Articolo di Philip Grasselli | Foto di Federico Buonanno
Il 2024, come già ripetutamente detto, è un anno di continui revival, momenti in cui nella testa frullano ricordi di ogni tipo. Chi prima, o chi dopo, si ritrova sempre in quella fase “mamma mia, questa è roba delle medie!”.
Tre album, tutti concentrati tra il 2003 e il 2009: quanto è bastato ai Jet per lasciare una meravigliosa impronta nel mondo del garage rock. Questo live, all’Alcatraz di Milano, è una grande celebrazione di questi ventuno anni (peccato che, or come ora, non sia proprio cifra tondissima) di carriera della band australiana.
I Hate My Village in apertura
L’apertura è affidata ad una superband totalmente italiana, con abilissimi musicisti presi da diverse realtà, anche perché alcuni di loro collaborano direttamente con Nic Cester nel suo side project con i Milano Elettrica, come Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion alla chitarra. In più troviamo Alberto Ferrari dei Verdena, Marco Fasolo dei Jennifer Gentle e Fabio Rondanini dei Calibro 35 e degli Afterhours.
Due album e un EP. L’ultimo, “Nevermind the Tempo”, è un compendio afrobeat con grande ricchezza di distorsioni e di poliritmie che rendono l’ascolto ricco di colpi di scena, come in “Italiapaura”, o un cavalcare unico come “Artiminime”. Ovviamente non mancano richiami a “I Ate My Village” e a “Gibbone”, che ci trasportano verso atmosfere anche molto più cupe. Un inizio che dimostra il grande valore della musica
Jet
Verso le 21:45 riecco i Jet nel suo assetto originale: Nic e Chris Cester, Cameron Muncey e Mark Wilson. Una lunga ovazione del pubblico apre questa prima data del tour “20 Years of Get Born” in Europa, con Nic Cester praticamente milanese adottivo e che sfoggia spesso e volentieri un quasi C2 in italiano che gli fa davvero tanto onore.
Si parte, come riscaldamento, con “Put Your Money Where Your Mouth Is”: così intenso che casca il microfono del batterista, senza un motivo apparente. Che bello. Poi la band australiana prosegue con l’album più recente (datato 2009, eh!) con “She’s a Genius” e il brano successivo “Black Hearts (On Fire)”.
Get Born
Ventuno anni fa abbiamo scritto un disco “Get Born” e stasera, per voi, lo suoneremo dal primo all’ultimo brano!
Nic Cester al pubblico in fibrillazione
È pura festa nel momento dell’annuncio del frontman dei Jet che, con la sua Gibson ES-335, strimpella quell’accordo di Si maggiore che ci porta a “Last Chance”.
Ah, che bel tuffo verso quel clima spensierato di inizio anni duemila, con il pubblico che tendenzialmente varia tra la generazione X e i Millennials come me, che inizia a chiudere gli occhi ed immaginarsi i pomeriggi su MTV o a distruggere la videocassetta di “School of Rock”. Da un cassetto del cervello esce anche un video in bianco e nero, minimale, in 4:3, con questa macchiona nera che esce dagli amplificatori: “Are You Gonna Be My Girl”. Un inno generazionale, un coro da stadio, un pogo totale. E siamo solo al secondo brano.
So one, two, three, take my hand and come with me
Because you look so fine that I really wanna make you mine
Jet – Are You Gonna Be My Girl (2003)
Un paio di brani dopo troviamo una ballad, il lentone “Look What You’ve Done”, sulle amicizie rovinate e sui temi comunque tipici dell’affacciamento verso l’età adulta, come anche in “Radio Song”. Sonorità più folk, accompagnate dall’Hammond che rende l’atmosfera solenne e tanto tanto emozionante. E poi ovviamente si torna al garage rock con “Get Me Outta Here” e soprattutto “Cold Hard Bitch”.
Il tempo è davvero volato, con “Timothy” che segna inesorabile (quasi) la fine del live, un po’ con quello stile Beatlesiano alla “Come Together”.
Un congedo che sa di nuovo album
Perché devo andarmene via, dato che sapete tutti che c’è il bis adesso?
Nic Cester che ci trasporta verso l’encore
Tutti, tranne Nic Cester e la sua chitarra acustica, abbandonano il palco: è il momento più catartico, in cui regna un silenzio assoluto. La canzone dedicata alla sua famiglia per alleviare il loro dolore per la perdita di suo padre: “Shine On”. Un evento che ha decisamente scosso la carriera dei fratelli Cester e somatizzato dagli stessi in due maniere molto diverse.
Il ritorno all’italiana
Grandi applausi sia per questa performance in intimità, sia perché subito dopo chiama sul palco Adriano Viterbini e Alberto Ferrari per suonare insieme al resto dei Jet “Hurry Hurry”, il nuovo singolo uscito il 5 settembre scorso e la loro rivisitazione di una delle colonne portanti della carriera di Lucio Battisti, ovvero “Un’avventura”.
Un momento quasi karaoke in ostello non appena tutti insieme urliamo “Innamorato/Sempre di più/In fondo all’anima/Per sempre tu”. A mettere il punto a tutto questo paragrafo finale, l’undicesima traccia di “Shine On”, “Rip It Up”: un arrivederci all’Orion di Ciampino, ma anche un arrivederci – magari chissà – per un bel Negroni Sbagliato al Bar Basso di Milano.
Clicca qui per vedere le foto dei Jet all’Alcatraz di Milano (o scorri la gallery qui sotto).
JET – La scaletta del concerto all’Alcatraz di Milano
Put Your Money Where Your Mouth Is
She’s a Genius
Black Hearts (On Fire)
Last Chance
Are You Gonna Be My Girl
Rollover D.J.
Look What You’ve Done
Get What You Need
Move On
Radio Song
Get Me Outta Here
Cold Hard Bitch
Take It or Leave It
Come Around Again
Lazy Gun
Timothy
Encore:
Shine On
Hurry Hurry
Un’avventura
Rip It Up