“Confessioni di un povero imbecille”, il nuovo lavoro gli Avvoltoi, capitanati da Moreno Spirogi, è un concept album basato sul racconto di Gianluca Morozzi “Despero”, una storia di rock e d’amore, di speranze infrante e realizzate. Il gruppo bolognese ha ben pensato di riadattare il romanzo in chiave del tutto personale. Sempre fedeli all’approccio beat e con largo uso dell’organo hammond, il disco ha un’andatura molto evocativa e sembra provenire direttamente dai primi anni ’70, quelli ancora infarciti dalle armonie e dalle arie hippy, questo vale in particolare per brani come “12 gocce” e “Sono libero”.
Certo non mancano momenti rock, vuoi nello strumentale quasi surf di “Lancio” e nel beat-rock di “1991”. Tuttavia, i momenti in cui il quintetto bolognese rimane più ancorato agli anni ’60 sono quelli di “Brucia” e di “Giuro lo vedrai”. Da quando, nella metà degli anni ’80, si misero in testa di far rinascere il Beat Italiano non hanno sbagliato un colpo e questo disco conferma il loro elevato livello di performance.

