A Milano va in scena la tappa conclusiva della tournee italiana dei Lamb Of God a supporto del recente e fortunato “Wrath”, uscito nel 2009 e che ha confermato il trend positivo che ha sempre caratterizzato le uscite discografiche della band di Richmond.
La serata è stata lunga e ricca di ottime band di supporto, a partire dai sorprendenti Between The Buried And Me che aprono la serata deliziando i presenti con un paio d brani del loro recente repertorio. Purtroppo il tempo è tiranno e c’è tempo per ammirare solo la nuova “Fossil Genera” e la precedente “White Walls” ma ancora una volta i BTBAM dimostrano di essere una band fenomenale, capace di creare qualcosa di nuovo e fresco in mezzo al calderone di uscite tutte uguali in cui sguazzano il restante 90% delle nuove band americane. Credevo fosse impossibile uguagliare un capolavoro come “Colors”, invece la band americana con “The Great Misdirect” ha saputo per fino superarsi realizzando un disco pressoché perfetto. Speriamo a breve di poterli ammirare per una volta da headliner.


August Burn Red
Cambio di palco veloce ed è il turno degli onnipresenti August Burns Red che in varie occasioni saranno capitati 2 o 3 volte a Milano nel corso di un’anno solare. Poco male comunque perche la band Americana riesce ad esprimersi al meglio in sede live, anche grazie ai nuovi pezzi di “Constellation” pieni di stacchi e break down che fanno divertire i molti presenti accorsi per loro. Tra i vari pezzi annotiamo le nuove “Thirty and Seven” e “Existence” e le sempre belle “Truth Of A Liar” e “Backburner”, due vere e proprie gemme di metalcore americano. La band appare leggermente meno brillante di altre volte, ma in ogni caso la prestazione degli ABR rimane sempre più che buona, contando soprattutto il fatto che questi ragazzi vivono ininterrottamente on the road da quasi due anni.
Discorso diverso per i Job For A Cowboy, osannati da tutti in sede di recensione ed invece poco seguiti durante la serata. Il quintetto dell’Arizona mette in piedi uno show tritaossa ma che francamente lascia molti dubbi sulla vera qualità della loro proposta musicale, un deathcore decisamente brutale e piatto che annoia facilmente dopo pochi pezzi. Tra le varie tracks eseguite questa sera spiccano “Embededd” e “Costitutional Masturbation”, ma il resto è dannatamente tutto uguale e monotono. Saranno stati i suoni abbastanza disastrosi che hanno caratterizzato tutte le esibizioni di stasera, ma i Job For A Cowboy non hanno entusiasmato rispetto al resto del bill.


Lamb of God
Arriviamo alla fine con lo show dei Lamb Of God che possono esser tranquillamente definiti come il gruppo di punta di quel che oggi viene definito come NWOAM.
Ecco, da una band che è in giro seriamente da dieci anni e che ha sfornato fino ad ora dischi eccellenti come “As The Palaces Burn”, “Ashes Of The Wake” e “Sacrament” non ti aspetti degli errori da dilettanti in fase di esecuzione come quelli fatti durante l’esibizione di stasera caratterizzata da attacchi sbagliati e da chitarre e basso spesso fuori tempo. Poco male comunque, perchè i cattivi suoni di stasera coprono un po’ tutto ma lasciano spazio al pubblico di divertirsi e cantare tutti i pezzi di una setlist incentrata in parte sull’ultimo “Wrath”. Tra i momenti clou della serata spiccano sicuramente “Now You Got Something To Die For” e la oramai celeberrima “Redneck”, dannatamente coinvolgente anche in sede live. Fanno specie le numerose pause dietro alle quinte prese dalla band durante la serata, che evidenziano fortemente il livello di stanchezza che affligge la band in questo periodo. C’è spazio anche per qualche gemma inaspettata come “Hourglass” e “Blacken The Cursed Sun” che fanno la gioia dei fans che seguono la band da qualche anno. Il concerto si chiude splendidamente col terzetto “Vigil”, “Redneck” e “Black Label” che in ogni caso mandano a casa soddisfatti i numerosi fans accorsi questa sera all’Alcatraz. Un concerto appena sufficiente rispetto ai loro alti standard, ma che comunque si è dimostrato divertente ed appagante nonostante qualche sbaglio di troppo. Speriamo riescano a riposarsi un po’ una volta terminato questo ennesimo tour europeo.

