Foto di Andrea Ripamonti | Articolo di Michela Ravasio
Renato Zero non ha bisogno di un gruppo spalla, su quel palco non ha bisogno di nessuno per affrontare un concerto di tre ore. Ieri sera, tuttavia, su quel palco erano in due. Forse sono stati in due fin dal 1973, fin dall’uscita di No! Mamma, no!, ma ieri si sono palesati entrambi, a turno e anche contemporaneamente. Non sto vaneggiando… Il concerto del tour Una Sfida in Musica è – per l’appunto – una sfida tra Renato Fiacchini e Renato Zero, l’uomo contro l’artista. Un’idea che era già stata proposta, anche se in altre forme, anche nel film Ciao Nì del 1979.
Durante questo concerto, sul maxi schermo alle spalle della band vediamo a più riprese un dibattito fra i due, uno vestito di bianco e l’altro di nero, uno con il cappello e l’altro senza. Zero accusa Renato di sentirsi segregato, lo accusa di essere un datore di lavoro dispotico, Renato sostiene di poter decidere quando far uscire Zero sul palco. Lo scontro è tra la normalità e quell’eccentricità che ha sempre distinto Renato Zero, lo Zero che si è vestito di paillettes e tutine attillate, che ha ballato e cantato controversie facendo uscire Fiacchini dalla sua quotidianità.

Visto che si parla di un viaggio per mostrarci Zero e Renato, la setlist e i discorsi – sempre un po’ vaneggianti e incomprensibili – del cantante, hanno una struttura ben precisa.
Il concerto si apre con una dedica a tutti noi sorcini, a noi “gente” che siamo lì, che ci siamo stati sempre, fino ad oggi, fin da quando Zero cantava in un piccolo bar – io non ero nata, ancora, ma che importa? trent’anni di zerofollia contano come sempre – . E con una pioggia di coriandoli che è un’omaggio, una benedizione, un ringraziamento alla “gente”, si inizia quest’esperienza di tre ore.
Renato e Zero si susseguono con cambi d’abito, riconosciamo il primo perché -ce lo spiega lui – indossa il cappello quando è sul palco. Si parla di gavetta, si parla di futuro, si parla dell’importanza di quell’io che vive all’ombra di social e nickname. Si fa scherno della politica, si parla di false religioni, della vita, di sesso, di Dio. Il dualismo tra i due Renati ci viene dimostrato con la scelta dei brani e ha il suo apice quando a Vizi e Desideri in cui il corpo di ballo si agita frenetico attorno al cantante, segue Potrebbe essere Dio e Zero è solo con il volto enorme del Cristo coronato di spine sul maxi schermo. Un’immagine che di questi tempi a me è parsa quasi punk. Ma sappiamo che a Renato è sempre piaciuto essere provocatorio e, proprio perché i tempi cambiano e lui invecchia, è cambiato anche il modo in cui provoca.

Non mancano i grandi omaggi agli eroi moderni e durante Rivoluzione si susseguono immagini di Madre Teresa, Cristo, Ghandi, Borsellino e Falcone, il ciclista Gino Bartali; mentre Amico diventa una sorta di addio a tutti gli artisti italiani che ci hanno lasciato e sullo schermo rimbalzano nomi di cantanti, attori, registi e compositori che -come ci ricorda Zero – hanno regalato un pezzo di sè alla gente. Questa “gente”, noi, che il cantante continua a ringraziare, senza sosta, ormai da una vita.
Renato si esibisce con qualche sosta qua e là, aiutato dai filmati che gli danno un po’ di tregua e da una pausa di un quarto d’ora tra la prima e la seconda parte del concerto. Pause più che dovute dato che il concerto dura dalle nove a mezzanotte. Pause anche meritate, dal momento che il cantante non ci delude e, anzi, ci dimostra tutta la sua potenza vocale nonostante i suoi settantadue anni. Anche se non è più agile come un tempo, non manca di ballare e di agitarsi sul palco, unendosi un po’ alle coreografie del corpo di ballo che lo accompagna per tutto il tempo.

Vorrei che ci fossero più live così, infiniti, piacevoli, con un susseguirsi di lenti e di canzoni da ballare. Tuttavia, Renato Zero è bello perché è unico. Unico perché nato, appunto, da un equilibrio tra i due Renati, tra l’artista eccentrico e l’uomo. Un equilibrio nato da questa sfida personale, finita Zero a Zero, perchè l’uomo deve essere artista e l’artista deve essere un semplice uomo. E Renato Zero ce lo ha saputo dimostrare.
Clicca qui per vedere le foto di Renato Zero in concerto a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto).
RENATO ZERO – la scaletta del concerto di Milano
Overture
Quel bellissimo niente
Io Uguale Io
Svegliatevi poeti
Troppi contanti pochi cantanti
Via dei Martiri
Medley:
Siamo eroi
Artisti
Sogni di Latta
Dimmi chi dorme accanto a me
Spiagge
Ufficio Reclami
Marciapiedi
Nei giardini che nessuno sa
Fortuna
Più su
Scegli adesso oppure mai (video)
Pausa
Matti (video)
La favola mia
A braccia aperte
Magari
Rivoluzione
Un po’ d’azzurro (video)
Vizi e desideri
Potrebbe essere Dio
Amico
Cercami
I migliori anni della nostra vita
Zero a Zero
Il cielo
Fortunato
