“Il futuro è già nostalgia…”
Agosto.
“Agosto è il mese più freddo dell’anno” direbbe qualcuno…
Agosto è il mese dell’Ypsigrock Festival, una realtà importante per la Sicilia.
Da 17 anni, ogni anno – per un weekend – si alternano band internazionali, in una location sublime e raffinata: Il Castello di Castelbuono.
Artisti come Primal Scream, Django Django, Alt – J, Of Montreal, Mogwai, Dinosaur Jr, The Rakes, Luminal, dEUs, Benvegnù, Architecture in Helsinki, Moebius, Motorpsycho, Blonde Redhead, Marlene Kuntz, Afterhours (e tanti tanti altri…) sono stati tra i protagonisti delle varie edizioni.
Quest’anno, dal 9 all’11 agosto, ho avuto la possibilità di essere presente – ahimè per la prima volta – all’Ypsigrock.
Beccando così un paio di artisti interessanti – altri meno, ma son gusti del resto .
Una line up decisamente degna di nota. Ma andiamo con ordine:
Venerdì 9:
Tragitto da Palermo non proprio tranquillo e sereno: i mancamenti mattinieri per il forte caldo non sono stati certo assenti, ma la situazione non mi ha affatto demoralizzata: cuffiette, mp3, acqua fredda, polase e senza problemi alcuni ho preso il pullman per Castelbuono.
Arrivata verso le 18,30, incontrato la padrona di casa (si, ho evitato di campeggiare: come si suol dire, “non ho più l’età”) .
Conosciuto coinquiline – fortunatamente molto simpatiche – fatta una doccia veloce, patinata, cenato e via verso il Castello.
A Castelbuono mi ha accolto la pioggia e per quanto mi riguarda è stata piacevole, ma probabilmente non sarà stata la stessa cosa per gli organizzatori.
Dovevano aprire il festival gli Youarehere ma per ragione tempistiche non hanno suonato e dunque la serata è iniziata verso le 22,30 con gli Efterklang – gruppo indie di Copenaghen – elegantissimi salgono sul palco per una performance curiosa.
Il tutto prosegue con i carismatici Shout Out Louds: tante le influenze, ottimo il sound.
Esibizione gradevole, un’ora e venti di un perfetto show energico, nonostante la pioggia, che non ha risparmiato nessuno, neanche i The Drums; gruppo con il quale si è conclusa la prima serata dell’ Ypsi .
Influenze esageratamente pop, ma la performance è stata professionale e senz’altro di qualità.
Sabato 10:
Ha piovuto tutto il giorno. Ogni tanto il sole ha fatto capolino, rendendo il clima gradevolmente più mite, rendendo tutto più piacevole.
Alle 18,00 l’Ypsigrock inaugura un nuovo spazio: il Chiostro di San Francesco per l’Ypsi & Love Stage.
Una location settecentesca che ha ospitato i live show pomeridiani.
Apre il pomeriggio, inaugurando il tutto, un gruppo siciliano perfetto per la giornata: Black Eyed Dog, tra suoni psichedelici, sporchi ma decisamente rock’n’roll .
Si continua con Deptford Goth che ci catapulta in un’altra dimensione estremamente malinconica. Si presenta vestito in nero, un po’ assonnato in viso; i problemi tecnici con il fonico non sono mancati, ma il live è stato intenso, un sound perfetto per il calar del sole. Ed è subito nostalgia…
Dopo l’ardua salita al Chiostro e una cena veloce, corro verso il Castello. Aprono gli Youarehere (postponed della sera prima) per un breve show, non male.
Subito dopo, mentre la piazza si riempie, ecco salire gli Omosumo con il loro solito live elettronico pieno di contaminazioni interessanti.
Si continua con Holy Other – mentre molti sono in trepidante attesa dei Suuns – ma anche Holy riesce a catapultarti in un’altra dimensione. Oscura, forse, ma sicuramente l’atmosfera che si è creata è affascinante.
