Eterei e dilatati più del post rock i Nova sui prati notturni, band vicentina, esordiscono con questo disco dai suoni molto intensi e profondi. I quattro componenti suonano da diversi anni e hanno diverse collaborazioni alle spalle. “L’ultimo giorno era ieri” parte con “Signore delle cime”, una rivisitazione in chiave rumorosa di un classico canto per alpini vicentino scritto da Bepi de Marzi, dando al disco un tocco simile alle cose più salmodianti e diluite dei C.S.I.. Il gruppo poi attinge anche dalla poesia, “L’orto dei veleni”, infatti, è una poesia di Aldo Palazzeschi musicata in modo introspettivo e profondamente intimo.
Sui dieci brani si può dire che l’unico che abbia una ritmica rock è l’omonimo omaggio al pittore vicentino “Manuel Baldini”. Per restare in ambito di similitudini con quello che è stato il mondo del Consorzio Produttori Indipendenti “Nova sui prati notturni” ricorda le spore dei Marlene Kuntz e il noise di “86” sorregge un testo in lingua albanese. “L’ultimo giorno era ieri” è un disco che va metabolizzato con calma, non affascina al primo ascolto, ma se si ha la pazienza di ascoltarlo più volte, se ne potranno apprezzare tutte le sfumature poetiche e musicali.
Vittorio Lannutti