Omega Storie è un rapper e performer di Milano nord. Il rap è il suo primo amore, ma non l’unico. Quest’ultimo viene definito, dall’artista stesso, come un’arte applicata a quello che fa. Nel 2016, entra nel mondo del Poetry Slam andando a vincere, tre anni dopo, il Campionato italiano categoria Under 20. Nei successivi due anni pubblica Bruco, il suo primo album solista, e Labor Limae EP.
Ancora qualche dubbio è il suo ultimo singolo. È un brano che rappresenta un nuovo approccio musicale per il giovane milanese e che, non tralasciando qualche critica al genere umano, parla di vita, di quale sia il modo migliore per approcciarsi ad essa evidenziando come il vivere libero da convenzioni e pensieri comuni possano essere dei punti fondamentali da cui partire per diventare persone migliori e vivere, magari, con più leggerezza.
In occasione dell’uscita del brano abbiamo scambiato quattro chiacchiere cercando di trarre qualche curiosità in più dall’artista stesso.
Nell’annunciare Ancora Qualche Dubbio dichiari: “Voglio condividere con voi l’inizio di un percorso che non so dove porta ma che sicuramente mi sta cambiando la vita”. Quali aspetti della tua vita sta cambiando questo nuovo percorso?
Principalmente il mio modo di vivere e intendere la musica. Nell’ultimo anno e mezzo la mia compagnia di amici ha aperto 2 studi di produzione a Milano e devo dire che ora fa tutto più parte della mia quotidianità. Ho sempre avuto la possibilità di fare musica ma andare in studio 4/5 volte a settimana mi ha proprio svoltato il modo di concepire le canzoni.
In esso ho notato riferimenti al periodo di lockdown. Il brano è nato in quel periodo? Se sì, sotto quale input?
In realtà il brano è nato nel mese di Ottobre, nel 2019. In quel periodo avevamo solo un vago ricordo della febbre suina. Però si, il brano parla di una modalità con cui si potrebbe prendere la vita di tutti i giorni e sicuramente stare a casa ci ha fatto riflettere molto a riguardo, chi più chi meno.
A 20 anni è frustante fermarsi, bloccare e rivoluzionari i propri piani. Quanto ciò ha inciso sulla tua vita personale ed artistica?
E’ frustrante ma spesso necessario. E’ importante avere la lucidità per potersi guardare “da fuori” e giudicarsi: probabilmente le catastrofi più gravi nella storia dell’uomo sono accadute perché qualcuno non ha avuto del tutto sotto controllo la situazione, o perché nessuno ha avuto il coraggio e la trasparenza di farglielo notare nel momento in cui avrebbe dovuto.
Quali dubbi sei riuscito a risolvere? E quali / quanti sono ancora senza soluzione?
Ancora nessuno, ne spuntano sempre di nuovi e quelli più vecchi si fanno più grandi. Ma infondo siamo qui per questo.
Sei attore protagonista nel Poetry Slam, ma anche fan del rap conscious. La domanda sorge spontanea. Ascolti Murubutu e Clavergold?
Ci sono sicuramente brani di entrambi che negli anni mi sono piaciuti, mi ricordo che anni fa ero fuori con Quando venne lei di Murubutu ma li ho un po’ persi di vista ultimamente. Devo rimediare?
Il Poetry Slam è una forma di espressione che, personalmente, penso nasca da un bisogno espressivo molto forte, forse maggiore rispetto a quello della musica stessa. Tra i due, quale metodo comunicativo e di sfogo preferisci?
Scrivo sicuramente molta più musica, anzi direi prevalentemente. Molto spesso i testi delle mie canzoni li rendo performabili e li recito ai Poetry Slam. A giugno però ho pubblicato un libro di poesie, Vernice Nera, al cui interno ci sono diversi brani concepiti proprio come poesie.
“La mia voglia di novità mi opprime”. Perché?
Perché sono curioso. E non sempre è un bene.
I Club Dogo sono tra gli artisti che più ti hanno formato. I tuoi tre pezzi preferiti?
Note killer, All’ultimo respiro e MI Bastard. Scegliere rimane difficile.
A cosa punta Omega Storie?
A fare musica italiana degna di nota.
Alessandro Pirrone