Articolo di Simona Ventrella | Foto di Roberto Finizio
Sembra un ricordo passato e in molti forse non se lo ricordano, ma il concerto dei Big Thief è stato uno dei primi live annullati nel lontano febbraio 2020, un tempo infinito in cui aspettare questa strepitosa band, ma che non mi avrebbe fatto trovare impreparata.
Li ricordo ancora al primo live, loro emergenti su un palco gigante come il main stage del Primavera Sound, eppure già da quella occasione mi sorpresero, per presenza, per fermezza per come il palco sembrasse il loro posto ideale.
Non credo di essere stata l’unica ad avere questa sensazione considerato il successo che il quartetto statunitense ha raccolto in questi anni, tanto che possiamo pensare a loro quasi come un piccolo miracolo della narrativa, sono una band che è rimasta insieme dopo che i loro due membri principali si sono sposati e hanno successivamente divorziato e musicalmente sono figli di un roots rock sfocato e a volte sgangherato e sono diventati uno tra i più grandi successi indipendenti degli ultimi anni.
In questo live iniziato con una spinta di energia e intensità sorprendenti la fa da padrone l’ultimo doppio album Dragon New Warm Mountain I Believe In You pubblicato nel 2022.
Una dichiarazione di stile importante per un disco profondamente commovente, che ha confermato il carisma e la forza di Adrianne Lenker come cantautrice generazionale. Insieme ai compagni di band Buck Meek, Max Oleartchik e James Krivchenia, il quartetto ha infatti sperimentato e si è lanciato in nuovi territori, dimostrandosi ugualmente capace di essere selvaggiamente strano e decisamente accessibile.
Una peculiarità che li ha sempre contraddistinti, ma che in questo ultimo lavoro trova più forza, forse perchè Dragon sebbene manchi della visione olistica e quasi perfetta di U.F.O.F. e Two Hands, con brani compatti e obiettivi ben definiti, si preoccupa poco della coesione esteriore, e offre una combinazione di invenzioni caleidoscopiche, una bellezza sorprendente, e un umorismo stravagante, senza far pensare ad un percorso particolarmente chiaro da una canzone all’altra.
Sul palco questa atmosfera si manifesta e si percepisce fortemente nella figura di Andrianne Lenker che mostra al pubblico la sua stoicità, in qualche modo al tempo stesso fragile ed estremamente potente, che si accendeva con urla struggenti e liberatorie e un attimo dopo sussurra una frasa così dolcemente da far fermare per un attimo il cuore.
Questo trasporto così sincero e incontenibile ha reso tutto così piacevole e spontaneo e genuinamente perfetto. I testi obliqui, ricercati e sensibili che affrontano temi come l’infinito, ma anche confessioni sull’amore e la perdita, insieme ai contributi musicali intelligenti e interconnessi, del resto della band, gli assoli e i momenti di pura coralità, non fanno che esaltare la natura inaspettata, speciale e imperfetta, fragile e maledettamente umana del gruppo.
Un live audace, con la chitarre in primo piano e tutta la frustrazione e la sofferenza, la rabbia e l’estasi ma con molta più ironia e leggerezza di un tempo. Che dire un’ora e venti da conservare gelosamente con tutto quello che un fan poteva aspettarsi e forse un po’ di stupore e meraviglia per chi non sapeva cosa aspettarsi. Che dire tornare a casa con la consapevolezza che i Big Thief sono una band che vorresti assolutamente amare e poterlo fare è uno dei principali motivi per andare a vedere la musica dal vivo.
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Big Thief: la scaletta del concerto all’ Alcatraz di Milano
Shark Smile
Shoulders
Masterpiece
Contact
Dragon New Warm Mountain I Believe I You
Simulation Swans
Flower not Blod
Not
Solo Long
Change
Dried Roses
Vampire Empire
Cattalis
Born For Loving You
Spud Infinity
ENCORE
Certainty
Happy With You