Articolo di Chiara Amendola | Foto di Andrea Ripamonti
L’attore vincitore del Golden Globe David Duchovny è sempre stato riluttante a limitarsi a una sola carriera, partendo dal suo debutto alla regia in un episodio della serie televisiva che ha creato il suo mito, The X-Files, si è poi destreggiato in lungometraggi con la sua “House of D” fino a diventare autore di bestseller di narrativa letteraria. Dal 2015 si è dedicato alla musica registrando tre album: Hell or Highwater (2015), Every Third Thought (2018) e Gestureland (2021) e quest’anno intraprende il suo secondo tour europeo
La lunga tradizione di A-list – attori che si sono reinventati come musicisti – ha generato alcuni progetti interessanti nel corso degli anni: dal jazz di Jeff Goldblum al bluegrass di Steve Martin e Scarlett Johansson solo per citarne tre. Duchovny ha optato per chitarra-indie che incontra Neil Young e, forse a ragione, la serata si è rivelata inaspettatamente gradevole.
La fila per la performance di Duchovny ai Magazzini Generali di Milano è iniziata presto e si è riempita velocemente. La location è piena come non mai, ci sono fan occasionali che hanno visto le sue serie tv e sono qui per pura curiosità e poi c’è la squadra di fan hardcore, persone che viaggiano in tutto il mondo per vederlo esibirsi o farsi autografare le scapole. Si tratta di una comunità molto affiatata che scambia durante l’attesa argomenti come le scelte in materia di capelli e barba e di quanto David sia gentile e generoso con i suoi ammiratori.


L’uomo che la maggior parte di noi ha amato da adolescente sale sul palco puntuale alle 20 insieme alla sua band, un gruppo ben assortito composto da tastiera, batteria, chitarra elettrica, chitarra acustica e basso.
Il suo ingresso è umile e tranquillo, saluta la folla con un grande sorriso sul volto e non ha nulla da invidiare al passato: è tonico e in forma all’età di 63 anni, indossa una t-shirt nera, pantaloni e scarpe da ginnastica, sgattaiola sul posto ruotando il microfono come se lo facesse da una vita. Sempre affascinante e un po’ marpione con il pubblico femminile, questa sera è più simile a allo sugar daddy Hank Moody piuttosto che all’agente Mulder, ma si difende bene dai colleghi hollywodiani più giovani.
La mia idea che la maggior parte della gente sia qui solo per la sua carriera televisiva viene rapidamente dissipata. Sono rimasta impressionata dal fatto che il pubblico conoscesse quasi tutte le sue canzoni a memoria.
Con il materiale di tre album pianifica una scaletta che spazia una vasta gamma di stati d’animo e generi, da canzoni rock dinamiche a brani più soft. Il materiale che propone si adatta perfettamente alla sua voce come Nights Are Harder e These Days oppure la semplice e accogliente Mind of Winter o la ballata sorprendentemente romantica Sea of tranquility.
Duchovny ha una grande presenza scenica e un sacco di carisma per mantenere il pubblico ipnotizzato dalla sua musica, ha l’attitude da rockstar, ma non la voce, eppure resta credibile in questo ruolo ed emana un certo sex appeal.
Il suo umore brilla durante il repertorio e ammetto che è un’esperienza insolita essere qui e vedere un lato diverso di lui in cui è naturalmente divertito.


Holding Patterns diventa un omaggio a Milano – che saluta più volte in un distorto italiano – e il ritornello si trasforma in “Running on a feelin’ Milan”.
La sensazione che percepisco è quella di una band del liceo che celebra il suo revival in cui il frontman è ancora bello come allora e infatti quando meno te lo aspetti Duchovnuy ti tira fuori una cover di Sweet Jane dei Velvet Underground ed è incredibile quanto sia impavido e gli sembri indifferente il suo leggero deficit musicale.
Questo è un aspetto di Duchovny che traspare chiaramente: è davvero felice di quello che fa ed è così evidente che diventa impossibile non lasciarsi trascinare da questa meravigliosa sensazione di buonumore.
E ci piace un sacco. Continua a non fermarti David.
Clicca qui per vedere le foto di David Duchovny ai Magazzini Generali di Milano o sfoglia la gallery qui sotto:
David Duchovny – La scaletta del concerto di Milano
Nights are harder
3000
MO’
Tessera
Roman Coin
Every third thought
Sweet Jane
Holding Patterns
Stranger
Layin’ on the tracks
Hell or higwater
Sea of tranquility
Mind of winter
Spiral
Half Life
Billion dollar babies
When the whistle
Blows

