E’ radicata nella durezza iconoclasta la sferzata elettrica dei Narrenschiff, per questo Of trees and demons – disco della band marchigiana – raggiunge vette simboliche estremamente profonde e produce una scheggia magica, ombrosamente magica, sospinta ai livelli più alti della sacralità rituale dello stoner doom.
Sette tracce martirizzate dalla pressione dei timbri percussivi e lirici, riff chitarristici totemici che assumono sembianze saturnine, mercuriali, con una tribalità espressiva che risale a certi Slo Burn, Kyuss, semantiche di Sepultura Ocean e voli infuocati di stampo QOTSA Atomic axilla, robot Godzilla, una sequenzialità di sibili, scariche e compressioni che danno all’ascolto il senso di una multidisciplinarità maledetta da assorbire in fretta, da inglobare all’istante tanto ricca di fasti bui.
Nell’odio “meccanico” della tracklist l’estetica notturna e tempestosa la fa da grande, disco per anime impossessate e in pena, tracce che reiterano una diabolica bellezza come il luciferino che cova nella titletrack, la desertificazione asettica di 57 o l’allucinazione doom che scanna la stupenda Event horizon.
Riccardo Pancotti basso/voce, Mattia Leonardo Bozzetti chitarra e Gerson De Oliveira batteria sono i fautori di questo bel teatro del martirio che frantuma il silenzio per riempirlo di un caustico e straordinario caos amperico, facendo centro!
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