Foto di Roberto Finizio | Articolo di Giulia Manfieri
Con gli occhi cerchiati dal “mascara della sera prima”, YUNGBLUD, pseudonimo di Dominic Richard Harrison, classe 1997, sale sul palco di un Carroponte gremito per quella che è ormai diventata la sua seconda data milanese in due giorni.
La sera prima del concerto, infatti, per annunciare e festeggiare l’uscita del nuovo album omonimo “YUNGBLUD”, prevista per il 2 settembre 2022, il cantautore di Doncaster, UK ha improvvisato uno showcase, o meglio, un vero e proprio concerto di un’ora, all’Arco della Pace, circondato da quelli che non ama chiamare i suoi fans, ma la sua “Italian family”.
Dalla nostalgia non si scappa, e lo sanno bene quegli artisti che da un paio di anni hanno deciso di puntare tutto sul “revival” del pop-punk, prendendone in prestito i ritornelli catchy, le chitarre acerbe e l’immaginario visivo, e sapientemente abbinandoli alle metriche più spendibili del rap. Una ricetta perfetta che ha visto in pochissimo tempo artisti come YUNGBLUD riportare prepotentemente il pop-punk ai primi posti nelle classifiche mainstream.
YUNGBLUD si presenta sul palco del Carroponte con un look a metà tra Angus Young (AC/DC) e Gerard Way (My Chemical Romance), e si lancia nei primi 3 pezzi in scaletta – strawberry lipstick, parents, superdeadfriends – con una carica esplosiva, saltando da destra a sinistra e chiedendo di fare lo stesso al pubblico.
Il LIFE ON MARS TOUR diventa per il cantautore occasione di presentare The Funeral, il nuovo singolo il cui video ha visto niente meno che il cameo di Ozzy e Sharon Osbourne, intenti a ballare al funerale dell’artista. Insieme a Memories (ft. WILLOW) e ad un pezzo inedito, I Cry 2!, entrambi in scaletta, i tre pezzi hanno tutta l’aria di essere un’anticipazione del nuovo disco – e di una virata ancora più decisa del cantautore verso melodie e suoni “più pop che punk”.
Una proposta di matrimonio – tanto veloce da non lasciar quasi tempo per la commozione collettiva – prima di I love you, will you marry me? e un’altra coppia chiamata sul palco durante mars, sono la conferma dell’amore e della riconoscenza di YUNGBLUD verso il suo pubblico, che più volte durante la serata il cantautore definisce come una famiglia, in cui ognuno è libero di sentirsi libero.
Le canzoni sono inni alla libertà sessuale, di identificazione di genere, gridi di protesta sociale e anche politica – al grido di “fuck Putin” sull’outro di Machine Gun (F**k The NRA), testimonianze del conflitto generazionale (parents) o dichiarazioni aperte sui problemi di salute mentale: non sorprende che Dom sia la rockstar idolo della Gen Z – quella che per fortuna non ha ancora smesso di sperare di cambiare il mondo, anche con la musica.
Il pubblico va in visibilio per la voce registrata di Machine Gun Kelly su I Think I’m OKAY, che YUNGBLUD accompagna cantando. La collaborazione dei due – abilmente orchestrata da Travis Barker, padrino della neonata scena pop-punk anni ’20 – è stata recentemente lodata anche da Mick Jagger, che ha dichiarato: “You have Yungblud and Machine Gun Kelly. That kind of post-punk vibe makes me think there is still a bit of life in rock and roll.”
Azzerando radicalmente le barriere tra il palco e il pubblico, in concerto e nel suo modo di pensare alla musica come a un progetto totale, YUNGBLUD è riuscito a diventare il portavoce musicale della sua generazione, cantandone principalmente dei problemi e delle difficoltà. Polarizzando la critica e le opinioni, ma solamente di chi non è (più, per età anagrafica) il suo principale destinatario, Dominic rimanda tutti a settembre, all’uscita del nuovo disco, dicendo: “you have given me a voice. so here is my story”:
Clicca qui per vedere le foto di YUNGBLUD al Carroponte di Milano (o sfoglia la gallery qui sotto).
YUNGBLUD – la scaletta del concerto al Carroponte di Milano
strawberry lipstick
parents
superdeadfriends
The Funeral
I love you, will you marry me?
Polygraph Eyes
weird!
mars
fleabag
Memories
Kill Somebody
I Cry 2! (live debut)
I Think I’m OKAY (Machine Gun Kelly cover)
braindead!
god save me, but don’t drown me out
hope for the underrated youth
Machine Gun (F**k The NRA)
love song
Loner