Si ha l’idea ben chiara del volere di un qualcuno che partisse da una fotografia del dolore, ci siamo riusciti, ed è solo un gioco di parole del gusto sadico dell’umanità nel godere della disgrazia e della violenza che investono gli altri.
Certo come epitaffio non male, ma è quello cha traspare da Spleen Black Metal, il nuovo disco dei francesi Nocturnal Depression, sette tracce che urlano ossessione e dolore, quasi un concept post-umano che come in una reazione a catena fatta di black metal, gotic e tecnica inimmaginabile, lascia l’ascolto pieno di lividi, ematomi, da day after.
Regno di intrichi e arte caotica, il disco non offre molto al metal moderno, si crogiola – immobilizzato – in una esaltazione del fattore “strazio” in modo pressante, senza vie d’uscita o quanto meno attualizzando un deriva o più derive verso lidi aperti, tracce che scavano nella miseria delle anime come a succhiarne quel poco di energia negativa che possiedono. Corteggiati dai connazionali Elend, i ND cristallizzano la loro formula espressiva in un continuo screamo che non rende giustizia fino i fondo, ha salvare qualcosa intervengono le viole nel vortice doom di Meditation grisastre o l’arpeggio Sabbathiano di Un immense desespoir, ma è in generale che il tutto non funziona disperdendo in giro solo vento ed elettricità a profusione.
Della serie “l’è tutto da rifare”!
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