Con il secondo disco i piemontesi The Monkey Weather si spostano dai riferimenti al pop-glam-rock dei ’70 inglesi al brit-pop. Insomma il trio resta saldamente ancorato a tutto ciò che di pop è giunto dall’Inghilterra.
Come nel precedente lavoro, il trio ha sempre una impatto frizzante e diretto. Il loro è un rock essenziale, per questo, non di rado sconfina nel punk, soprattutto quando fanno gli isterici (“I hate you”) o lo miscelano con uno strano pop-hc (“Morning”). Il disco è anche carico di abbondanti dosi di funk (“Alcholic tears”) e richiami all’industrial-new wave (“Lies”).
Le dieci canzoni in scaletta non sono effimeri segmenti di un dignitoso percorso musicale. Il titolo del disco, infatti, si riferisce alla storia della luna nel pozzo, che il trio interpreta in chiave presobenistica, vale a dire che per la band è necessario a volte fermarsi a riflettere e a constatare come vanno le cose. Loro lo fanno a suon di rock’n’roll spedito ed essenziale.
Prendete spunto guys!