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Reportage Live

PINKPOP FESTIVAL 2022 – Day 2: Pearl Jam, Royal Blood, Maneskin, Deftones e molti altri

Eddie Vedder ed i Pearl Jam di nuovo in terra olandese dove per la prima volta suonano i nostri Maneskin.

Articolo Stefania Clerici | Foto di Roberto Finizio

Dopo un primo giorno caldo e denso di musica, eccoci a vivere il secondo intensissimo e bollente giorno 2 del Festival più rock del momento: il Pinkpop!

Il primo pomeriggio ci riserva scoperte interessanti del nuovo panorama musicale, con il pop dell’artista belga Selah Sue, il sound neozelandese di Courtney Barnett e l’avanguardia australiana di Toni Watson, insieme al country pop dell’eclettico Kaleo che carica il pubblico di Landgraaf verso un inizio serata tutta rock.

Si inizia con i Deftones, per una sessione di nu metal tutta spinta: il gruppo presenta live il loro nono album Ohms, uscito nel settembre del 2020, senza però dimenticarsi i tempi di White Pony (con Change e Digital Bath), regalando un’ora di set per un excursus dei brani più iconici della loro carriera, con perle tratte da Around the fur, come Be quiet and drive e My Own Summer e pezzi da Diamont Eyes (insieme alla title track, anche Rocket Skates e Sextapes). Curiosi di sentirli? Saranno in Italia il prossimo 21 giugno a Bologna: non perderteli!

Maneskin (foto di Roberto Finizio)

Sul main stage arrivano poi nel tardo pomeriggio i nostri Maneskin, in tour europeo da inizio giugno e che proprio oggi tocca anche l’Olanda, il Paese che da Rotterdam nel 2021 all’Eurovision Song Contest, li ha consacrati alla fama mondiale di cui ora siamo tutti spettatori. Di tempo dall’X Factor del 2017 ne è passato: due album prodotti, Il Ballo della Vita (2018) e il Teatro d’Ira: Vol. Io (2021) e un estro senza confronti. Sul palco del Pinkpop Damiano David, Ethan Torchio, Thomas Raggi e Vicoria De Angelis infiammano la folla accorsa per ascoltare il loro pop rock. Si inizia con Zitti e Buoni che carica a mille il pubblico di Landgraaf: è la hit che li ha presentati al grande pubblico e viene cantata e ballata in coro. Dopo In nome del Padre, si inizia con un’infilata di pezzi tutti cantati in inglese: Mammamia, Beggin’ e For your love. Damiano incita tutta la folla, scorrazza da un lato all’altro del palco, scende dallo stage per battere il 5 alle prime file nel pit, dove anche delle ragazze sventolano il tricolore: anche qui L’Italia c’è.

Quando il palco rimane vuoto ci pensano Victoria e Thomas a dare spettacolo: tra balli e headbang, schitarrate e sound tutto rock, che rendono unico lo spettacolo. Su Supermodel Damiano lamenta il caldo e decide di togliersi un primo strato di vestiti, rimanendo a torso nudo, con i soli pantaloni di pelle. L’infilata rock prosegue con Touch Me e Gasoline, per poi culminare con la cover degli Stooges I Wanna Be Your Dog. La folla è scatenata a cantare, le telecamere riprendono anche sciarpe della Roma, cartelli dei fans con inviti espliciti: “Baciami”, insomma è una festa a 360 gradi e i Maneskin confermano pezzo dopo pezzo la loro carica adrenalinica contagiosa. Arriva I wanna be your slave e tra transenne e pit si scatenano i fan, alcuni scavalcano addirittura le barriere per toccare i loro idoli… ed ecco che arriva l’imprevedibile: su Lividi sui gomiti, Damiano mantiene una promessa rilasciata in un’intervista poco prima: cantare in mutande e lasciandosi andare ad un “ma cche cce frega, tanto!” si toglie pantaloni e scarpe per l’ultimo pezzo. Ma non finisce qui: chiede alla security di far salire i fan sul palco e con loro si scatena in una cantata liberatoria e tutta rock che conclude l’ora di set del gruppo! E’ proprio il caso di dirlo “Sono fuori di testa” e diversi da tutti! Chapeau.

Royal Blood (foto di Roberto Finizio)

La festa continua poi con i Royal Blood, dall’altra parte del grande prato di Landgraaf sull’Iba stage: il duo di Brighton tiene alti i beat, con un dance rock che fa scatenare. Si inizia con la title track dell’ultimo album uscito, Typhoons, per continuare su Boilermaker e Lights Out. Il sound pompa tutta l’arena del Festival, è incredibile quanto con “solo” due elementi (batteria e basso), insieme a voce e una serie di campionature d’autore riescano a fare! Ma il duo di Mike Kerr e Ben Thatcher funziona così: troppo bene e troppo incalzante, da non lasciare nemmeno il tempo di riflettere.

