Sono molti gli artisti, appartenenti alla scena musicale rock e non, che durante la loro carriera hanno deciso di rendere omaggio al genio di David Bowie.
Oggi, nel triste giorno che segna irrimediabilmente la storia della musica (e dell’arte in generale) con il suo ritorno tra le stelle da cui è venuto, non c’è forse modo migliore per salutarlo che selezionare alcune delle cover più emozionanti dedicate al Duca Bianco.
Dai Nirvana a Beck, dai Def Leppard a Seu Jorge, ecco la nostra personale classifica delle 10 cover delle canzoni di David Bowie più belle di sempre.
CHRIS HADFIELD “SPACE ODDITY”
Il 12 maggio 2013 l’astronauta Chris Hadfield posta il primo video musicale girato nello spazio. Si tratta della cover di un classico di David Bowie: Space Oddity. Mai scelta fu più appropriata, il video è una meraviglia e diventa subito virale. La registrazione avviene a bordo della Stazione Spaziale Internazionale e l’astronauta canadese si fa aiutare dall’amica Emm Gryner, cantautrice che ebbe la fortuna di lavorare come voce e tastiera al fianco di David Bowie durante diversi live.
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NIRVANA “THE MAN WHO SOLD THE WORLD”
Durante la registrazione di MTV Unplugged in New York (1993), mentre fan e produttori sperano nella performance delle hit più “commerciali”, i Nirvana stupiscono tutti con un’esecuzione distorta e personalissima di The Man Who Sold The World. Questa cover, assieme a quella di 20 anni prima della cantante Lulu, contribuisce a rendere celebre la canzone di David Bowie che decide di inserirla nel repertorio dei suoi live proprio solo a partire dagli anni Novanta.
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WARPAINT “ASHES TO ASHES”
NPR Music definì questa versione contemporaneamente abbastanza futuristica e retro da poter rendere giustizia come si deve a un artista come David Bowie. Le californiane Warpaint donano un tocco femminile e un po’ indie-pop a Ashes to Ashes all’interno di We Were So Turned On: a Tribute to David Bowie. Pur mettendo la propria riconoscibile firma personale, rispettano il pezzo e ne mantengono integro il carattere originale.
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SMASHING PUMPKINS “SPACE ODDITY”
Riproponiamo nuovamente in elenco uno dei pezzi più conosciuti del Duca Bianco, stavolta eseguito a volumi altissimi dagli Smashing Pumpkins. Chitarre e feedback audio fortissimi, Billy Corgan e la sua band suonano Space Oddity su un tetto durante una puntata di Guitar Center Sessions Live from Austin, Texas, su DIRECTV.
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BECK “SOUND AND VISION”
Forse una delle cover più famose e spettacolari di sempre. Per eseguire la sua reinterpretazione di Sound and Vision, Beck si circonda di 160 musicisti, compreso suo padre, David Campbell, nel ruolo di direttore d’orchestra. “Un esperimento e un’occasione per provare qualcosa di completamente irrazionale”, Beck definisce così il risultato, 9 minuti e mezzo semplicemente epici, registrati a Los Angeles con una action camera per riprese a 360°.
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MY CHEMICAL ROMANCE FEAT. THE USED “UNDER PRESSURE”
Non c’è dubbio che ci voglia una buona dose di coraggio per decidere di realizzare la cover di una canzone del Duca Bianco, non parliamone poi se si sceglie un masterpiece come Under Pressure, dove due mostri sacri, David Bowie e Freddy Mercury, incrociano le loro voci e le loro attitudini creando qualcosa di assolutamente inimitabile. Il rischio di infangare la canzone è altissimo, soprattutto se la reinterpretano due band giovani come My Chemical Romance e The Used. Eppure l’esperimento riesce alla perfezione, Gerard Way e Bert McCraken la registrano nel 2005 per beneficenza dopo il terremoto/tsunami del Giappone ed è subito un successo.
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DEF LEPPARD “ZIGGY STARDUST”
Nella classifica Rolling Stones delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi, Ziggy Stardust incontra l’hard rock dei Def Leppard a metà anni Novanta, quando Joe Elliott e i suoi compagni decidono di eseguirla durante uno dei loro live storici, a stretto contatto con i loro fan all’interno di un pub a Sheffield, Inghilterra, la città in cui sono nati. In più di 30, tra band e cantanti, hanno reso omaggio a David Bowie attraverso la performance di Ziggy Stardust, ma quella dei Def Leppard, vuoi per la location intima, vuoi per l’atmosfera particolare, è la reinterpretazione che preferiamo.
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CULTURE CLUB “STARMAN”
Starman viene reinterpretata nel 1999 dai Culture Club grazie al riarrangiamento di Roy Hay e alla voce di Boy George: come dire, da un artista eclettico a un altro. Il pezzo è presente nell’album Don’t Mind if I Do ed è inclusa anche nel CD celebrativo Starman: Rare and Exclusive Version of 18 Classic David Bowie Songs, realizzato da Uncut Magazine nel 2003.
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BRIAN MOLKO (PLACEBO) “FIVE YEARS”
Il 26 febbraio 2004 i Placebo sono ospiti della trasmissione francese Trafic.musique. Durante l’esibizione/intervista, in onda contemporaneamente sia in Francia che in Canada, Brian Molko imbraccia la chitarra e inizia a suonare Five Years. La reazione a pelle d’oca è incontrollabile, la sua voce sembra creata apposta per interpretare il pezzo di apertura dell’album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars.
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SEU JORGE “ROCK’N’ROLL SUICIDE”
I cinefili e gli appassionati dello stile del regista Wes Anderson ricorderanno che nella colonna sonora del film capolavoro Le avventure acquatiche di Steve Zissou compare una selezione dei grandi classici di David Bowie, cantati però in portoghese. Si tratta dell’opera di Seu Jorge, star brasiliana che con il solo utilizzo di voce e chitarra acustica regala un nuovo fascino e un’atmosfera fiabesca alle canzoni più famose del Duca Bianco; tra queste anche Rock’n’roll Suicide.
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