2014 Sonic Cathedral
Spintonato vivacemente nel mondo out-main da Alan vega dei Suicide, il duo americano dei Vacant Lots esordisce alla grande con Departure, otto brani elettrici e fuzzati dove contribuisce in alcune pezzature anche la chitarra di Dean Wareman dei Galaxie 500, un disco che si mette di traverso tra i primi anni Ottanta e la psichedelica last minute 6 Am, anche un po’ garage nei raccordi impazziti nonché punkyes in certi passaggi intramuscolari e distorti Mad Mary Jones.
La formazione del Vermont appartiene a quella razza che sa trasformare schizofrenie e abrasioni soniche/cutanee in vere e proprie situazioni incendiarie, mescolando sospensioni emotive e impatti crudi in un’unica soluzione imprevedibile, mai un brano uguale all’altro, tutto confluisce in un baccanale “off” lisergico che piace da morire e che si dichiara anarchia pura allo stato liquido, perlomeno sin dove arriva l’ascolto. Una manciata di minuti a cavallo di pedaliere deliranti e suoni vintage mid-Settantiani, una corsa drogata tra liriche allucinate e grooves imperdibili che fanno di questo registrato un motivo per scorrere a ritroso albe Velvetiane e propagande illusorie di acidità senza tempo.
Poi il ritmo beatnik Tomorrow, le nebulose opache di Paint this city e Do not leave me now con l’aggiunta dell’ipnosi fatta ballata Before the evening’s thru fanno tutto il resto, un abbellimento prezioso per un debutto di un duo del quale non ce ne libereremo tanto facilmente, se non altro per quella morbida durezza che trasmettono ad oltranza e senza additivi.
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