

DIRTY PROJECTORS - Bitte Orca
Complicato accostarsi a questo sesto album della band di Dave Longstreth & soci; riduttivo persino definirlo “sperimentale”, ma tant’è. I Dirty Projectors spiazzano, questo è certo. Più un collettivo che una band vecchia maniera: vi è passato anche Ezra Koenig, ora nei mai troppo lodati Vampire Weekend (nei quali ha forse trasferito la passione per le contaminazioni non facili e/o immediate).
Bitte Orca, nome scelto dal cantante perché “suonava bene”, non è un disco folk, non è classico rock acustico, non è pop, o forse sì. Due voci, maschile e femminile: si confondono, si fondono, si sostituiscono, si mescolano (“No Intention”). L’andamento schizofrenico di “Temecula Sunrise”, il quasi-simil pop dell’altro singolo “Stillness Is The Move”, l’arrendevolezza della traccia conclusiva “Fluorescent Half Dome” (attenzione, nemmeno quest’ultima è rassicurante, con quelle improvvise accelerazione di batteria che il resto del collettivo sembra non seguire) rappresentano comunque un passo avanti dal precedente Rise Above. Un disco cerebrale, ansioso, poco accomodante: perfetto!

