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Reportage Live

BUILT TO SPILL + THE FRENCH TIPS: reportage, foto e scaletta del concerto di Milano

La storica band di Doug Mash torna a Milano con il nuovo disco When the Wind Forgets Your Name. Foto, reportage e setlist.

Articolo di Simona Ventrella | Foto di Roberto Finizio

Poche band indie rock possono vantare  una carriera così duratura come i Built to Spill, che da oltre 30 anni portano sui palchi il proprio sound rock e carico di chitarre, da sempre incentrato sulla personalità e le idee del cantautore Doug Martsch.

Sul palco, Martsch si veste prendendo a piene mani dal mio guardaroba di prima media: scarpe da ginnastica, pantaloni neri e una maglietta un po’ stropicciata, ma il suo aspetto un po’ dismesso non deve confondere e distogliere l’attenzione dalla sua presenza scenica e il suo modo virtuoso di suonare la chitarra.

Una scelta di understatement più o meno consapevole che ha da sempre incastrato la band, forse, in una produzione spesso al di sotto del loro potenziale, come se una forza invisibile volesse a tutti i costi  minimizzare il successo e l’influenza del loro suono su una buona fetta di indie rock degli anni 90/2000, con tre degli album indie rock che è difficile non considerare definitivi e seminali.

L’occasione che li vede sul palco e in giro in tour è l’uscita del decimo album, “When The Wind Forgets Your Name”, nonché debutto per un’etichetta importante come la Sub Pop. Il disco rispetto ai precedenti offre una ventata di energia e rinnovata vitalità, che mancava da qualche tempo alla produzione della band.

La scaletta però del live premia solo in parte questa nuova uscita, costruendo un percorso che abbraccia tre decenni di musica, pescando qua e là alcuni dei brani più famosi realizzati.

Peccato per un inizio con qualche problema tecnico, dovuto ad un incauto fonico che sbadatamente ha lasciato muta la chitarra virtuosa di Doug per quasi tutto il primo brano. Situazione non ideale che ha sicuramente impresso un ‘impronta negativa sul frontman e sull’atmosfera generale del live, che non è mai esplosa veramente rimanendo, con un po’ di tristezza personale, in sordina.

Sarà forse anche colpa del nuovo nuovo assetto della band che vede Melanie Radford al basso e Teresa Esguerra alla batteria affiancare Doug. In questa versione come power trio viene a mancare una seconda chitarra, che costringe Melanie Radford a suonare spesso più in alto sulla tastiera, rispetto alla maggior parte dei bassisti, per imitare le melodie di chitarra mancanti.

Detto questo resta indiscusso il talento e la genialità di Doug nell’imbrigliare il fuzz e il jazz tra le valvole dell’amplificatore per far urlare e gemere la sua chitarra, mostrando con estrema naturalezza la sua specializzazione in assoli calcolati  e matematici, in cui le note serpeggiano talmente fluide da far rimanere senza parole.

Da solo crea melodie ascendenti e discendenti popolando lo spazio della sala riuscendo a suonare motivanti e sinceramente disarmanti come un quarto di secolo fa.

I brani si susseguono senza interazioni, commenti, non una parola, ma d’altronde l’attitudine a rimanere sullo sfondo lasciando la parola alla musica è qualcosa a cui i fan della band dovrebbero essere abituati. Si chiude con un lungo encore con Carry The zero di  “Keep In Like a Secret” del 1999.

E’ stata una serata carica di nostalgia e qualche piccola delusione, ma che lascia intatta la consapevolezza che ciò che è così sorprendente della musica dei Built to Spill sono le le melodie, così ben costruite da sedimentarsi e rimanere inconsapevolmente nella testa e continuare strimpellare nell’aria. Anche un secolo dopo che le hai ascoltate per la prima volta.

Vado a rimettere la maglietta stropicciata lasciata nell’armadio.

Clicca qui per vedere le foto dei Built To Spill + The French Tips in concerto a Milano (o sfoglia la gallery qui sotto)

Built To Spill

BUILT TO SPILL: la scaletta del concerto all’ Alcatraz di Milano

Rocksteady 
Reason 
On The Way 
Distopian Dream Girl
Three Years Ago Today 
Stop The Show 
Trimmed and Burning 
Gonna Lose 
The Mountain (cover)
Fool’s Gold 
Virginia Reel Around The Fountain (cover)
Hindsight 
Strange 
Pat 
Conventional Wisdom 

Encore
Carry The Zero

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