Reportage Live

DOV’È LIANA: festa infinita all’Hiroshima Mon Amour

“Abbiamo molto tempo, non c’è problema: noi stiamo qui fino alle 6”. L’anonimo trio francese canta l’amore, la festa, il ballo, il sesso, portando a Torino il nuovo disco Love 679.

Dov'è Liana in concerto Transumare Fest Roseto regli Abruzzi foto di Andrea Ripamonti per www.rockon.it

Articolo di Alessandro Cebrian Cobos

Sinceramente arrivo all’Hiroshima provato da una settimana intensa, con del sonno arretrato sulle spalle; curioso di sentire i Dov’è Liana per la prima volta, con qualche dubbio di riuscire a godermeli al meglio. Ma mentre mi bevo una birra per acclimatarmi, l’electro morbida e colorata del dj set di apertura di Andrea Vietti tira dentro me e tutte le altre persone in cerca di un beat. Balliamo.

La sala si riempie, e i veri fan hanno già il foulard e gli occhiali da sole in testa, come il trio nelle sue apparizioni pubbliche. Dietro la console, la scritta Love 679 si accende ogni tanto di led colorati, e quando succede scoppia un piccolo boato impaziente: siamo caldi. Salgono i tre, con le loro canotte, giacche di pelle e l’aria misteriosa datagli dal loro travestimento. 

Oltre ai piatti hanno a disposizione un paio di tastiere e una chitarra elettrica. Hanno il sorriso furbetto di chi sa che sta per combinarne una, ma aprono con nonchalance: appoggiano una sopra l’altra le linee melodiche dei vocals di Love 679 (Not Hate), e uno di loro viene a bordo palco per leggere un testo nostalgico sui ricordi d’infanzia. “Questo era la prima pagina da “L’arte della gioia” di Goliarda Sapienza”, annuncia. E parte il beat.

Dal vivo il loro sound colpisce molto più forte: i groove sono più incisivi, la cassa vibra diretta nel petto, ti fa muovere la testa a tempo. Vista anche la loro provenienza è facile tracciare una discendenza musicale: è chiaro che basta il vocoder di Tutte Le Donne per evocare i Daft Punk. E alcune stratificazioni progressive di accordi sostenuti, beat, basso, melodia, archi, vocals uno dopo l’altro li fanno sembrare una sorta di Justice per la Gen Z, come quando parte il ritornello di Time For Celebration.

Eppure la loro versione della french touch ha un tocco casalingo, uno spirito hippy che la rende diversa: coinvolgente, accessibile, accogliente. Sono tamarri ma tutt’altro che egocentrici: ti propongono di unirti alla loro festa, ti dicono “ti va?”

I loro testi hanno un’ingenuità rara, che può avere solo chi scrive in italiano senza essere nativo. Cantano “Giochiamo a fare gli amanti / e cominciamo a fare l’amore”, ma gli manca la malizia, sono liberi dalla necessità di dimostrare qualcosa, e permettono a se stessi di usare parole semplici che un cantautore madrelingua non combinerebbe mai. Chi scriverebbe una Discamore? “Un’estate alla spiaggia / Un’estate sul Piaggio / baci alla spiaggia”. Nessuno, mentre invece i tre possono farlo, possono ingenuamente pronunciare male le doppie e gli accenti, creando emozioni tanto semplici che tutti ricordiamo di averle vissute.

Emanano un senso di nostalgia con nessuna tristezza. Per un’ora e mezza siamo immersi in queste avventure notturne, infinite, e le stiamo vivendo insieme cantando in coro. Ci tengono sospesi collegando un pezzo al successivo, Peace, Love & Baci si sovrappone a Tutte Le Donne, un giro di basso si estende, sopra di lui un tappeto di note di piano elettrico, e poi uno dei tre viene davanti e si spara un assolo di chitarra. La risposta è estatica.

È per questo che, quando accennano degli accordi pacati, leggono l’ultima pagina di “L’arte della gioia” e se ne vanno, noi continuiamo a vociare. Tornano su: “Avevàno dimenticato le chiavi U Es Bé”, sorride. Mancava ancora Perché Piangi Palermo, in effetti, che diventa un’occasione per giocare con la loro signature track: aggiungono piccoli break old school, synth arpeggiati un po’ italo disco, e un frangente dubstep completamente fuori luogo (e quindi adorabile). Neanche questo è abbastanza e li richiamiamo sul palco ancora una volta. Ripropongono il medley di Peace, Love & Baci e Tutte Le Donne, che ci godiamo fino all’ultima goccia.

Quando se ne vanno per davvero, senza perdere tempo Andrea Vietti ritorna sul palco, con Lorenzo De Matteo, e traghetta l’energia che si sente ancora palpabile in un avvolgente dj set di chiusura. Io però ho già dato tutto stasera, a malincuore poco dopo torno a casa.

Mentre aspetto l’ultimo pullman, mentre cerco di trattenere un po’ di calore tra la giacca e la sciarpa, sento la mia voce che canticchia. “Ma l’importante è ballare / ridere / e fare l’amore”. Tutt’a un tratto sento un po’ più di calore, e sorrido.

DOV’È LIANA – la scaletta del concerto all’Hiroshima Mon Amour di Torino

  1. Love 679 (Not Hate)
  2. Time For Celebration
  3. Discamore
  4. Ecco La Notte
  5. Postcards From The Universe
  6. Summer Of Love
  7. Benvenuto A Casa Rock
  8. Peace, Love & Baci
  9. Tutte Le Donne
  10. Blue Summer
  11. Late Night Light
  12. La Notte Infinita

Encore:

  • Bowie Girls
  • Perché Piangi Palermo

Encore:

  • Peace, Love & Baci
  • Tutte Le Donne

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