Fa tappa a Milano il No Shame Tour di Lily Allen. L’indiscussa reginetta del pop britannico di una decina di anni fa, dopo un periodo travagliato, è tornata con un nuovo album, No Shame, uscito lo scorso giugno ed un nuovo tour, alle sue prime date europee. Il concerto doveva tenersi al Fabrique, ma a pochi giorni dall’evento, il live è stato spostato al Circolo Magnolia “perché non abbiamo venduto abbastanza biglietti” dice in maniera disarmante e sincera Lily dal palco, non facendo mancare una sdrammatizzante e rassegnata risata “ma non ho voluto annullare la data”. E ha fatto bene. Il Magnolia in versione invernale è piccolo, ma viene totalmente riempito dai fan che aspettano il ritorno di Lily da tempo. La scenografia è scarna, solo quattro aste luminose per creare giochi di chiaro scuro e c’è giusto lo spazio per i due musicisti che la accompagnano, ma se da un lato questo può penalizzare e comprimere Lily e il suo live, dall’altro contribuisce a creare un clima intimo tra i fan infreddoliti e ben coperti da giacche o maglioni e Lily, che beve il suo té perché provata da mal di gola (del quale non c’è traccia nella sua esibizione) e si libera delle ciglia finte che le provocano continue lacrime, regalandole al pubblico.
Il live, come il nuovo album, inizia con Come On Then, caratterizzato da voce ferma, sottile, dolce, in contrasto con la tensione del ritmo elettronico e delle parole di sfida, dirette verso una stampa che le ha reso una vita non facile, ma fa arrivare una Lily in piena coscienza e consapevolezza. Il live è un alternarsi di sound, un sali scendi di sonorità che vanno dall’ovattato ritmato elettronico a guizzi e cambi di genere come in LDN, tratto dall’album Alright, Still, in cui dal freddo idroscalo veniamo catapultati in un chiringuito caraibico e la sala è un ancheggiare di birre (e telefoni) alzati. Siamo ormai nel vivo del concerto quando veniamo rimbalzati in un moderno saloon con le note sbarazzine e picchiate del piano di Knock ‘Em Out per poi proseguire con il rap del botta e risposta che un gruppo di ragazzi vicino a me fa proprio, duettando con Lily e portandomi come dentro ad un videoclip.
Non mancano i momenti intimi, con le ballad Three, accolta con silenzio e rispetto dal pubblico che apprezza la Lily mamma che mette in piazza tutti i suoi difetti e Apples resa con voce e pizzichi di chitarra elettrica. Ma è con Not Fair e Fuck You che l’unione tra Lily e il pubblico è totale, lei lo sa e sembra aspettarsi quell’esplosione di consensi alle prime note, perché se il nuovo album è stato accolto con affetto e ci fa conoscere una Lily ora serena, è con questi brani di puro pop che il grande pubblico l’ha conosciuta restandone conquistato al primo ascolto.
Un live a dimensione familiare, tenuto conto della notorietà dell’artista sul palco, all’insegna dei “pochi, ma buoni”.
LILY ALLEN – La scaletta del concerto di Milano
Come on Then
Waste
LDN
My One
What Are You Waiting For
Knock ‘Em Out
Smile
Party Line
Deep End
Pushing Up Daisies
Three
Everything to Feel Something
The Fear
Higher
Family Man
Who’d Have Known
Not Fair
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Apples
Trigger Bang
Fuck You