Condivisibile l’idea di indie che hanno i Monkey weather, dato che si vogliono emancipare dalla posa di chi oggi si definisce tale, evitando la vera essenza di questo termine, del quale il trio in questione vuol recuperare il significato che proviene dalla fine degli anni ’70. In buona sostanza a quelle sonorità è legato anche il loro sound, dato che il gruppo è cresciuto a pane, David Bowie ed Echo and the Bunnymen.
Tuttavia, il loro sound vira verso un brit-pop frizzante, che sia influenzato dal punk scandinavo (“Sara want to dance”) o serrato (“I was sleeping”) o spruzzato di funk (“Monday”, “Black hole box”). Il risultato sembra più un’operazione nostalgia, per chi è legato al brit-pop, ma per i Monkey weather, anche questo è un modo per essere indie.
Vittorio Lannutti