
Plasma Expander - Kimidanzeigen
Wallace/Here I Stay
A tre anni dal promettente esordio, i sardi Plasma Expander, si confermano una delle migliori realtà dell’indie-rock italiano, con questo secondo lavoro. Dopo cambi di line-up ed una rivisitazione del loro sound i tre musicisti con “Kimidanzeigen” si dimostrano ben capaci di ristrutturare, ma anche di destrutturare e di rimettere in discussione tutto ciò che finora abbiamo dato per scontato in ambito noise. In questi otto brani aleggia una tensione costante, sostenuta dalla capacità del trio di tirare il più possibile il sound, per poi improvvisamente lasciarlo andare. L’attimo preciso tra la tensione e l’esplosione del suono è quello più importante, perché come diceva il protagonista de ne “L’odio” di Kassovitz l’importante non è la caduta è l’atterraggio. Ed è proprio in questo che il trio è abilissimo nello spiazzare l’ascoltatore, nell’instillare nel suo cervello domande del tipo: “e ora, dove vanno? Fin dove si spingono”? Ascoltate con attenzione “Why not” e vi renderete conto di quest’aspetto, in quanto se nella prima metà il sound è un math circolare, nella seconda si allarga in cerchi concentrici e centrifughi,. Lo so è un’immagine abbastanza allucinata, ma è ciò che il mio cervello è riuscito a raffigurarsi ascoltando questo brano. La stessa “No moustache”, nonostante rispetto a tanti altri brani appaia più sciolta ha in realtà delle pretese epiche, con salite e discese, oppure prendete “Noise on belly” una lunga cavalcata con inflessioni roots che preannunciano l’esplosione di noises in perenne scontro o ancora il math/noise tirato al massimo di “Hands in your guts”, eccessivamente ma efficacemente schematica. Lasciatevi pure affascinare dalla ricerca sonora destrutturante di “Kimidanzeigen”.
