione che spiritualmente gli faceva compagnia giorno e notte.
[ Pineta ]
Non riuscirono a quantificare quel tempo insieme, ma in quella solitudine reciproca era prevedibile che a un certo punto arrivassero anche i primi litigi, che non erano nient’altro che il risultato di scelte non condivise: percorsi sbagliati tra i rami degli alberi per scelta o di uno o dell’altra, la disubbidienza nel mangiare un cibo che non doveva essere mangiato, la ribellione nei confronti della conoscenza scaturita dall’esperienza singolare di entrambi.
I cosiddetti alti e bassi che ci sono in una coppia, solo che poi quegli alti e bassi viverli sopra a dei rami hanno un sapore tutto diverso, più intenso. L’infelicità in quel contesto può essere pericolosa, mina l’istinto di sopravvivenza.
[ Non Sono Roma ]


E infatti da quei litigi il rapporto non si riprese più.
Troppo fu la voglia del Barone di tornare a vagare in solitaria e troppo fu il dolore di lei dopo aver compreso quella consapevolezza. Lena A. se ne stava rendendo conto, descrivendo quella personificazione del loro rapporto non più come un qualcosa di vivo e di solare ma come una sorta di cadavere che entrambi si stavano trascinando e che stava divenendo un peso. Un peso troppo pesante da sopportare. E fu così che le loro strade si divisero.
[ Ecco La Tua Femmina – Adesso Cera ]
Lena A. ritornò dai suoi familiari che erano finalmente riusciti a tornare in Spagna senza più il peso dell’esilio e Cosimo fece la stessa cosa, anche se purtroppo venne a conoscenza della morte del povero padre.
Poco dopo l’accaduto, ebbe una nuova storia con una sua vecchia fiamma, Viola, ed è come se a quel punto Lena A. non fosse mai esistita. Lena A. lo venne a sapere anni dopo, con il cuore infranto, quando ormai lui non c’era più, mentre lei per tutto quel tempo non aveva fatto altro che aspettarlo osservando gli alberi.
[ Occhi verdi ]

