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Reportage Live

GAZ COOMBES dal vivo ti spalma addosso tutta la sua tristezza, ma è una sensazione meravigliosa.

Assodato che Gaz Coombes non sia intenzionato a tentare di riconquistare la magia silvestre dei Supergrass, nell’era dello streaming il suo live suona comunque giovane e impegnato come ai tempi delle musicassette.

Foto di Andrea Ripamonti | Articolo di Chiara Amendola

Per gli artisti che sono stati spinti alla ribalta durante l’apice del Britpop può essere spesso difficile liberarsi da certe etichette. Molti optano per le tournée commemorative riproponendo la vecchia musica di decenni fa. Ma non Gaz Coombes.

Se si pronuncia il suo nome la maggior parte delle persone non avrà la minima idea di chi si tratti. Dio li perdoni.

Quelli che lo conoscono probabilmente immagineranno lo scavezzacollo con la faccia fresca e i basettoni, che si diverte nel video di “Alright” con i suoi compagni di band – i Supergrass – Danny Goffey e Mick Quinn.

Ma questo è stato molto tempo fa. 25 anni, in effetti. Coombes è maturato. presumibilmente come uomo, indiscutibilmente come musicista.

I suoi album da solista hanno tutti ottenuto un ampio consenso da parte della critica, dimostrazione che la sua fanbase è più ampia dei soliti britpoppers invecchiati – anche se questa sera in Santeria Toscana ne vedo tanti, me compresa.

Gaz sale sul palco con una chitarra acustica, a chiusura di un mese ricco di concerti e di apparizioni sui media – è tornato quest’anno con fervore, realizzando un quarto album che molti hanno salutato come il suo miglior lavoro da solista fino ad oggi “Turn The Car Around“.

Il set inizia proprio da qui, con la malinconica “Don’t say it’s over” in mezzo a un pubblico obbligatoriamente silenzioso. Coombes trasmette subito la bellezza delle nuove canzoni e siamo decisamente lontani da qualsiasi senso di nostalgia degli anni ’90. La sua voce ha un’estensione quasi alla Tom Yorke, e anche solo con la chitarra acustica strimpellata dolcemente, la su voce non vacilla mai.

Gaz Coombes in concerto in Santeria Toscana 31 di Milano foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Stasera è accompagnato da una band che amplifica l’armonia musicale dei suoi brani davanti a un pubblico ristretto ma realmente coinvolto. Gaz si muove tra continui cambi di chiarra e il pianoforte, perfettamente abile in tutte le sue versioni, è un cantautore impavido e talentuoso.

La sua scaletta è ricca, raffinata e non lascia nulla in disparte. All’incirca nel periodo in cui è uscito il primo disco, “Here Come The Bombs” del 2012, io e la mia partner in crime della gioventù, ci siamo sedute ad ascoltarlo nelle prime ore di una domenica mattina, mentre una tipica sbronza si concludeva, e abbiamo proclamato Coombes “patrimonio culturale”. Si potrebbe pensare che a parlare fosse solo l’alcol eppure sono di nuovo qui con lo stesso trasporto, ma senza mal di testa.

Altri estratti notevoli del concerto includono “Long Live The Strange“, che Coombes descrive come una canzone che parla di “andare a vedere la musica, incontrare persone che la pensano come lui e sentire un’intensa connessione nella stanza“, un tema ben scelto, che sembra anche un modo appropriato per descrivere l’atmosfera di questo particolare concerto.

Gaz si conferma un grande amante delle persone, il suo impressionante know-how e i suoi anni di esperienza nel suonare per le folle e nell’interagire con loro rimangono impareggiabili, in quanto asseconda la situazione in cui si trova, rispondendo ai commenti dei membri della folla con battute leggere. È un tono rilassato, di quelli che fanno sentire tutti bene e in grado di godersi il momento. 

Gaz Coombes in concerto in Santeria Toscana 31 di Milano foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Tutto questo prima che la complessità di “The Oaks” inizi a manifestarsi. Il brano combina ritmi coinvolgenti ed emozioni di tristezza, è una miscela insolita ma appagante che fa un buon lavoro prima di “The Girl Who Fell To Earth” e del sentimento ricco e ottimista di “Detroit“.

Prima di salutarci Gaz ci culla romanticamente sulle sue “Hit” – che in classifica non ci sono mai entrate ma che hanno fatto da sodalizio alla sua carriera solista – “Matador” e “The English ruse” e torna in primo piano l’acuto senso di amarezza e rimpianto che spesso costella le sue canzoni, che è anche una delle cose migliori che abbia mai fatto.

Per chi non lo avesse ancora mai ascoltato, Gaz Coombes è meglio di Alright.

Fatevi questo regalo.

Clicca qui per vedere le foto di Gaz Coomber in concerto alla Santeria Toscana di Milano o sfoglia la gallery qui sotto

Gaz Coombes

GAZ COOMBES – La scaletta del concerto di Milano

Don’t Say It’s Over
Salamander
Wounded Egos
Turn the Car Around
Feel Loop
Deep Pocket
Long Live the Strange
Not the Only Things
The Oaks
The Girl Who Fell to Earth
This Love
Sonny the Strong
Dance On
Detroit
20/20
Walk The Walk
Matador
The English Ruse

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Cinefila e musicofila compulsiva. Quando qualcosa mi interessa non riesco a tacere.

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