Articolo di Stefania Clerici – Foto di Roberto Finizio
C’era un tempo in cui le serie tv scoprivano nuovi talenti, andando a sfornare uno stuolo di attori, registi e produttori che avremmo poi (ri)visto al cinema. Oggi il meccanismo si è invertito, l’arte di fare tv (di qualità) è diventata nobile e sempre più professionisti del grande schermo si impegnano in progetti per il piccolo (o addirittura piccolissimo – pensiamo alle produzioni originali per il web made in Netflix), in cui budget sempre più cospicui vengono investiti nel cachet delle star. Non potendo però permettersi colonne sonore con Madonna o i Coldplay, gli artisti emergenti del panorama musicale internazionale hanno trovato un buon trampolino di lancio per ottenere visibilità mondiale in poco tempo e su un ampio bacino, basti pensare al potere distributivo di un Grey’s Anatomy o Sons of anarchy.
È da questo mondo che viene Jack Savoretti, cantautore nato a Londra ma di origine italiana (padre ligure, mamma britannica), l’artista pop soul che apre il mese di settembre dell’Estathè Market Sound di Milano.
La serata si inaugura con uno showcase del milanese Jack Jaselli, fresco di lavoro in studio del suo nuovo album, registrato negli Stati Uniti, che ci scalda i cuori e l’atmosfera, subito dopo una pioggia torrenziale che aveva fatto odorare un possibile rinvio del concerto per maltempo.
Per fortuna smette di piovere prima che Jack Jaselli salga sul palco e la serata prende una bella piega: sulle magiche note di Christopher Columbus si respira aria nuova, qualche brano che anticipa il prossimo album in uscita, ed è subito ora di appoggiare la chitarra, lasciare il palco per l’ingresso di Savoretti.
Verso le 22.15 tutto è pronto per il secondo Jack della nostra serata, prima volta per me dal vivo con questo artista. Eravamo stati al suo concerto di Genova lo scorso maggio con l’amico Matteo, ma l’atmosfera di stasera è un po’ diversa: Jack non gioca in casa, per quanto a suo agio sul palco dell’Estathè, si deve conquistare il pubblico e i primi pezzi sono un’infilata di soul ruvido e graffiato, in cui ci permette di farsi conoscere.
Fatta amicizia con la platea, l’artista si concede a qualche dialogo, introducendo i pezzi proposti in scaletta, per lo più con brani tratti da Written In Scars, – ultimo lavoro del cantautore – senza dimenticare i grandi classici che l’hanno reso noto al grande pubblico, con le cover di mostri sacri di Dylan e Battisti.
Verso la fine del concerto sale sul palco anche Violetta Zironi, che, imbracciato l’ukulele, duetta con Jack su un paio di pezzi, partecipando alla conclusiva “Come shine a light”, a cui prende parte anche Jack Jaselli.
Sulle note della chitarra di Savoretti e della sua graffiante vocalità, si chiude uno dei più piacevoli concerti di questa fine estate a Milano. Le nuvole alte nel cielo oscurano la luna, ormai non più piena, della notte milanese: nel cuore il ritmo blues del sound di Jack, a cullare la fine di una serata davvero originale.