Se la pronuncia inglese è qui e là approssimativa e maccheronica (glielo si perdona), l’ispirazione è su buoni livelli, che ne fanno uno dei lavori più interessanti del panorama indie italiano. Folk brasilerio, canzone d’autore italiana, Paul Simon e i più recenti Vampire Weekend: questi sembrano i punti di riferimento della band italo – brasiliana. Un mix originale e tracciato da poche band nello stivale.
L’apertura è affidata Qui nem gilò, in collaborazione con lo storico compositore americano di fama internazionale Arto Linsday, luminare della musica etnica. Piccola sbronza (con l’aiuto di Dente) è un potenziale tormentone estivo – sarebbe notevolmente superiore a quelli che solitamente ci propinano – e uno degli episodi più interessanti, Across The Sea farebbe splendere il sole a 30 gradi pure in questo triste marzo piovoso, per la sua contagiosa ariosità. E il resto di questo (breve) album si mantiene su questo livello.
“Saudade è un termine che deriva dalla cultura lusitana, prima galiziano e portoghese e poi brasiliana, che indica una forma di malinconia, un sentimento affine alla nostalgia.” Quindi perché non importare le sonorità della terra d’origine, facendola incontrare con la canzone Italiana? Operazione riuscita per il miglior disco dei brasiliani.
Robespierre
[youtube id=”_mq4j2iybiw” width=”600″ height=”350″]