Ed ecco i Suuns, tra una goccia e l’altra. Ero molto curiosa di ascoltarli, l’album è pazzesco. Lo show non è stato da meno: ottima presenza scenica, l’atmosfera oscura di prima è rimasta ma con toni più elettronici talvolta riflessivi, cupi. Perfetti.
La seconda serata si conclude con Erol Alkan, dj londinese, che ha fatto ballare un bel po’ di gente.
Domenica 11:
Oggi è l’ultimo giorno.
La stanchezza si fa sentire, la giornata è stata molto bella. Sole, cielo azzurro, clima non troppo caldo.
Di pomeriggio, al Chiostro, mi aspettavano i primi live di unePassante e Indians.
La sera, a Piazza Castello, mi aspettavano gli attesissimi live dei Metz, Local Natives ed Editors .
La salita sempre stremante, è stata premiata da due performance pomeridiane interessanti.
UnePassante gruppo fiorentino formato dalla palermitana Giulia Sarno, Michele Staino, Emanuele Fiordellisi, Salvatore Miele, sono stati proprio una bella scoperta.
Apertura perfetta per il delicato Indians: artista danese, che riesce con la sua chitarra classica e synth, a proiettarci in una condizione limpida con un sound pulito, ambient.
Il ragazzo non ne sbaglia una. Merita.
Si ritorna al Castello verso le nove e mezza, dove mi godo in compagnia di due Shout Out Louds , il live dei Metz . Adrenalinici, un sound hardcore folgorante.
Dopo i Metz, ecco arrivare sul palco l’elegantissimo Rover, con band .
Sicuramente pieno di influenze e contaminazioni musicali – direi lampanti – ma è stato uno show appassionante.
Tra una cosa e l’altra, ecco arrivare i Local Natives – band californiana – le aspettative sono tante, ma il gruppo ha reso giustizia con uno show stimolante, trascinante e decisamente di qualità. Ci regalano anche una cover dei Talking Heads, degna di nota.
Tanti pensieri, il vento che li scaccia via è assente. Questo è un problema, ma subito ecco arrivare i fantomatici e tanto criticati Editors.
Probabilmente sono il nuovo bersaglio del 2013 per critici fittizi e ignoranti. Ma questa è tutta un’altra storia, siamo circondati purtroppo.
Il live è stato pazzesco: sicuramente l’assenza di Chris – componente fondamentale per la band – era evidente, soprattutto nel sound. Ma nonostante questo è stato uno show notevole ed emozionante. Una carica esplosiva, coinvolgenti, una presenza scenica singolare, un look distinto.
Il pubblico è in estasi: canta, salta, grida. La band entusiasta, i vecchi pezzi non sono mancati, alternati dai nuovi singoli.
Le luci si accendono, è tutto finito.
Noto sorrisi sulle labbra di molti, ma anche il disgusto in altri.
Giravo un po’ tra la gente, conoscenti sparsi di qua e di là, qualche amico, Fiasconaro (pasticceria situata in centro a Castelbuono, consigliatissima) rivelazioni, nuove conoscenze, una lucidità quasi inquietante e sicuramente un bagaglio pieno di ricordi.
Ed è subito mancanza…
La pioggia è stata protagonista assoluta in questa edizione dell’Ypsigorock, il vento che scaccia via i pensieri negativi era presente, il clima freddo era accompagnato musicalmente da band sublimi, che inconsapevolmente hanno regalato sensazioni indescrivibili. O nell’attesa di un live, ascoltare musica classica echeggiante su tutto il Castello… Ho amato molto.
Credo che sia indescrivibile anche il weekend, certe cose non possono raffigurare le sensazioni. Neanche le foto: tabù di questo festival. Poche e neanche tanto buone.
Ma i ricordi, quelli sì che sono buoni.
Si sorvola sugli “amici degli amici” sotto palco con gli iPhone, sui problemi tecnici dei fonici, sulle gonne grondanti d’acqua, al non essere andata ai djset nel camping…
Come ho scritto precedentemente, l’Ypsigrock Festival è proprio una bella realtà siciliana. Ed è proprio vero: “i grandi si rispettano, i piccoli si divertono…”