Articolo e Foto di Roberta Cacciapuoti
Chi si è trovato a passare dal Forum di Assago in un freddo martedì di novembre, ha trovato in attesa una folla colorata e acconciata con strane parrucche rosse. E’ una folla accorsa da tutta Italia, sono numerosi i dialetti che si fondono nelle chiacchiere che anticipano uno degli eventi più attesi dell’anno. Quella folla non era certo lì per caso, era il pubblico di Florence and the machine, o sarebbe meglio dire il pubblico adorante di Florence Welch, nuova icona della musica mondiale. Sì, perché Florence Welch è davvero un personaggio bizzarro, una giovane ragazza di ventisei anni che sembra una diva d’altri tempi, tanto elegante e altera, tanto seria nell’espressione, che però salita sul palco si trasforma nella coinvolgente e divertente popstar che in fondo è.
Il concerto del 20 novembre a Milano, unica data italiana, è partito alla grande con due dei brani più belli dell’ultimo album della band: Only if for a night e What the water gave me. Florence arriva sul palco con un vestito lungo, dai colori scuri sui toni del porpora e del nero e il collo alto, le maniche larghe a creare un effetto morbido a contornare le lunghe braccia, i lunghi capelli rossi legati in una treccia. La giovane artista corre su e giù per il palco, come volando a piedi nudi, e riesce subito a coinvolgere il pubblico, numeroso ed entusiasta. La scenografia, quasi un castello, su cui vengono proiettate immagini diverse, crea una cornice semplice e adatta allo show, tutto incentrato sulla forte carica e presenza scenica di Florence. Su Cosmic Love, di certo uno dei brani più amati, arriva alle stelle l’entusiasmo del pubblico. Sui brani più famosi dell’artista diventa quasi impossibile riuscire a sentire la sua voce, quasi completamente coperta dal canto del pubblico. Per la canzone Heartlines Florence chiede al pubblico di cantare insieme a lei, ma emozionata e divertita deve fermarsi e ricominciare, dicendo di aver dimenticato le parole.
Stupisce per la sua eleganza e per la sua spontaneità, che non ci si aspetta.
Un’ esibizione da incorniciare è sicuramente quella sulle note di Sweet nothing, eseguita per la prima volta proprio durante la data italiana, proposta in una versione intima e commovente. E poi ancora Spectrum e No light, no light, sempre dall’album Cerimonials. Per l’ultima parte dello show due dei brani più coinvolgenti del repertorio dell’artista, brani sui quali il pubblico può scatenarsi, incontenibile: Shake it out e Dog days are over, che si prolunga, accompagnata dalle mani battute a tempo dal pubblico, fino all’uscita di scena di Florence Welch, un’artista ipnotica, che stupisce e coinvolge, che regala a Milano uno dei più bei concerti dell’anno.