Non può capitare a tutti e in qualche modo è anche giusto così, ma quando succede di passare tanto del proprio tempo con delle personalità uniche, è inevitabile che chi è capace di esprimersi tramite la scrittura decida di rendere partecipe gli altri di quelle esperienze che in più modi cambiano la vita. È esattamente questo che ha fatto Federico Traversa con il suo libro “Su la testa – I miei anni con Don Andrea Gallo“, pubblicato a Ottobre 2021 da il Punto d’incontro edizioni. Lo scrittore ha passato con Don Gallo sette intensi anni e con lui ha potuto viaggiare, scrivere, ascoltare e capire. Completiamo ora il quadro: siamo a Genova e vediamo Don Gallo e Federico insieme, il famoso prete intrattiene con i suoi numerosi racconti, lo scrittore prende appunti e registra, i due creano libri di successo e insieme portano i loro lavori in giro per l’Italia, ovunque saranno accolti da incredibili folle. Bastano poche righe di questo libro e subito si coglie la principale colonna sonora: Fabrizio De André.
Anche quando il cantautore genovese non viene citato apertamente voi sentirete comunque le sue canzoni, non solo ne sentirete le note ma soprattutto vi verranno in mente le sue parole, i suoi versi e gli argomenti più profondi da lui trattati. Don Gallo ancora oggi che non c’è più, è amatissimo per la sua scelta di vita molto forte, egli ha infatti trascorso la sua esistenza affianco a tutte le anime perse della sua città.
Grazie ad una dote innata e anni di esperienza, Don Gallo era in grado di dare sollievo e supporto a tutti quelli che sono considerati gli ultimi della società, sono a lui riconoscenti un’infinità di tossicodipendenti e prostitute, senza dimenticare la sua attenzione a tematiche come la disoccupazione e i diritti umani. Famoso, cruciale e controverso è il rapporto che il prete ha sempre avuto con la chiesa e con il potere sovrano (ma umano) della città del Vaticano.
È cosa nota che un cantautore come Fabrizio De André non è mai stato visto di buon occhio dalle autorità ecclesiastiche e da tutta quella fetta di Italia che sta comoda nei suoi dogmi, abituata a vivere la religiosità su un gradino più alto e lontano dalle anime bisognose. Questa contraddizione di molti “credenti” ben la conosceva e criticava Don Gallo e bene l’ha raccontata Fabrizio De André. Appartenenti a due sfere a primo impatto lontane in realtà il cantautore e Don Gallo si muovevano nel nome di una cosa comune, loro semplicemente vivevano con la stessa devozione nei confronti dell’amore. E poi la figura di Cristo, cara ad entrambi, narrata da De André con la musica, arte che come diceva Don Gallo mette le ali a chi non le ha. Nella “Buona Novella” la figura di Gesù è cantata con un forte impatto emotivo e il motivo principale è uno: non ci vengono raccontate storie di personaggi eterei, De André scava nella storia del Cristo uomo, messaggero di pace e uguaglianza, capace con la sua autenticità di muovere le coscienze. D’altronde anche la figura di Maria e persino quella dei ladroni è stata narrata sotto un’altra luce perché a Fabrizio De André è sempre interessata la realtà, cruda e scomoda, ma il suo obbiettivo è stata sempre l’onestà, in ogni sua poesia .
Vicinanza e aiuto concreto verso chi si ritrova solo, assenza di giudizio gratuito nei confronti delle scelte altrui e ricerca dei veri principi cristiani: ecco alcuni punti fondamentali di Don Gallo che Federico Traversa ci racconta nel suo libro, un racconto che a più riprese svela anche spigoli intimi dell’autore stesso.
“Su la testa – I miei anni con Don Andrea Gallo” è il racconto di lunghi momenti vissuti da uomini reali alla ricerca di una vera strada, non solo De André ma tanta altra musica in questo libro, un lavoro personale con un risvolto quasi catartico per lo scrittore Federico Traversa che di musica e di comprensione della sofferenza ha sempre scritto.
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