Articolo di Matteo Pirovano | Foto di Roberto Finizio
Dopo due date estive andate sold out alla velocità della luce e una discutibile apparizione pomeridiana al Firenze Rocks (sprecati!) fanno il loro ritorno nel nostro paese gli statunitensi SHINEDOWN per un unico show italiano all’Alcatraz di Milano, questa sera gremito all’inverosimile.
Un’affluenza di pubblico del genere non può che far sorgere interrogativi in merito alla dubbia scelta delle location estive, troppo piccole per contenere un fenomeno in così forte e costante espansione di fan e consensi qui da noi.
Il nuovo concept album Attention Attention, pubblicato da Atlantic a maggio di quest’anno, ha riscattato la band dopo il mezzo passo falso compiuto con Threat to Survival e questa data è l’occasione perfetta per poter ascoltare parte della recente produzione dal vivo.
Quello dell’Alcatraz è un pubblico eterogeneo che abbraccia fasce di età differenti, mischiando fan storici e recenti. Sebbene i quattro di Jacksonville sembrino quasi una novità nel nostro paese, il loro esordio discografico Leave a whisper risale a ben 15 anni fa. Anni costellati da una crescente affermazione in patria con più di dieci milioni di dischi venduti e diversi dischi di platino in bacheca.
Anticipati dagli inglesi PRESS TO MECO e i curiosi connazionali STARSET (hanno suonato presentandosi sul palco con tute da astronauta) gli Shinedown, preceduti da un medley registrato, hanno conquistato il palco sulle note della nuova, potente, Devil, primo estratto da Attention Attention, settando i toni e i ritmi della prima, potentissima, parte dello show, proseguito con l’imprescindibile Diamond Eyes e la bellissima Cut the Cord, indubbiamente il passaggio migliore del controverso Threat to Survival.
Brent Smith è in forma strepitosa, autore di una prova vocale inconfutabile impreziosita dalle perfette armonizzazioni vocali con Zach Myers.
La prima occasione per tirare il fiato arriva con I’ll Follow You, ballad dal forte sapore southern, che inaugura il momento Amaryllis, proseguito con la celeberrima Bully e la ballad corale Unity, il cui verso “put your hands in the air” viene preso alla lettera dal pubblico di Milano.
Mani e braccia alzate anche per la successiva State of My Head (con tanto di cellulari svettanti al cielo) per la quale Brent chiama e ottiene una coreografia che sa tanto, non me ne vogliate, di villaggio vacanze. Per quanto mi riguarda è il passaggio peggiore dello show ma il pubblico sembra apprezzare.
Si ritorna quindi in zona Amaryllis (ma quanto è bello?) con l’up tempo impetuoso di Enemies prima di lasciare spazio alla nuova, pianistica, semi ballad Get Up che si fa apprezzare nella versione live più di quella in studio, anche grazie a un suono cristallino della chitarra di Myers.
Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, in un’esibizione tuttavia impeccabile, questo va ricercato nel numero troppo elevato (e consecutivo) di ballad e semi ballad eseguite che smorzano troppo i toni di uno show che, nella prima parte, è esattamente il contrario. Sicuramente non sarà d’accordo con questa analisi la coppia iper tatuata alla mia destra che ha limonato duro durante le successive Call Me e Misfits (forse la più bella del lotto tra le cadenzate).
Quando la chitarra di Myers accenna l’intro dell’inno del southern rock Simple Man il pubblico milanese risponde con un boato di consenso, a ennesima testimonianza del fatto che una cover, ben eseguita e opportunamente personalizzata, può diventare un cavallo di battaglia al pari di un pezzo proprio. L’entusiasmo del pubblico continua nella successiva Sound of Madness e nell’irrefrenabile istinto a cantare a squarciagola il verso “I created the sound of madness, Wrote the book on pain Somehow I’m still here to explain”.
Con il monito contenuto tra le righe del testo di Brilliant, brano di chiusura di Attention Attention, si conclude lo show dell’Alcatraz:
“It’s my day to be brilliant
It’s my day to be brilliant
Until next time”
SHINEDOWN – La scaletta del concerto di Milano
Devil
Diamond Eyes (Boom-Lay Boom-Lay Boom)
Cut the Cord
Black Soul
I’ll Follow You
Bully
Unity
State of My Head
Enemies
Get Up
Kill Your Conscience
Second Chance
Misfits
Call Me
Simple Man (Lynyrd Skynyrd cover)
Sound of Madness
Brilliant