Dopo il primo set tutto nuovo, si salta indietro con i pezzi degli album precedenti, andando a ritroso, prima con Come on Over, e poi con Trouble’s Coming,  Hook, Line & Sinker e Honeybrains. Si balla e si salta su Little Monster, How Did We Get So Dark? E Figure It Out, per una grande conclusione inaspettata del set: Thomas dei Maneskin invade il palco, per suonare il gong alle spalle di Ben ad annunciare la fine del live con l’immensa Out Of The Black. Che carica di rock! Giovedi 23 giugno questi pazzi suoneranno all’Alcatraz di Milano e ci troverete lì, vi aspettiamo a cantare e ballare con noi?

Eddie Vedder dei Pearl Jam (foto di Roberto Finizio)

Prima del far della sera, ecco finalmente arrivare sul palco gli attesissimi headliners di oggi: i Pearl Jam! Alla loro quarta volta sul palco del Pinkpop, non possiamo non ricordare la prima: quella del 1992, quando sotto la pioggia un pazzo scatenato Eddie Vedder fece dalla gru montata a lato del palco un salto sulla folla che gli valse l’eterna fama al Pinkpop (tanto che quest’anno per i 30 anni trascorsi dall’evento è stata prodotta una t-shirt con la foto dello storico salto).

La setlist riprercorre la loro storica carriera, dagli anni del primo grunge fino ai giorni nostri, con Gigaton (2020): si inizia su Even Flow, cantata da tutto il pubblico radunato sotto al grande palco di Landgraaf, per poi proseguire con  Why Go e Low Light. Come è solito fare Vedder, si è preparato un discorso nella lingua del Paese ospitante (in questo caso l’olandese, che non conosco): la folla sembra apprezzare, perchè sorride e applaude, mentre tra fiumi di vino tracannato dalla bottiglia si scivola su Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town, Dance of the Clairvoyants e Superblood Wolfmoon. Arrivano poi Wishlist, la cover di Neil Young Throw Your Hatred e Corduroy.

Prima di lasciarre spazio all’Eddie solista con Sleeping by Myself, si cantano Lukin e Quick Escape, che ci accompagnano verso la parte di concerto più melodica, caratterizzata dalle ballad più famose: Given to Fly, Daughter, Jeremy, Better Man e il gran finale con Porch. L’encore è un sentito tributo ai grandi del rock con la cover di Comfortably Numb  dei Pink Floyd e Street Fighting Man, dei The Rolling Stones, che i PJ non suonavano live dal 1994, e ovviamente a se stessi con la bellissima e potente Alive. La notte e il silenzio scendono sul Pinkpop dopo mezzanotte: sudati, contenti e stanchi si torna a casa canticchiando ancora “I’m still alive”: e ben venga!

Clicca qui per vedere la gallery dei concerti del giorno 2 del Pinkpop Festival 2022 (o sfoglia la gallery qui sotto)

Pearl Jam

PEARL JAM – la scaletta del concerto al Pinkpop Festival 2022

Even Flow
Why Go
Low Light
Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town
Dance of the Clairvoyants
Superblood Wolfmoon
Wishlist
Throw Your Hatred Down (Neil Young cover)
Corduroy
Lukin
Quick Escape
Sleeping by Myself (Eddie Vedder song)
Given to Fly
Daughter (With “Another Brick in The Wall” by Pink Floyd excerpt)
Jeremy (Followed by “Don’t Dream it’s Over” by Crowded House excerpt)
Better Man (With “Save It For Later” Tag)
Porch

Encore:
Comfortably Numb (Pink Floyd cover)
Street Fighting Man (The Rolling Stones cover) (first time since 1994)
Alive

Written By

Milanese, classe 1983, sono appassionata di musica, cinema e cultura pop. Adoro viaggiare, mangiare, dormire, viaggiare, ballare, sorridere e fare l'amore. Oltre a scrivere di musica su Rockon sono digital producer per il tuo canale tv preferito. Amo il rock in tutte le sue forme, i gatti, fotografare il cibo che mangio (e lo faccio da anni, non per moda social) e perdermi per le vie delle città che non conosco. Bulimica di serie tv, collezionatrice di vestiti, scarpe, borse e tutto ciò che può entrare in una grossa cabina armadio puoi chiedermi di tutto e ti darò la risposta che cerchi (altro che Google e il libro delle risposte!), basta non domandarmi: “qual è il tuo artista preferito?”.

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