I cani randagi del deserto sono tornati. Brancolano nel caldo torrido del deserto Usa. Anche se sono veneziani il loro sound è ad altissima gradazione, come quella del deserto californiano. Il trio veneto con “Revolution” pubblica il suo terzo disco e per certi versi sembra più sciolto e meno rigido dei lavori precedenti. Questo disco è molto più fruibile e godibile, anche se i riferimenti ai loro padri putativi (Black Sabbath, Kyuss, Queen Of The Stone Age, ecc.) restano un marchio indelebile nel loro sound. In queste dieci tracce riescono con scioltezza a passare dall’irruenza frenetica di “(feel like..) Mad cow” alla tensione riflessiva di “Beautiful optional girl”. Il trio lagunare ha acquisito la capacità di passare senza problemi da brani più tesi, a volte con il blues in primo piano come nella dilatata “Devil dancing (Pyramida)”, alle schegge stoner punk di “Half a blowjob”, memore dei Mondo Generator. Con l’avvicinarsi dell’inverno, il miglior modo di scaldarsi è mettere nel lettore questo cd. Il calore non vi mancherà.
Vittorio Lannutti