Usciva oggi, nel 1993 , l’ottavo album degli U2, Zooropa. Secondo il giudizio di molti, tantissimi purtroppo, dopo Achtung Baby gli U2 hanno smesso di fare album decenti. Ora con tutta onestà questa non solo è una barzelletta (che non fa nemmeno ridere) ma è da considerarsi davvero un paradosso. Perché diciamocelo francamente quelli che oggi dicono così sono gli stessi che esaltano la marea di trash immane che sentiamo alle radio. E non è una questione di gusti. Poi gli stessi che dicono che Zooropa è un album mediocre esaltano in maniera diciamo così del tutto imbarazzante i vari Jova Beach Party e gente di cui poco si capiscono i testi o che indossano nel 2022 pelle e tutine e solo per questo motivo vengono definiti rock e si esaltano davanti a Sanremo. Ok, sono cambiati i tempi, ok le generazioni cambiano, ok però la musica è musica, Bowie e i Beatles rimangono Bowie e i Beatles anche oggi.
Ed ecco che qualcosa qui non va perché o Bono&co vi hanno rubato le mogli e sono stati anche con i vostri mariti o davvero si è perso il lume della ragione. Dunque superando questo profondo imbarazzo lo possiamo dire tranquillamente: Zooropa è uno degli album migliori degli U2, addirittura forse meglio di Achthung Baby. Facciamo così, consideriamo Achtung Baby il figlio perfetto, bello, bravo, buono, tutto all’esterno però, che non ha mai dato pensieri ai genitori mentre invece Zooropa è il figlio discolo, dispettoso, che fa solo capricci , che va sculacciato di tanto in tanto , che cerca solo attenzioni dai genitori perché in realtà è un figlio carico di paure. Le paure. Quali paure? Le paure del tempo che stava arrivando, di un futuro che nasce sotto gli auspici di bombe e divisioni. Perchè se in Achtung Baby il Muro di Berlino era caduto, in Zooropa stavamo raccogliendo le macerie.
Intanto anche nel 1993 stavamo sotto le bombe, non noi eh. Ma bastava affacciarsi dal balcone del Mar Adriatico per seguire inermi un altro scempio della guerra. Quella che prima era la Jugoslavia cadeva a pezzi e in macerie in mezzo al rancore e l’odio di Milosevic e le bombe della Nato ( Italia compresa) . E non c’era ancora il mondo dei social per cui quello che vedevamo in tv, il sangue , i bambini uccisi, le donne stuprate , non ci sembravano normalità come avviene oggi. Perchè sì l’impazzimento dell’informazione grazie ai social fa sì che anche i bombardamenti diventino show e se sei ogni secondo riempito di immagini tutte diverse alla fine , per colpa della velocità con cui avviene la comunicazione, non riusciamo a fare un distinguo da una notizia all’altra. Tutto sembra uguale, tutto è uguale, tutto è uniformato. E qui sta la grandezza e la genialità di Zooropa: la previsione di un futuro TELE-COMANDATO , la previsione di un futuro da RINCOGLIONITI davanti all’informazione. Partiamo dalla copertina di Zooropa. Le stelline che rappresentavano la bandiera europea e nel centro una faccina umana che si trova dentro una scatola, che rappresenta la tv che a sua volta ha preso le forme del viso dell’uomo, un viso con le antenne…uomini sintonizzati. Ma sintonizzati dove? Dove decidono i potenti. E allora Numb, canzone perfetta anche oggi. The Edge ripete in maniera ossessiva e continuativa una serie di comandi, che venivano quasi sospirati e detti a tono basso “Non toccare, non parlare fuori tempo, non dire bugie, non chiedere, non rispondere , non cercare di dare un senso“. Nel video veniva legato ad una sedia, con tutti gli altri intorno e una seria di amici (da Naomi Campbell ) che gli sussurravano qualcosa, come a stordirlo. Poi nel fumo appariva Bono che strillante gli chiedeva di più e gli ripeteva che “il troppo non è abbastanza” . Ecco, perché già solo con Numb , Zooropa può essere qualificato come uno degli album migliori degli U2 , l’attualità di questa frase fa paura: IL TROPPO NON E’ ABBASTANZA, l’era del consumismo era già iniziata 30 anni fa ma in pochi se ne erano accorti. Gli U2 si. E lo porteranno anche in scena, questo consumismo, questo stra potere delle tv, dell’informazione, della venuta di internet , che ci avrebbe divorati, che ci avrebbe fatti diventare soldatini vestiti di pelle. Iniziava , nel frattempo ( per promuovere l’album) quello straordinario tour lo “ ZOO TV TOUR” che vedeva Bono su un palco, camminare a passo di soldato, con le immagini dei potenti della terra proiettate su schermi giganti, vestito tutto in pelle nera, con capello tirato e occhiali da moscone ( ah ecco per ricordarvi che la pelle non è una novità e in ogni caso Bono, che a quanto sex appeal può giocarsela anche oggi, non aveva bisogno di fessure o buchi vari per mostrare il suo corpo e per essere figo). Ma parleremo dopo dell’importanza dello Zoo Tv Tour.

