Prima tappa italiana per il Those Whom The Gods Detest Tour, che ha visto esibirsi nella stessa sera band del calibro di Nile, Grave, Krisiun, Corpus Mortale e Ulcerate.
Arriviamo giusto in tempo per vedere all’opera i Grave che, con il loro old school death metal di puro stampo europeo, scaldano a dovere la folla. Il quartetto svedese, nonostante 20 anni di rispettabilissima carriera, non ha mai saputo fare il passo finale per uscire dall’underground ma stasera ha comunque dimostrato di essere una garanzia dal vivo e di saper intrattenere a dovere un pubblico comunque molto coinvolto.
Successivamente è il turno dei Krisiun, terzetto brasiliano che dal vivo riesce ad esprimere una notevole potenza e che stilisticamente ricorda molto band come i Morbid Angel. Per quanto riguarda la loro performance, vale lo stesso discorso dei Grave: su disco magari non hanno mai entusiasmato in maniera eccessiva, ma dal vivo Camargo e i fratelli Kolesne sanno dare il meglio, regalando ai presenti una mezzoretta di puro death metal tritaossa.

Nile
Arriviamo dunque agli headliner ed attesissimi Nile, band che con dischi come “Black Seeds of Vengeance” e “In Their Darkened Shrines” ha saputo scrivere la storia del death metal post-millennio. Magari gli ultimi due lavori “Ithyphallic” e “Those Whom the Gods Detest” non brillano come i restanti album della loro discografica, ma bastano poche note di “Kafir” per esser letteralmente travolti dal muro sonoro della band americana, eccellente come sempre nel mescolare death metal ultratecnico ad intermezzi egiziani. Il pubblico accoglie con estremo entusiasmo le successive “Sacrifice Unto Sebek” e “Execration Text”, due vere e proprie scariche di note a velocità della luce. Dallas Toler-Wade, da anni oramai convertitosi in frontman dopo l’abbandono di Vesano, svolge il ruolo di prima linea in tutte le voci, lasciando la maggior parte degli assoli ad un Sanders invece più lontano dai riflettori.
La scaletta alterna pezzi nuovi o recenti come “Ithyphallic”, “Papyrus…” , “Permitting The Noble…” a pezzi più storici come ad esempio “Lashed To The Slave Stick” e la malefica “Sarcophagus”, assolutamente devastante nei suoi ritmi lenti e melmosi. Il concerto si chiude con una “Black Seeds Of Vengeance” che strappa gli ultimi applausi ad un pubblico visibilmente soddisfatto: anche stasera i Nile hanno dimostrato la loro totale supremazia sul 95% delle band death metal in circolazione.
