Foto di Andrea Ripamonti | Articoli di Jennifer Carminati
Dopo 5 anni di assenza dai palchi italiani riecco finalmente dal vivo i Korn con un cambio di location (dall’Ippodromo al Fabrique) che non li ha certo penalizzati in termini di acustica e luci, veramente nulla da eccepire. Se siete fan dei Korn, questo è il momento perfetto per vederli live.
Entrando nel locale noto subito l’eterogeneità del pubblico, variabile come il meteo a Milano ultimamente. Si passa dagli adolescenti con indosso magliette improbabili, ai genitori che cercano di introdurre i figli alla musica metal con una band leggendaria che ormai quasi 30 anni fa contribuì a creare un nuovo genere, il nu metal, purtroppo però a mio parere ormai inflazionato e bistrattato dalle nuove generazioni.
I Korn questa sera hanno dimostrato un’evidente voglia di essere di nuovo sul palco e di volere restarci per ancora molto tempo. Chi li dava persi si è sbagliato di grosso. Con gli ultimi 2 album, “The nothing” del 2019 e il recentissimo “Requiem” del 2022, la band è tornata alle proprie origini ed è rimasta fedele al sound da loro stessi ideato, per la gioia dei fans di vecchia data come la sottoscritta.
La formazione è quella originale (a parte il bassista Fieldy sostituito da Roberto ‘Ra’ Diaz dei Suicidal Tendencies) e ritroviamo un Jonathan Davis alquanto ispirato, un po’ appesantito forse, ma fin da subito pronto a coinvolgere e ringraziare il pubblico per l’affluenza numerosa in questo locale pieno a ¾ e pronto a festeggiare con loro il ventennale dell’uscita di “Untouchables” dal quale purtroppo proporranno però solo un pezzo, “Here to stay”.
Particolare nota di merito va al batterista Ray Luzier, con la band da una quindicina d’anni ormai, che non perde un colpo, macinando rullate su rullate, assumendo le classiche movenze di chi sta dietro le pelli divertendosi e non poco.
La scaletta fatta di soli 15 pezzi attinge principalmente dal repertorio storico della band, sparando i primi devastanti tre pezzi a noi veterani del gruppo in adorazione. Solo un paio di canzoni prese dagli ultimi 2 lavori, accolti tiepidamente dal pubblico che al contrario, si scatena letteralmente, durante l’esplosiva esecuzione di due classici quali “Freak on a Leash” o “A.D.I.D.A.S.” Infilandoci nel mezzo la cover dei Metallica con “One” e “We will rock you” dei Queen incastonata tra le note di “Coming undone’”.
I Korn credono ancora al 100% in quello che fanno e lo si percepisce dall’entusiastica energia profusa dall’intero gruppo nell’esecuzione di ogni singolo pezzo, dall’iniziale “Dead” alla conclusiva “Blind”, dal loro primo album omonimo del 1994, non giustamente apprezzata da chi era accorso al Fabrique per la fama del gruppo e non per un’effettiva conoscenza della loro discografia.
La serata si chiude un po’ troppo presto, 1 ora e 20 min di concerto sono pochini, per una band con una discografia di 14 album all’attivo e quasi 30 anni di carriera alle spalle, ma questo è. Accontentiamoci e li aspettiamo presto di nuovo dal vivo magari all’interno di un Festival, chi lo sa. Sono comunque soddisfatta perché ho avuto la riprova che il valore sovversivo della musica dal vivo non ha età e che nulla sostituirà mai uno spettacolo dal vivo e la connessione che si crea tra il gruppo e i fan.
Il tutto era iniziato alle h 20.15 con i Fever 333, band statunitense in attività dal 2017 con un solo album in studio ma che dal vivo sono una potenza e indubbiamente una piacevole scoperta per chi come me non li conosceva.
Il frontman Jason Aalon Butler ha una presenza scenica degna di uno che calca i palchi da 20 anni o giù di li.
Non si risparmia 1 min, corre a dx e sx, incita il pubblico nel mentre che sposta la scenografia del palco a suo piacimento, svuota cestini ( ?! ), lancia oggetti ecc.ecc. per buona gioia dello staff tecnico che lo rincorre per ripristinare un minimo di sicurezza. La loro mezz’ora di puro intrattenimento termina con Jason che esegue l’ultima canzone seduto sull’impalcatura, con le gambe a penzoloni…son convinta che ancora molti si stanno chiedendo come ci sia arrivato lassù. Nel loro sound si ritrovano influenze dei RATM, Public Enemy e Black Flag e a tratti mi hanno ricordato i cari e vecchi Beastie Boys. Da riascoltare indubbiamente.
Clicca qui per vedere le foto dei Korn al Fabrique di Milano (o sfoglia la gallery qui sotto).
KORN – la setlist del concerto di Milano
- Falling Away From Me
- Got the Life
- Here to Stay
- Start the Healing
- Cold
- Shoots and Ladders
- (Metallica “One” outro)
- No One’s There
- Y’All Want a Single
- Insane
- Worst Is on Its Way
- Coming Undone (with a snippet of Queen’s “We Will Rock You”)
- Freak on a Leash
BIS
- It’s On! / Trash / Did My Time
- Twist
- A.D.I.D.A.S.
- Drum Solo
- Blind
Michele
08/06/2022 at 21:03
Ottimo articolo! Ieri sera hanno suonato da dio, anche se Head era in castigo nell’angolo 🙂 esperienza da vendere e tanta potenza!
PS di “Untouchables” hanno fatto anche No One’s There, oltre a Here To Stay 😉 \m/