“Storia del futuro Tour” segue la pubblicazione del secondo album di Bianco, un disco realizzato all’insegna delle molteplici collaborazioni.
La factory che si è creata attorno al disco non si è fermata e così è nata l’idea di avviare un’operazione di rivisitazione del primo singolo “La solitudine perché c’è?” ad opera di altri artisti. Il primo a cimentarsi nell’impresa è stato Patrick Benifei dei Casino Royale, con un remix dal sapore notturno.
Nelle prossime settimane scopriremo quali altri artisti hanno dato la loro personale interpretazione del brano, non solo con versioni remix, ma anche ricantando la strofa originariamente interpretata da Tommi dei Perturbazione.
Queste le prime date confermate:
8 Dicembre | Cafè Latino – Roma (Acoustic)
2 Gennaio | Casa Olimpia – Sestriere
17 Gennaio | Spazio 211 – Torino
18 Gennaio | Surfer Joe – Livorno (Acoustic)
23 Gennaio | Circolo degli Artisti – Roma
24 Gennaio | MamaMu – Napoli
25 Gennaio | Zena – Eboli
1 Febbraio | HomeRockBar – Treviso
2 Febbraio | TPO – Bologna
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“Storia del futuro” è stato pubblicato il 12 Novembre scorso per INRI con distribuzione Audioglobe. L’album è stato realizzato grazie alla collaborazione di sedici musicisti, tra cui Gionata Mirai (Il Teatro degli Orrori), Mr. T-Bone (Africa Unite, Bluebeaters), Peter Truffa (Bluebeaters).
Una seconda prova importante per il giovane cantautore torinese, a un anno e mezzo dall’uscita del suo primo disco. Un periodo intenso, iniziato timidamente nell’Aprile 2011 con l’uscita di “Nostalgina” (INRI) e proseguito a gran voce con la nomina ad artista “new generation” su MTV, che lo ha scelto per aprire l’edizione degli MTV Days 2012 sul grande palco di Piazza Castello a Torino e come supporter della data italiana degli White Lies. Bianco ha aperto anche i concerti di altri importanti artisti del panorama indipendente italiano e non, come Niccolò Fabi, Dente, Le luci della centrale elettrica, Noah And The Whale; è stato ospite di Hitlist Italia e di Moby Dick (Radio2). Un anno (e mezzo) importante, in ascesa e di crescita.
E poi c’è chi se la gode per davvero, non perché sia un uomo vero,
ma perché ci crede duro nella storia del futuro