Zooropa era un album di suoni nuovi, libero, Bono &Co potevano andare in pausa, campare ancora un pò con Achtung Baby e invece Zooropa è stato prendersi un rischio, il coraggio di osare. I suoni sporchi, che già un po’ si erano sentiti nell’album precedente qui sono ancora più evidenti. Zooropa, il singolo che dava il titolo all’album in questione , iniziava con una serie di suoni cupi, e con l’avanzare della tastiera che subentra alle voci di sottofondo della tv, che sono talmente fastidiose, che disturbano e che fanno sì che più aumenti il volume del suono più loro diventino presenti, fino a scomparire però sulle note della chitarra di The Edge, che stritola in qualche modo il rumore dell’informazione. Quanto si sentiva la mano e la mente di Brian Eno in questo album? Tantissimo, possiamo dire fortunatamente tantissimo, perché il suono era evidente, la modernità e il nuovo rappresentato allora e ancora oggi da Zooropa è molto merito del musicista e produttore inglese. E si sente per tutto l’album da brani come Lemon, un misto di pop elettronico che tendeva a strizzare anche l’occhio alla dance, il falsetto di Bono, il basso di Adam Clayton più cupo che mai.
Ecco, forse Zooropa non è stato simpatico a molti perché è stato ed era un album cupo, irriverente ma cupo, perché ti serviva su mega schermi assortiti non solo il presente ma anche il futuro. Andrebbero riscoperti brani come Daddy’s gonna pay for you crashed car , Some days are better than other e la struggente The firt Time . Tornando allo Zoo tv Tour …Don’t let them kill us (Non lasciate che ci uccidano) c’era scritto sullo striscione che Inela Nogic, Miss Sarajevo nel 1993, mostrava insieme alle altre partecipanti del concorso di bellezza, in piena guerra dei Balcani. Sarà poi Miss Sarajevo, canzone del 1995 nel progetto musicale “ The Passengers” formato da Bono Vox, The Edge e Brian Eno, con la partecipazione di Luciano Pavarotti, a rendere giustizia, a restituire la memoria, in un qualche modo a quello striscione e al documentario di Bill Carter, che Bono stesso finanzierà. E quel “ Non lasciateci soli” sarà un invito che U2 accoglieranno nei loro concerti. Lo Zoo Tv Tour, grandi schermi dietro le spalle della band, immagini di guerra, del passato del presente, i potenti della terra derisi dalla potenza della musica. Durante questo tour Bono offre la possibilità di collegarsi , con satelliti di fortuna, al popolo di Sarajevo con lui e con la città ospitante e di lanciare un messaggio, anche solo per dire “ Non so dov’è mia moglie. Mi manchi, ti amo. Io sono vivo” . Come avviene nel primo collegamento satellitare dal concerto di Bologna del 1993. E’ la musica a fare da tramite, come mezzo per portare un messaggio di pace, a qualunque costo. Gli U2 non possono andare a Sarajevo ma Bono con tutti i suoi mezzi riesce a cogliere quel messaggio di speranza, bellezza e drammaticità lanciato da quelle ragazze. Seguirà un documentario di Bill Carter e le scene di allora, dei corpi senza vita e di una città sventrata dalla guerra sono le stesse immagini che si vedono oggi. E il finale di quel documentario che ritrae un padre che tiene in braccio il suo bambino morto, di pochi mesi. Lo avvolge e lo stringe a sé. Così come è stato in Ucraina per Kirill, 18 mesi, morto nelle braccia del padre . Si vedono delle bambine per le strade di Sarajevo e una di loro intervistata dice “ Io credo in Dio, sono musulmana, ma ogni tanto vado anche in Chiesa, vado nella Moschea. Credo in un solo Dio, non tre o quattro. Credo in Dio “ . “God is God “ dirà sorridente , nonostante dietro di lei appaiano come sfondo le macerie. Il documentario di Bill Carter finisce con l’occhio ingrandito di una delle bambine proprio a voler significare che i bambini ci guardano e che il loro occhio sarà la loro memoria.
Zooropa è un album di memoria storica, che racconta un passaggio storico importantissimo, una striscia di tempo che gli U2 hanno rappresentato in maniera distorta in ogni senso, dove hanno raccontato meglio di chiunque altro la manipolazione della tv e l’informazione tutta, sulle persone. Ho tenuto per ultima Stay (So far, so close) capolavoro assoluto e quando si parla di capolavoro assoluto si parla di testi che abbiano davvero un senso . Talmente capolavoro che fu colonna sonora del film di Wim Wenders “Così lontano, così vicino” . Se vi dovesse capitare di andare a Berlino, considerato che un muro da vedere non c’è più, per fortuna, vedrete che la prima cosa che vi rimarrà impressa sarà la Colonna della Vittoria, certo per il Cielo sopra Berlino ma anche per questa canzone.
“Il tempo è fugace … Per gli ambigui, il tempo è ambiguo. Per l’eroe il tempo è eroico. Per la puttana il tempo è solo un altro giochetto. Se sei gentile, il tuo tempo è gentile. Se vai di fretta, il tempo vola via. Il tempo è un servo, se tu sei il suo padrone. Il tempo è il tuo dio, se tu sei il suo cane. Noi siamo i creatori del tempo, le vittime del tempo e gli assassini del tempo. Il tempo è senza tempo: sei tu l’orologio” ( Così lontano, così vicino): questo era ed è il senso di un album come Zooropa.
